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Simone e Manuel erano assieme a casa di quest'ultimo quando hanno ricevuto la chiamata dell'investigatore che lo informava di aver trovato il colpevole e all'udire di quel nome, entrambi non potevano crederci.

Nina.

Si, quella Nina.

Quella Nina che entrambi ammiravano come persona e artista, che pensavano fosse membro della famiglia che era nata all'interno del museo.

E sempre assieme, i due ragazzi erano andati in centrale dove li attendeva la detective Colucci, colei che si era occupata delle indagini.

La donna li accompagna in una piccola stanza privata, molto buia, con all'interno solo una scrivania con numerosi fogli e il computer portatile acceso.

"Ci dica, la ascoltiamo" dice Manuel.

Dopo quella piccola discussione che i due ragazzi hanno avuto a causa dello stress di Simone, quest'ultimo si è ripromesso di fidarsi di più di Manuel, coinvolgendolo maggiormente in ciò che stava succedendo e Simone è pronto ad ammettere che è stata la miglior scelta che potesse fare, come se poter parlare con lui di ciò gli avesse alleggerito le spalle di mille tonnellate.

"La vedete quella porta?" Indica una piccola porta di colore bianco alle loro spalle.

Quando i due annuiscono la donna prosegue: "Lei è là dentro. Ho chiamato anche la signorina D'Erme, dovrebbe essere qui a momenti. Quando sarà arrivata avrete a disposizione un massimo di dieci minuti con lei. Potete chiederle quello che volete ma ricordate: tutto sarà registrato. Inoltre, siamo certi che non abbia agito da sola ma-"

Prima di riuscire a terminare la frase, viene interrotta da Laura che entra nella stanza salutando tutti e tre.

Quando entrano, trovano all'interno un tavolo con tre sedie, due su un lato e una sull'altra, su cui siede la ragazza dai capelli biondi ossigenati.

Immediatamente Simone si innervosisce e Manuel, ovviamente, lo nota e lo calma poggiandogli una mano sulla spalla.

Pace.

Mentre Laura e Simone prendono posto difronte alla ragazza, Manuel rimane in piedi dell'angolo, determinato ad assistere a quella scena senza proferire parola.

"Che piacere vedervi ragazzi" ride la ragazza seduta sola su un lato del tavolo.

"Ci piacerebbe dire lo stesso, giuro" Ribatte acido Simone.

"Madonna Simó non fare l'antipatico!"

"Onestamente penso di poter fare l'antipatico quanto voglio con te visto che hai bruciato- letteralmente- tutta la mia vita" sputa il ragazzo.

"Ma che rovinato!" Esclama ironica. "Anche se in realtà, credo di avervi fatto un favore. Parliamo onestamente, quella che voi chiamate arte che tenevate in quel museo era mediocre. Per fortuna i quadri di Manuel e i miei erano in laboratorio e non sono andati bruciati" Sorride la giovane in direzione al riccio che fisso nella stessa posizione le sorride ironico.

Simone vorrebbe picchiarla. Ma non lo fa.

"Ne sei sicura?" Rompe il suo silenzio Laura guardandola con aria di sfida.

Nina é confusa e lo è anche Simone.

"Che vorresti dire?" Ribatte.

"No intendo, sei sicura che i tuoi quadri siano in laboratorio e che siano sani e salvi?"

"Certo che sono sicura. Perché avrebbero dovuto essere dentro al museo?"

"Hai controllato?" Domanda veloce la bionda.

"No... Scusa tanto Laura, ma non capisco dove stai andando a parare"

In quel momento la ragazza si alza, si sistema le pieghe della gonna nera aderente che indossa e inizia a camminare per la stanza.

Manuel non sa di preciso cosa sta per succedere, ma conosce la ragazza e ha una grande voglia di urlare "Sipario!"

"Sai, venerdì pomeriggio, prima che ci facessi questa grande sorpresa." Sorride falsa. "Ti ho sentito parlare al telefono. Ma non in un posto usuale. Anzi, non mi sembra che io e Simone abbiamo mai detto a te o agli altri artisti che lo sgabuzzino al secondo piano, quello vicino al nostro ufficio, fosse aperto a voi. O no, Manuel?"

Il riccio incrocia le braccia al petto e dice: "Non sapevo nemmeno esistesse"

"Esattamente"

La ragazza continua a camminare a parlare.

"Ti ho sentito parlare con un ragazzo che, per mio dispiacere, conosco anche abbastanza bene, Mimmo."

Simone gela.

Manuel gela.

Nina gela.

"E nonostante io abbia capito poco di quella conversazione, ho capito che quella notte, tra le 2:30 e le 3 avevi intenzione di fare qualcosa di orribile al nostro museo"

Ora Laura ha le braccia tese e appoggiate al tavolo con uno sguardo assassino negli occhi puntati in quelli dell'altra.

"E poi, casualmente, ho realizzato che c'era veramente troppo poco spazio in laboratorio e ho deciso di spostare i tuoi quadri in museo. Spero non ti sia dispiaciuto" Ghigna soddisfatta.

Nina ha ora la bocca semi aperta, sconvolta per la rivelazione della ragazza. Gira la testa per osservare il sorriso stampato sul volto di Simone e il ghigno malefico sul volto del ragazzo che ama, Manuel.

Laura riprende posto sulla sua sedia e siede sicura con le gambe accavallate.

Simone gira la testa verso di lei e chiede: "Hai avvisato tu i pompieri?"

"Ovviamente Simone"

E in quel momento il moro sorride come non ha fatto per molti giorni.

Brucia stronza, pensa.

Manuel riconosce quello stato di serenità dalle spalle del ragazzo, e sorride.

People Gallery 🖼️~ SOCMED SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora