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Quando riprendo coscienza la prima volta e provo ad aprire gli occhi, la mia vista è talmente offuscata che non riesco a capire dove mi trovi. Sento il mio corpo dondolare avanti e indietro e delle voci lontane, tantissime voci.
Qualcuno mi sta portando di peso da qualche parte, non reagisco, resto immobile e richiudo gli occhi come se ancora fossi svenuta perché non mi sento di avere la forza mentale e fisica di fare niente, nemmeno pensare.

<<Scusa, scusami tanto>>
Sento l'eco di questa voce singhiozzante, disperata, e una mano accarezzarmi il viso dolcemente mentre il mio busto continua a dondolare, avanti e indietro, avanti e indietro.
Riapro i miei occhi e con il passare dei secondi la vista è più chiara, è Charles a chiedere scusa e a piangere. È stato lui a colpirmi.

<<Oddio ti sei svegliata, grazie a Dio. Theo ti prego perdonami.>>
A malapena capisco le sue parole mentre piange disperato. Lilia, Oscar, Max e Lando gli stanno dietro. La fragranza di un profumo  di menta che conosco molto bene mi penetra le narici, Carlos.
È Carlos che mi sta portando di peso.

<<Charles, lasciamo che qui ci pensino Carlos e Lando. Sei ubriaco fradicio per favore lascia che io, Max e Oscar ti riportiamo a casa.>>
Lilia ha la voce spezzata mentre parla a mio fratello, la guardo e mi sorride, un sorriso forzato che raramente le vedo fare, è sempre così genuina. Più passa il tempo più sento il mio occhio destrò andare a fuoco, non sentivo il dolore appena svegliata.

<<No, Theo per favore. Perdonami.>>
Continua lui, vederlo così mi distrugge. Vorrei rispondere, ma le parole non mi escono dalla bocca.
Mi giro verso Lando, non ha pianto, ma capisco che sta per farlo.
Carlos si ferma e da essere appesa dietro la sua schiena passo ad essere tenuta in una via di mezzo tra una bambina e una principessa. Il mio cuore inizia a battere forte e mi sento pazza per provare tutto questo con un occhio probabilmente distrutto e problemi ben più grandi a cui pensare.

<<Allora decidiamo cosa fare.>>
Dice Carlos riferendosi agli altri.

<<Noi riportiamo in hotel Charles con la mia macchina>>.
Dice Lilia indicando se stessa, Max e Oscar. Charles non parla più, singhiozza e basta e Max gli da delle pacche sulle spalle.

<<Lando, pensavo che tu potresti andare con loro.>>
Suggerisce la mia migliore amica, Lando si gira verso di me e l'unica forza che trovo è quella di fare il piccolo gesto di un "no" con la mia testa che solo lui riesce a cogliere. A questa mia risposta a Lando scappa da ridere e si sforza di trattenersi, sulla mia bocca si forma una specie di sorriso.

<<No, ecco... Io pensavo di andare da George. Non posso lasciarlo solo con quei deficentii. Dora è in buone mani.>>
Dice lui a Lilia, che alza un sopracciglio confusa, ma accetta senza controbattere.

<<Perfetto.>>
Risponde Carlos facendomi fare un piccolo salto per riportarmi in una posizione comoda, dalla sua voce capisco che è teso. Ancora non ho avuto il coraggio di guardarlo in viso, ma poso la mia testa nell'incavo del suo collo e lancio un'ultima occhiata a mio fratello disperato prima che Carlos si volti e mi porti verso la sua macchina.
Stiamo zitti per tutto il tragitto a piedi da non-so-dove-mi-trovassi alle sua macchina. Apre a fatica la portiera posteriore e mi adagia sui sedili della sua macchina, sparisce subito dietro a frugare nel bagagliaio e in dieci secondi tira fuori un cuscino. Torna verso di me.

<<Vieni, alza la testa Theo.>>
Mi sussurra, alzo la testa e infila il cuscino sotto di essa.

<<Non avere paura, arriverò in fretta all'hotel.>>
Mi dice, prendo il coraggio per guardare il suo volto, che sbuca dalla portiera sopra il mio, si tiene a debita distanza, quei bellissimi e grandissimi occhi marroni mi fissano.

All's fair in love and war - Carlos SainzWhere stories live. Discover now