I get drunk, but it's not enough, cause the morning comes and you're not my baby

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«Ci vediamo dopo.» E attacca, mentre Nate ancora cercava di convincerlo.

«Se vuoi possiamo rimandare», propongo. «D'altronde non vedi i tuoi amici da tanto.»

Sarebbe meglio anche per me.

Stare qui dentro chiusa con lui non è stata un'idea intelligente.

«No, non rimanderemo»

«Te l'ho detto: non fa niente...», provo ad insistere ancora, ma mi interrompe bruscamente.

«Octavia, ti ho detto di mettere in moto», ribatte duro.

Credo abbia capito che neppure io ho voglia di restare qui.

Alzo le mani in segno di difesa, per poi infondermi coraggio da sola.

Posso farcela.







«Non puoi fare di testa tua. Devi ascoltarmi.»

Non credevo che fare le guide con qualcuno fosse così estenuante.

Stiamo girando in lungo e in largo in questo piccolo spaziale da non so quanto tempo, e Khaos ha già imprecato una quarantina di volte.

Non è affatto la persona giusta con la quale fare questa cosa per la prima volta.

«Ti sto ascoltando!» Grido a mia volta, spazientita.

Odio quando le persone mi urlano contro.

«Siamo qui da un'ora e non hai imparato un cazzo».

«Forse sei tu che non sei bravo ad insegnare, non ci hai mai pensato?», sputo offesa, voltandomi verso di lui.

«Le mani sul volante, dannazione. E guarda davanti a te!», mi riprende per l'ennesima volta.

Sospiro pesantemente, desiderando di urlare a più non posso.

Non posso resistere oltre.
Sono già 20 minuti che sopporto.

Mi fermo quindi in mezzo al nulla, al limite della mia poca pazienza, pronta per uscire e lasciarlo lì da solo.

«Il freno a mano», mi ricorda, con tono derisorio.

«Vaffanculo tu e il freno a mano.» Mormoro, sbattendo lo sportello violentemente.

Poco dopo, lo sento fare lo stesso e raggiungermi.

«Mi stai facendo incazzare», bofonchia, a pochi centimetri dal mio viso. I suoi occhi blu sono più scuri del solito, mentre li punta sulla mia bocca.

«È stata una pessima idea», commento, nervosa.
«È meglio se mi riaccompagni a casa adesso»

Provo ad andarmene, ma non me lo permette, rinchiudendo la mia figura con le braccia.

«Guardami»

Nonostante la sua richiesta, faccio di tutto pur di evitare il suo sguardo. Questo finché non intrappola il mio mento tra le dita, obbligandomi ad incrociare le sue iridi.

Haunted Where stories live. Discover now