I suoi non parlano e nel silenzio mi sento a disagio, mi chiedo se non abbiano litigato. O magari sono ancora arrabbiati perché ci ho messo tanto a prepararmi. Harry mi ha assicurato che la cena non inizierà prima delle sette, quindi siamo comunque in anticipo di mezz'ora. Sto buttandomi alla cieca in questa cosa e sono nervoso. Harry mi prende di nuovo la mano e quando lo guardo mi sorride nel buio, facendo comparire due meravigliose fossette. All'improvviso ho la sensazione che siamo solo io e lui contro il resto del mondo; siamo in questa situazione insieme, e se vogliamo sopravvivere dobbiamo stare vicini. So che suona drammatico e sciocco, eppure non posso fare a meno di pensarla così. Non posso fare a meno neanche di fissarlo, e di meravigliarmi per la bellezza del suo viso. È ingiusto che alcune persone siano così disgustosamente belle, dovrei essere nauseato. E invece mi sento in estasi e stupido, come se la mia testa fosse più leggera perché le mie cellule sono evaporate per averlo guardato troppo. Chissà se si accorge che lo sto mangiando con gli occhi.
Poi si volta verso di me e mi sorride, rassicurando il mio cuore nervoso e che batte all'impresa fa, e allora faccio la prima domanda che mi viene in mente.
"Cosa rappresenta la E?"
Si acciglia. "Che E?"
"Il tuo secondo nome. Ti chiami Harry E. Styles" tengo la voce bassa, sperando che i suoi genitori non mi sentano. Suo padre sta andando in retromarcia e Adele gli mormora qualcosa, ma non riesco a capire cosa.
"Ah" annuisce come se si trattasse di un mistero secolare. "Tu cosa pensi?"
Anche lui sta filtrando. Mi piace, alleggerisce il momento, specialmente il dramma ad alta tensione che ha luogo sui sedili anteriori. "Edwyn?"
"No."
"Erik?"
"Mh, no."
Formulo altre ipotesi, tutte ridicole, quando alla fine azzecco il nome giusto. "Edward" sussurro.
Il suo sorriso si allarga. "Finalmente."
"Vinco un premio?" chiedo restituendo il sorriso.
"Certo" risponde. "Cosa vuoi?"
"Lo chiedi a me? Non sei tu a doverlo decidere?"
"Puoi avere quello che desideri" mi strofina il pollice sul palmo della mano, scatenandomi un turbinio di brividi sulla pelle. "Chiedi e ti sarà dato."
Non ci siamo ancora baciati. Ieri sera gli ho dato un bacio sulla guancia fulmineo, ma nient'altro. Ed è quello che voglio, un bacio da Harry. Non parlo di un lungo bacio trascinato, di una sessione attorciglia lingue, anche se non sarebbe male. Voglio solo sentire le sue labbra sulle mie una volta, testare quanto sono morbide, che sapore hanno, quanto è caldo il suo respiro. Voglio godermi quel provvisorio, eccitante momento del primo bacio con qualcuno. Ma ho abbastanza coraggio per chiederlo?

Harry.

Sta esitando e non so perché. La trepidazione mi scorre nelle vene mentre aspetto una risposta. Non so cosa mi è preso, eppure qualunque cosa sia sembra aver preso anche lui perché stiamo filtrando, e non perché dobbiamo, ma perché lo vogliamo. Il che aiuta a mitigare l'atmosfera tesa che aleggia in questa macchina; non so per quale motivo i miei stiano litigando, ma non gli permetterò di rovinarmi l'umore. C'è un fantastico ragazzo seduto accanto a me nel buio, con addosso il completo più sexy che abbia mai visto. La camicia gli fascia perfettamente il corpo, e i pantaloni gli fanno un culo fantastico. Ogni volta che lo guardo sento che sono in trappola, spacciato. Le mie dita mi prudono dalla voglia di accarezzarlo.
"Voglio che mi baci" dice alla fine, la voce così bassa che a malapena riesco a sentirlo. A dire il vero, per un attimo di follia mi chiedo se non ho le allucinazioni, perché non posso credere che mi abbia appena chiedo di baciarlo. Do un'occhiata ai sedili anteriori e mi accorgo che non fanno caso a noi; la radio è accesa, suona qualche canzone jazz, e i miei parlano con brusii cupi e bassi. Sembrano arrabbiati, chissà se a causa mia. Ma ora non mi interessa, non dovrebbe interessarmi mai. I motivi dei loro litigi non sono affar mio.

"Harry" Louis mi riporta alla realtà e lo guardo, ritrovandomi perso nei suoi occhi azzurri. "Mi hai sentito?"
"Si" sussurro. Ci sono i miei in macchina e basta che Adele giri di pochi gradi la testa e ci vedrà. Se bacio Louis a lei non piacerà di certo. Forse potrebbe andare fuori di testa, non so se me la sento di correre questo rischio.
Mi chino sopra il vano portaoggetti, allungo le dita e gli sfioro una guancia; ha la pelle ruvida per via della barba in crescita. Ha gli occhi chiusi e apre leggermente le labbra, con la lingua si bagna il labbro superiore. Basta quello a farmi venire un'erezione immediata, e senza pensarci appoggio la bocca sulla sua. Una volta, piano, come un battito d'ali di farfalla, e le mie labbra indugiano per qualche secondo rubato prima che io mi stacchi. Apre le palpebre e mi guarda con quell'aria attenta, che mi fa pensare che possa vedere tutto quello che ho dentro. Il buono e il cattivo, il bello e il brutto. "È il massimo che puoi fare?"
Mi sta provocando, lo leggo nella luce dei suoi occhi, nell'increspatura delle labbra. Maledizione, voglio baciarlo di nuovo, e allora lo faccio. Stavolta mi fa scivolare una mano dietro la testa, così non posso sfuggirgli. E non voglio. Con le dita mi accarezza i capelli mentre le nostre labbra si uniscono ancora e ancora. Il suo tocco mi fa stare bene. Mi sfugge un gemito, e gli passo la lingua sul labbro superiore, gustando il suo sapore appiccicoso e dolce. Socchiude le labbra aprendosi a me, e io ne approfitto. Piano, esplodo la sua bocca con la lingua, a fondo. Ha un sapore incredibile e all'improvviso mi sento soffocare: sto bruciando dentro. Sono così eccitato che mi fa male, e non ricordo di essermi mai acceso tanto e così in fretta in vita mia. La nostra divertente sessione di baci sta sfuggendo di controllo troppo in fretta, e temo che i miei si infurieranno quando ci beccheranno l'un l'altro a pominciare come due adolescenti.

Non dirmi un'altra bugia] Larry Stylinson.Where stories live. Discover now