Capitolo 78: Boom...

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«Pensavi al fatto che Noè fosse arrivato in soccorso del nostro Generale? Perché a dirla tutta sono stupito anche io.» ammise dopo che tutti avevano ribattuto simultaneamente alla voce di Dave che dichiarava apertamente che Noah fosse lì con lui ad impedire che il satellite si schiantasse sulla città.

«In verità sono contento. – udì all'orecchio; la voce di Jake era soave e morbida, qualcosa che non aveva nulla a che vedere con la ruvidità di un soldato. Sully l'aveva sempre apprezzata, definita un toccasana per la spigolosità della sua vita. – Sono felice che quei due siano riusciti in qualche modo a mettere da parte le ostilità; il Generale mi era sembrato davvero giù alla cerimonia, quando ha raccontato la diatriba che hanno avuto.»

«Ancora tu non li hai visti insieme, ma sono pericolosi. Sapessi quanti insulti si scaricano dalla mattina alla sera. All'inizio non ci ho creduto tanto, alla fine Noè è solo un ragazzo, ma appena l'ho visto con i miei occhi mi sono dovuto ricredere.»

«Woah, davvero?»

«Oh, fidati. Non credo che adesso quei due abbiano fatto pace come due amici che hanno ammesso i loro sbagli. Quello che fanno sul campo sono delle tregue.» spiegò Sully.

«Se mi dici questo, allora Dave ha una bella gatta da pelare tra le mani.» osservò Jake.

«Non posso negare che il nostro superiore si meriti qualcuno che possa stuzzicarlo un po'. Noi non possiamo farlo perché di grado inferiore, ma Noè non ha nulla che possa impedirglielo.»

«Meglio che non ti senta se non vorrai essere punito. – borbottò Jake – Novità?»

«Purtroppo niente. – rispose il cecchino, muovendo il mirino verso il nemico. – Tutto è immutato.»

«Quanti ne vedi?»

«Direi otto. Cinque sono dietro l'autobus, due pattugliano il ponte, mentre l'ultimo è vicino all'entrata del mezzo.»

Ci fu una pausa da parte di Jake, un momento di riflessione. Poi parlò: «Non puoi uccidere quelli dietro, dico bene?»

«Vorrei tanto, ma il rischio di colpire uno dei bambini è alto. I loro movimenti sono imprevedibili quanto il vento.» spiegò Sully, leccandosi il labbro inferiore. «Il primo potrebbe andare bene, ma questo smuoverebbe troppo le acque.»

«E questo non va affatto bene.» replicò l'artificiere con durezza e tono altalenante. «Dobbiamo salvare quei bambini e liberare il ponte, non possiamo rimanere qui per sempre

«Quegli uomini ci stanno aspettando, sanno che siamo qui. Se non ci vedranno arrivare, potrebbero avviare comunque il fuoco come avvertimento: uccidere l'autista o uno dei bambini.»

«Non possiamo permetterglielo, merda!» imprecò Jake, il fiato corto e bollente.

«Mantieni la calma, Bravo Quattro.» disse impassibile Sully. «Troveremo un modo per avanzare.»

**

Fosse facile, dannazione. Pensò Jake Grant a quelle parole del cecchino che avrebbe voluto lo rassicurassero. Conosceva bene Sully, e faceva schifo nelle consolazioni; questo perché quel marpione prendeva tutto come una barzelletta e tentava di sminuire la gravità della merda con freddure o toni schietti e naturali che a lui non servivano assolutamente a nulla. Avrebbe voluto avere la stessa ironia e leggerezza del compagno, ma purtroppo quando l'ansia arrivava c'era poco da fare. Non sapeva quanti minuti fossero passati dal momento in cui si erano fermati e avevano scoperto dell'autobus, ma a giudicare da altri suoni, bombe e sparatorie, le lancette stavano girando in fretta. Si strinse nelle spalle, accasciandosi sullo sportello della macchia dove si era nascosto. 

MIND OF GLASS: OPERATION YWhere stories live. Discover now