26- 𝙏𝙤𝙩𝙖𝙡 𝙫𝙞𝙚𝙬 -𝘈𝘮𝘦𝘭𝘪𝘢

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Non era tanto la certezza che avrei letto un numero maggiore, a preoccuparmi. Era la mia reazione. Salii lo stesso sulla bilancia, prima con il piede destro poi con quello sinistro, e rimasi ad attendere che il display la smettesse di far salire quel numero che, in quegli attimi di calibrazione, sembrò tendere a infinito. E quando finalmente si fermò, rivelò con precisione matematica quanto tutto ciò mi fosse costato.

Tre chili e seicento grammi. Troppi.

Questo era il mio bagaglio aggiunto dopo  l'ingresso al Fairwinds. Mi presi un attimo per riflettere: mi sentivo più forte, avevo più energie. Ero più felice. E con un respiro alzai un muro invalicabile ai pensieri disfunzionali. Era più importante il mio stato mentale che un numero sulla bilancia. Ero in netto vantaggio, avrei vinto io alla fine. Mentre il dottor Greg studiava le mie espressioni per capirne il linguaggio non verbale, io mi sentii sollevata. Sollevata perché, tra lo sguardo di Audrey quel pomeriggio e la conferma con la pesata serale, stavo riuscendo a fregarmene dell'aumento più di quanto potessi immaginare. 

«Siamo arrivati al normopeso, Reed.» mi fece notare il dietista con la calcolatrice alla mano. «Cosa mi dice a riguardo?»

Per quei chili in più qualche mese prima avrei usato i mezzi di compensazione più disparati. Per quei chili in più, quel giorno, scesi dalla bilancia e mi rivestii sotto lo sguardo orgoglioso di Greg.

 Quei progressi fatti nell'ultimo periodo mi erano costati una fatica enorme. Reagire a ogni pensiero malato era stato più difficile che arrivare alla fine delle batterie di resistenza che facevamo in palazzetto a Daytona, e mi lasciarono in mente un solo pensiero.

«Vuol dire che sono pronta a tornare in pista, doc.» 

Era sempre stato quello il mio obiettivo. Avevo stravolto il presente di due mesi prima e quel giorno avevo finito di gettare le fondamenta per il mio futuro.

Mi riservò la rarità del suo sorriso strambo, uno di quelli che concedeva solo in circostanze fortuite. «Aumenteremo di un po' il piano alimentare, se ricomincia ad allenarsi con i ritmi da  agonista.»

«Mi rimette all'ingrasso?»

«Non la mando a nuotare in una vasca di grassi saturi, se è questo quello di cui ha paura. I miei gruppi dovrebbero averle insegnato che il cibo salutare è il nutrimento principale per un corpo e una mente sana. Potremmo festeggiare tutti con una torta, stasera.»

Greg mi stava tendendo un tranello. «Non era lei quello che diceva che il cibo non è una ricompensa? Che gli sgarri si fanno quando si ha voglia e non come premio o punizione?»

Mi sorrise di nuovo, alzandosi dalla sedia. «Lo vede allora, che ogni tanto mi ascolta? Corretto, Reed.» Mi fece strada verso la porta dello studio. «Può andare ora, se continua così verrà presto dimessa anche lei.»

I colloqui con Greg iniziavano sempre nell'incertezza di come lo avresti trovato: se severo o divertente. Ma quando uscivi da quell'ambulatorio avevi sempre la certezza che stavi andando per la strada giusta. 

La sera stessa, alla consegna dei telefoni, nemmeno il tempo di scegliere con Lisa il regalo per le dimissioni di Ellison che Jordan mi inviò il programma di allenamento studiato ad hoc da sua madre. Dopo essere stata ferma per due mesi, Martina aveva deciso che, oltre ad allenare i piccoli, non avrei messo i pattini per almeno due settimane. Il suo programma prevedeva schede di esercizi specifici per incrementare la resistenza, il potenziamento muscolare e il recupero della forza esplosiva. Per farlo, avrei frequentato la palestra di Jordan. 

E appena due giorni dopo venni accompagnata all'Arhena, un immenso stabile a due piani che si ergeva su una collina, fatto di enormi vetrate che lasciavano intravedere le persone allenarsi al piano terra. Dai garage nell'interrato c'era l'accesso diretto agli ascensori: uno riportava il nome della palestra, l'altro era più anonimo, con un piccolo tastierino numerico al posto del pulsante di chiamata. Salii in quello riservato alla palestra e mi lasciai trasportare al piano superiore. Non appena le porte scorrevoli si aprirono, mi rivelarono un ambiente luminoso ed estremamente moderno. 

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