𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐔𝐧𝐨

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7 AGOSTO 20XX

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7 AGOSTO 20XX

Per una questione di precisione, il piano iniziale era quello di essere in aeroporto per le quattro meno venti. Magari fosse stato possibile…la puntualità non faceva proprio per Satoru.
La sera prima, da organizzazione, la trascorsero a casa di Suguru, soprattutto perché quest’ultimo si sentiva più tranquillo se fossero partiti insieme dallo stesso posto; più la situazione della partenza era sotto controllo, meglio era per il corvino.
L’amico arrivò verso le nove e mezza, con la valigia già pronta; il tempo, tra un film e qualche chiacchiera sul divano, passò abbastanza velocemente, e a Suguru piaceva tutto questo. Si sarebbe potuto dire lo stesso anche dal canto di Satoru. Era da un po’ di tempo che qualcosa tra di loro era cambiata, ma non sembravano essersene accorti; inoltre, ultimamente, ogni scusa era buona per incrementare la quantità di contatto fisico tra di loro: che fosse un semplice e casuale sfioramento, un abbraccio in più rispetto al normale o semplicemente sedersi fianco a fianco da qualche parte, lasciando che i loro capi si sfiorassero piegandoli leggermente di lato. Quanto meno, entrambi, in cuor proprio, sapevano bene cosa fosse…il problema era ammetterlo a loro stessi, probabilmente per paura di rovinare le cose.
Ogni volta che il pensiero che tra di loro potesse esserci qualcosa di più si formava nella loro mente, entrambi provvedevano a scacciarlo, andando avanti con la propria giornata e facendo finta di non averci mai lontanamente pensato.

Eppure, era difficile. Era difficile essere sempre insieme e non vagare con la mente, di tanto in tanto. In particolar modo in quelle piccole situazioni in cui il contatto fisico regnava sovrano tra i due, proprio come quella sera a casa di Suguru, sul suo divano, mentre commentavano scherzosamente il film che stavano guardando. Seduti in modo tutt’altro che composto, l’uno accanto all’altro, le loro cosce si sfioravano; ciò che a Satoru piaceva fare di più, però, era giocare con i suoi lunghi capelli neri, e fu esattamente quello che fece: dopo averli delicatamente sciolti, li pettinò con cura, passando lentamente tra di loro anche i polpastrelli; quello, più che altro, fu un gesto inconscio, che non dispiacque per nulla al corvino.
Quando udì un sospiro, Satoru quasi perse un battito, cosa che ultimamente gli capitava più spesso del solito. D’altronde, la cura dietro quei suoi piccoli gesti contribuiva a far rilassare l’amico -sebbene lo fosse-, che chiuse lentamente gli occhi.

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⏰ Last updated: May 13 ⏰

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❝🍙❞𝐒𝐎𝐌𝐄𝐖𝐇𝐄𝐑𝐄 𝐈𝐍 𝐈𝐓𝐀𝐋𝐘 || 𝑺𝒂𝒕𝒐𝒔𝒖𝒈𝒖Where stories live. Discover now