Capitolo 1 - Annapolis

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Jade's POV, 6:44 am

Metto le ultime cose in valigia, guardando di tanto in tanto la stanza che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia, che verrà abbandonata.

sento la voce di mia madre dal piano di sotto, che mi urla di muovermi.

Lucia (mom): "JADE SBRIGATI, DIAMINE PERDEREMO IL VOLO PER COLPA TUA!"

non le do molto ascolto, sono abituata alle sue urla.
Afferro la zip della valigia e inizio a farla scorrere, ancora non ci credo che me ne sto andando da qui. Tutto ciò che mi sono costruita in questi sedici anni, gli amici, la media scolastica, la reputazione, verranno come buttati via in un cassonetto.
Sospiro, rassegnata, tiro giù la valigia dal letto.
La appoggio a terra mentre mi metto il cappotto, osservando ancora una volta la mia camera, vuota.
Afferro sia la valigia che il borsone e mi dirigo verso la porta che una volta chiusa, non si aprirà mai più.

L:  "Eccoti finalmente. Cosa hai fatto tutto questo tempo? quanto ci voleva a chiudere una valigia? Avanti salì in macchina che tuo padre è già su da mezz'ora."

Io la guardo con disinteresse, ma non le rispondo.
Mi dirigo verso la macchina e metto tutto nel bagagliaio.
Salgo.
Dal finestrino vedo mia madre che prende le sue cose e si dirige anche lei verso l'auto, e intanto vedo anche la mia casetta amata che non rivedrò più.

L: "Ci sono, possiamo andare."

Sento la macchina accendersi e piano piano muoversi. Seguo la casa con lo sguardo, con un briciolo di speranza che papà si fermi e che tutto questo sia solo un brutto scherzo. 
Ma per mia sfortuna questo non accade, e metro dopo metro la casa si allontana sempre di più fino a sparire del tutto dietro le colline.

È come se mi stesse venendo strappato un pezzo di cuore, un pezzo troppo importante per venire staccato via del tutto.
Non rivedrò più i miei amici per un sacco di tempo, non metterò più piede nella mia scuola, non vedrò più la mia migliore amica, Tessa.
Lei era l'unica che riusciva a capirmi davvero, ogni volta che avevo un problema andavo da lei e con una strana magia riusciva a farmi dimenticare tutto. Mi mancherà tutto questo, mi mancherà troppo.

Sento le lacrime accarezzarmi il viso, che diventano sempre di più.
Osservo fuori dal finestrino ogni singolo angolo della mia città, consapevole del fatto che non sarà più così quando tornerò, e se tornerò.

Sento i miei genitori borbottare qualcosa dai sedili davanti a me, ma non gli do ascolto.
Staranno litigando come al solito, oppure mi staranno rimproverando per chissà quale ragione particolare.
Non sono preoccupata per mio padre, lui è sempre stato una parte importante nella mia vita, mi ascolta e sa come prendermi. Mentre mia madre...
diciamo solo che non è la madre che tutti desiderano. Si arrabbia per qualsiasi cosa, non posso respirare un attimo che lei è già lì a mettermi il fiato sul collo.
Poi, con questa cosa del trasloco a causa della perdita del lavoro di mio padre, è diventata ancora peggio. Si stressa ogni secondo di più e non capisce quando è troppo, anche per me.

Essendo figlia unica poi, tutta la sua attenzione è concentrata su di me, sono sempre io che sbaglio.
Forse è per questo che ho sempre desiderato un fratello.

Mi accorgo solo dopo che la macchina si ferma che siamo arrivati all'aeroporto.
Apro la portiera della macchina, prendo le mie cose dal baule e aspetto che anche i miei facciano lo stesso.
Prendo il cellulare per vedere che ore sono e vedo le "7:45am".
A quanto ho capito abbiamo il volo alle 9.00.

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