La guardiana delle rose

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C'era una volta, una splendida principessa, che viveva da sola nel castello Aisha.
Essa amava cantare nel suo bel giardino, pieno zeppo di rose di tutti i colori. Anche i più macabri, come per le rose nere, così come per quelle bianche che sembrano pure e pulite. La principessa lo sapeva: ogni fiore è una goccia di vita che dona alla terra ragione di esistere, per questo merita amore e rispetto, brutto o bello che esso sia.

Ogni giorno c'era gente, che amava entrare nel giardino della principessa, per ammirare le sue rose e sentirne l'amore.

Un giorno a trovarla, venne suo padre, dal regno di Veritas, di cui era il re.
La principessa, felice della visita, lo accolse a braccia aperte, desiderosa di mostrare al padre le sue rose. E forse, solo forse, se il padre le avesse apprezzate, gli avrebbe mostrato il suo specchio.

In cima al castello Aisha, nella torre più alta, era situato Lo Specchio.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma dovrai guardarti allo specchio per guardarti negli occhi. Nello specchio c'era tutta la delicatezza, l'empatia, le emozioni ed i sentimenti della principessa Eleonore.

I due tra le tante chiacchiere andarono in giardino, dove le rose aspettano con ansia in loro arrivo.

Il padre chiese alla principessa delle rose, iniziando però ad insultarle in tutti i modi possibili.

I due discutettero, arrivando a litigare bruscamente.
Per il re, quelle rose dai petali sgualciti rendevano il giardino rinsecchito, mentre le spine più appuntite lo rendevano pericoloso.

Dopo tutto, lo faccio solo per il suo bene, pensó il re.

Vedendo che la figlia aveva sue idee, si arrabbió così tanto, che dal suo cuore uscì un mostro: fiamme, bombe, scintille da ogni lato.

E quelle scintille, arrivarono anche allo specchio, rompendo l'anima della povera figlia.

Quando lo specchio interiore si rompe, l'anima sanguina, e l'occhio lacrima.

La principessa Eleonore così, decise di cantare alla sue rose.

Scappate, scappate, mie rose beate
Diceva sofferente.

Intrecciatevi, e al cancello fermatevi.
Posatevi sul metallo del portone
Così che altre persone
Non sappiano.

E così le rose fecero.

Si posarono sui metalli del cancello, ricoprendone ogni lato scoperto, nel tentativo di celare al mondo la realtà.

La gente ancora passa davanti la villetta Aisha, ma l'unica cosa che si vede sono le rose a ricoprire l'ingresso.

Il richiamo di aiuto delle rose, però, non lo captava nessuno.

Perché infondo, chi potrebbe mai immaginare che dietro una porta di purezza, ci sia un'anima spezzata?

Nessuno lo ha capito, ma se solo spostassero i petali delle rose, se solo facessero il minimo sforzo per aprire il cancello, scoprirebbero che è sempre stato socchiuso e mai chiuso totalmente.

E la principessa? Essa rimaneva vicino alla porta, a osservare le sue rose.

Un giorno una di loro parlò.

Perché, principessa Eleonore, perché non mostrare ad altri il pericolo che c'è qui, perché non mostrare la cattiveria di suo padre?

Così, la principessa la guardo, ancora con quella lacrima sul viso, ma sempre con un sorriso.

Lui non è cattivo, pensa solo di fare ciò che è giusto.

Si rigiró così, a guardare le sue rose.

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