Capitolo 3

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                             ...Ragazzina piccantina...

🩸(Lui)

Primo giorno di scuola da mortali e già mi sembra tutto un'enorme idiozia, l'unica cosa che mi può tirare su di morale è lei, Elizabeth, il profumo del suo sangue e la voglia irrefrenabile di morsicare quel suo collo cosi morbido. Appena entrato a scuola mi sono accorto di quanta infantilitá riempisse l'interno, tutti erano a ridersela con qualcuno appoggiati agli armadietti, alcuni guardavano il cellulare, altri guardavano me. Appena varco l'ingresso della scuola noto tutti gli sguardi delle ragazze colme di desiderio posarsi su di me, normalmente mi sarebbe interessato e con ancora più orgoglio mi sarei incamminato verso di loro; invece, mi incammino lentamente sentendo da subito il suo profumo, il suo cuore che batte più velocemente di prima, e il suo fiatone. Ho percepito che anche lei ha notato la mia presenza dal suo improvviso sbalzo di umore, posso sentire dell'agitazione scatenarsi in lei ma anche e una piccola parte di...desiderio. Una parte di lei mi desidera e questo non fa che peggiorare le cose, il mio istinto di predatore si attiva in un lampo ma riesco a controllario. É girata di spalle ma non appena si gira anche qualcosa dentro di me fa una capriola: Gambe lunghe, pelle chiara, occhi di un verde da ipnosi, leggere lentiggini sul naso e capelli ricci di un rosso ramato nei quale per un attimo avrei voluto affondare e perdermi. È diventata cosi bella che per un attimo ho provato una sensazione di smarrimento, non dovrebbe accadermi, io sono qui per porre fine alla sua vita. Non PUÒ accadermi! Incrociamo gli sguardi e ancora una volta leggo nei suoi occhi un potente desiderio che fa diventare i miei ambrati, avverto però in lei anche un senso di allerta, paura e destabilizzo. Menomale che ho riflessi veloci e capisco che sta per svenire così l'afferro in tempo prima che possa toccare il suolo. Il contatto con la sua pelle mi scarica un brivido di calore e per un attimo mi dimentico perché sono lì. La prendo int braccio e la porto in quella che voi chiamate infermeria dove avrebbe potuto riposare assieme alla sua amica che le sta sempre appresso e che mi guarda come se fossi un eroe. Esco dalla stanza e mi dirigo in classe per fare lezione di chimica anche se io so

giá tutto. Non sta andando bene questo primo giorno, non devo affezienarmi a lei più del dovuto. A fine lezione decido di andare a vedere l'appartamento che mi ha affittato mio padre qui ad Oxford e magari cercarmi pure da mangiare, mi dirigo verso l'uscita quando ad un passo dalla porta una mano calda mi afferra per un braccio. Mi volto provando una sorta di curiosità e mi ritrovo davanti quella ragazza alta ma minuta a mio confronto. Ha uno sguardo basso di distacco e i suoi arti tremano come per causa di una scossa sismica -Ti ringrazio per quello che hai fatto prima, se non ci fossi stato tu avrei pestato la testa-lo pronuncia con una tale esilità da farmi quasi tenerezza. È una ragazza veramente fragile e non so come ma questo mi causa confusione, riesco ad avvertire in lei un senso di paura soprattutto ora che si trova al mio fianco. Rispondo frettolosamente -Figurati- ed esco, ma la ragazza non molla e mi segue gridando -Scusa, ho fatto qualcosa di male? Perché non ti fermi? - lo continuo a camminare verso la mia auto sbottando un po' per la seccatura -Cosa vuoi da me?- Elizabeth, o Liz come si fa chiamare, ha già una risposta pronta -Beh innanzitutto come ti chiami?- Mi fermo di colpo. Noi non dobbiamo affezionarci, io non devo diventare suo amico né tantomeno conoscerla -Senti Elizabeth... sono felice di averti aiutata ma ora non dobbiamo diventare marito e moglie ok? - Forse ho esagerato con le parole ed il tono un po' brusco ma per levarmela dai piedi ho dovuto farlo, non può starmi vicina -Ma chi ha parlato di Marito?!Poi chi ti ha detto il mio nome? Volevo sola fare amicizia visto che è questo che si fa ad una scuola ma probabilmente non lo capisci perché vieni da non so che paese dove non insegnano le buone maniere! Allora ciao spocchioso! - Piccola insolente che non è altro, ma guarda te che caratterino, ha un tono cosi autoritario ed un cuore cosi fragile, che si mostri per quello che è, una micetta impaurita -Come hai detto scusa? Fermati ragazzina - Ma lei come se non mi avesse sentito accelera e rientra nell'edificio. Che ragazza piccantina, chissà se il suo sangue lo è altrettanto. Comunque, non ho intenzione di andarle dietro, metto in moto la mia auto e mi dirigo al famoso appartamento spazzando via l'idea di riseguirla e affondare i miei canini in quella così morbida pelle e farle capire con chi è che ha a che fare.

Spirito di Denti di Vampiro🩸🦷Where stories live. Discover now