"Ben tornato" dico con voce calma, lasciando che un po' di cenere cada nel posacenere dai colori spenti
"Ciao" risponde con un sorriso flebile, anche se so che è finto. Sanzu mi guarda con un'espressione stanca, ma non c'è traccia di panico nei suoi occhi
"Piccola lite?" chiedo mentre caccio un'altra sigaretta dal pacchetto, volendo fumarmela. Il rosa si avvicina lasciando una piccola scia di liquido rosso sul pavimento; poco prima che l'accenda, le sue fini dita prendono la stanghetta e se l'avvicina alle labbra sbiadite

Nonostante l'infastidimento per il fatto che mi ha rubato la sigaretta e non ha risposto alla mia domanda, decido di accendere la sigaretta per Sanzu. Mi avvicino a lui con l'accendino, cercando di ignorare il battito accelerato del mio cuore mentre mi avvicino al suo volto pallido e sporco di sangue. Lasciò che la piccola fiamma accenda la sigaretta e poi poso l'aggeggio sul tavolino in vetro. Sanzu dà una lunga boccata, lasciando che il fumo si disperda nell'aria intorno a noi; giocherella un po' con la cartina facendola ruotare tra le dita, per poi sedersi affianco a me

"Comunque solo un piccolissimo incidente con un'altra banda. Solo circa 47 morti, nulla di che" dice il rosa rispondendo finalmente alla mia domanda, per poi prendere un'altra boccata dalla sigaretta già a metà
"Capisco" dico ascoltandolo, per poi prendere un'altra sigaretta dal pacchetto, stavolta per me. Averlo così vicino mi provoca una strana sensazione, un misto di comfort e turbamento che si fondono insieme in un vortice di emozioni che nemmeno io riesco a decifrare. Ed è così che poso la sigaretta. Dannazione, mi è passata anche la voglia di morire

"Perché sei ancora sveglia?" chiede il rosa, schiacciando la cicca della sigaretta nel portacenere. Oh, potrei farti benissimo la stessa identica domanda, ma essendo che non sei la prima persona che vedo così non sono così stupita
"Non ho sonno" rispondo con un semplice sospiro, guardando la finestra che dà sul grosso porticato
"Capisco. È una di quelle notti, eh?" domanda ridacchiando, anche se apparentemente non ci trovo nulla da ridere. Che sia di nuovo fatto?
"Hai preso qualche droga?" chiedo
"Forse" dice poggiando la testa sullo schienale del divano, con un sorriso increspato sulle labbra gialle di fumo

Un breve silenzio cade tra di loro, interrotto solo dal suono delle boccate per riprendere aria dalla sua nuova sigaretta accesa che si disperde nell'aria

"Mi hai detto che sono nella Bonten, ma di fatto, non ho ancora fatto nulla. C'è stato qualche cambiamento di cui non so nulla come al solito?" chiedo alzandomi dal divano per chiudere la finestra
"No. Solo che ultimamente ci sono incarichi grossi, e Mikey lascia la merda a noi esperti" dice Sanzu, e dal suo tono posso distinguere una punta di ironia

E nuovamente, tra di noi cade il mutismo più rumoroso di sempre. Odio questo silenzio che si insinua tra di noi come un muro impenetrabile. È come un peso sulle mie spalle, una pesantezza che mi schiaccia e mi rende difficile respirare. Ogni volta che il dialogo si interrompe e il silenzio si fa strada nella stanza, sento un groppo nello stomaco e un senso di inquietudine che mi avvolge. Non è solo il silenzio in sé che mi disturba, ma il suo significato implicito, il suo peso emotivo che si fa sempre più insopportabile mano a mano che il tempo passa

"Cazzo, non ci siamo sposati per stare zitti!" dico alzando un po' la voce, mentre sbatto le mani sul davanzale interno. Tutto questo mi sta lentamente uccidendo e questo gesto è solo l'inizio del mio primo stadio di esaurimento

Quando il mio sguardo si alza per incrociare il suo, noto una luce di sorpresa nei suoi occhi. Il mio sbottamento non deve essere stato ciò che si aspettava, eppure, nonostante la sua sorpresa, resta muto, senza proferire una parola. Stringo i denti, lanciando contro di lui un libro preso a caso dalla libreria, che lo manca e finisce sui cuscini del divano affianco a lui
"Dannazione, vuoi dire qualcosa?!" grido contro di lui, prendendo un altro libro

Il silenzio tra di noi si fa ancora più opprimente. Vorrei gridare, piangere, fare qualsiasi cosa per rompere questa tensione che si è creata tra di noi, ma rimango lì, impotente, mentre lui mi guarda in silenzio. Vorrei capire cosa sta pensando ma il suo tacere mi irrita solamente

"Tu... tu domani mi porti con te, hai capito? Andiamo alla cazzo di Bonten come se fosse un fottuto ufficio e mi danno un incarico perché se resto in altro giorno qui io... io dò fuoco a qualcosa" dico avvicinandomi a lui a grandi passi, minacciandolo con il libro in mano come se fosse una pistola. Non mi sarei mai immaginata di dire una cosa del genere dato che fino a qualche momento fa odiavo essere stata costretta ad entrare, eppure ora come ora mi sembra l'unico modo per evadere dalla situazione e non causare un genocidio di massa in cui Sanzu è sicuramente compreso
"Va bene, ragazzina" dice il rosa abbassando il libro che gli è arrivato sotto al collo. Haruchiyo sa come farmi impazzire perché no, non basta il suo fottuto silenzio, deve pure aggiungere quel soprannome che non so dove l'abbia cacciato il primo giorno che ci siamo visti

Ero sorpresa da me stessa, dal modo in cui il suo silenzio aveva scatenato una reazione così intensa in me. Ma non potevo farci nulla, ormai i libri già lo avevano minacciato. Sentivo gli occhi di Sanzu addosso, ma non riuscivo a guardarlo. Le mie mani tremano, il mio respiro diventa sempre più affannoso e un senso di vertigine mi assale improvvisamente. Avevo avuto ben pochi esaurimenti nervosi in vita mia essendo una persona decisamente calma, quindi gestirli era sempre più complicato che gestire un attacco di panico

Mentre ero lì, inchiodata in un punto fisso del soggiorno, sentivo una folle voglia di entrare nella mente di Sanzu, di scrutare i suoi pensieri e capire cosa stesse pensando mentre mi vedeva in quelle condizioni. Desideravo ardentemente sapere se provava pietà per me oppure, forse la più probabile, provava semplicemente disgusto nel vedermi così vulnerabile e disfatta. Avrei dato qualsiasi cosa per poter leggere nella sua mente, per scoprire la verità nascosta dietro il suo sguardo impassibile e quasi divertito

"Tu mi fai altamente schifo, sappilo" dico avvolgendomi il viso tra le mani e sospirando, cercando di riaquisire un minimo di calma e anche un po' per nascondermi dal suo sguardo
"Beh, ognuno ha i propri gusti e su questo non posso scagliarmi, sappi solo che stai affibbiando a tuo marito un aggettivo del genere, e non penso sia questo quello che si fa tra due coniugi, sbaglio tesoro?" dice il rosa aprendo finalmente bocca, anche se per sputare veleno

Ed è in momenti come questo che vorrei semplicemente non essere nata da quello schifo di mio padre, che mi ha praticamente venduto ad uno sprovveduto drogato

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Where stories live. Discover now