II capitolo - terra chiama Tommy -

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Troppo preso dai miei pensieri che in quel pomeriggio mi avevano letteralmente divorato non mi resi conto neanche della presenza del mio migliore amico che in quel momento, steso sul mio letto a lanciare in aria una pallina da golf, se ne stava in silenzio. Questo probabilmente era dovuto al fatto che pure io, stranamente, quel pomeriggio avevo deciso di rintanarmi dentro me stesso, a pensare a qualcosa....o meglio a qualcuno.
Dopo la lezione di fisica, per tutta la giornata, non ero riuscito a beccare il nuovo studente tra i corridoi della scuola seppur sentivo pronunciare il suo nome ovunque, che sia in bagno, in classe o tra i corridoi tanto da farmi venire il mal di testa. Ammiravo il suo portamento e neanche a pensarci adoravo già il suo carattere nonostante lo conoscessi solo da un'ora. Il mio sguardo era perso nel nulla mentre picchiettavo con una matita - precisamente quella che mi aveva raccolto lui nel corso di fisica - sulla mia scrivania causando rumori fastidiosi che neanche davo tanto peso.
E neanche facendolo apposta mi ero portato nella mente da mattina fino a pomeriggio il suo viso e il suo sorriso sfuggente; in poche parole lo pensai, per tutto il giorno.
<< mi spieghi che hai amico? >> il silenzio inquietante fu spezzato dalla solita voce squillante di Minho che si era raddrizzato sul mio letto, sedendosi in modo più composto, decente, proprio come avrebbe fatto Newt.
In risposta lo guardai soltanto con aria confusa anche se sapevo benissimo dove voleva parare.
<< sei silenzioso, guardi un punto fisso in un modo così concentrato tanto da spaventarmi e poi ad un tratto sorridi proprio come un emerito testa di caspio >> parlava così veloce da sembrare disumano, peggio di quei tizi pubblicitari in televisione. Ma la cosa più sorprendente era l'ultima parola: caspio. Non sapevo da dove gli fosse uscito quella parola strana dalla bocca, sapevo soltanto che quel sostantivo o aggettivo non era presente in nessun vocabolario noto nel mondo.
<< caspio? >> lasciai la matita sulla scrivania e con una piccola spinta mi avvicinai al letto grazie alla sedia a rotella. Non potei non trattenere una lieve risata. Da quanto ne potevo sapere non avevo mai sentito quella parola e detto da lui era persino divertente.
<< amico, te lo dico io. È innamorato >>.
Chuck, il mio noto fratellino e anche probabile successore del più grande scienziato del mondo, passava tra i corridoi e quanto ficcanaso era non poteva evitare ovviamente di mettermi in situazioni imbarazzanti. Il mio nome e innamorato non potevano mai stare nella stessa frase, era un dato di fatto che tutti sapevano.
Detto con onestà non sapevo bene quali fossero i sintomi di una persona innamorata. Già sintomi, come se stessi parlando di una malattia o peggio ancora di droga. L'amore per me è sempre stato una cosa benevole che spinge però le persone alla totale distruzione o addirittura alla morte interiore.
Non avevo mai creduto all'amore tra due persone. Ritenevo fosse un dato di fatto, una semplice combinazione chimica tra due persone compatibili destinati a stare insieme e questa mia superficialità mi rendeva un ragazzo mai innamorato, meglio per me.
<< oh oh. Thomas Edison innamorato >> . Per Minho questa cosa era una grande, anzi, grandissima novità tanto che pronunciò quella frase in un enfasi così spettacolare tanto da farmi sembrare il più grande giocatore di calcio di tutti i tempi.
<< Chuck vattene a leggere uno di quei tuoi stupidi romanzi >> borbottai con indifferenza lanciandogli però uno sguardo accattivante.
<< difficile accettare la verità, eh fratellone? >> e con questo si congedò in camera sua, proprio davanti alla mia, chiudendo la porta con delicatezza pronto a seguire il mio consiglio, ovvero leggere uno dei suoi adorati romanzi.
Delle volte l'intelligenza di mio fratello mi spaventava e addirittura mi faceva pure paura. Ritenevo strano la sua voglia innata di ampliare le sue capacità mentali all'età di soli 12 anni, ma lo ritenevo comunque un dono dal cielo poiché potevo sfruttare la sua intelligenza.
<<colpito e affondato dal piccolo Einstein, brutta cosa amico >>. L'espressione di Minho era più divertita che dispiaciuta, sapevo benissimo che sin dall'era dei tempi aveva preso sempre parte del mio fratellino. E come pensare il contrario, un tonto, più un Einstein faceva un pesce!....... Aspettate, scusatemi....
<< Smettila anche tu. Io innamorato? Ma dove? >> mi lasciai scappare soltanto una risata divertita mentre afferrai appena in tempo la pallina da golf che prima Minho lanciava in aria.
Non mi aspettai nessuna risposta, infatti ricevetti solo uno sbuffo in cambio segno che si era arreso, senza insistere, si era arreso. Mi conosceva fin troppo bene.
Come avevo detto prima, Thomas e innamorato non potevano galleggiare sulla stessa barca.

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⏰ Last updated: Aug 02, 2015 ⏰

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