Non proferì parola, aspettando che finissi il caffè prima di chiedere "Quale è il tuo malessere?"

Trasalii a quella domanda. Guardai l'uomo, che sembrava aver parlato più alla pioggia che non a me.

"Ho perso mio fratello" risposi anche io alla pioggia. Poi mi chiesi per quale motivo avessi detto a lui, uno sconosciuto, una cosa così intima. L'uomo alzò impercettibilmente le spalle "Solitamente parlare con li sconosciuti è più semplice e, ad ogni modo, se sei qui è perché è qui che vuoi essere."

Lo guardai allibita. Poi pensai alle sue parole. Un tempo non troppo lontano sarei rimasta affascinata dalla situazione, sarei corsa a raccontarlo ad Andrei e lui mi avrebbe preso in giro per giorni. Ma Andrei non c'era più ed io ormai credevo in ben poche cose. Sospirai e guardai nuovamente la pioggia. 

"Lei crede che io sia qui per un motivo ben preciso?"

Annuì "Io credo che tu sia qui perché devi liberare il tuo spirito da quello che lo sta divorando. Naturalmente la scelta è solo tua, io ti ho offerto del caffè e un po' del riposo di cui hai disperatamente bisogno. Ora che hai trovato questo posto sarai sempre in grado di ritrovarlo. Torna quando vuoi, se lo vuoi o se ne sentirai il bisogno. Ora ti auguro una buona notte ragazza, anche io ho bisogno del riposo dei giusti" e sparì silenziosamente dentro la struttura mentre io mormoravo un sincero "grazie" alla pioggia, per poi alzarmi ed incamminarmi lentamente verso casa.

Ora

Ed eccomi qui, davanti alla mia ormai seconda casa. Quasi mai la frequentavo in qualità di palestra, ormai venivo più che altro per fare visita al Maestro e per godere di un po' di quella pace che queste pareti mi donavano. Mi avvicinai alla porta e il Maestro la aprii sorridente.

"Ma guarda! La mia Micaela chan si è ricordata di me!" mi inchinai in segno di rispetto e poi sorrisi. 

"Non potrei mai dimenticarla Maestro, come ben sa sono di memoria corta, ma alcune strade non si possono perdere" l'uomo fece una risata contenuta.

"Non riuscirai mai a rispondere se non a tono, vero? Ah, ma anche questa è una caratteristica che ti rende preziosa Micaela chan". Mi fece cenno di seguirlo all'interno, dove vidi Alia allenarsi con Lorien. Erano arrivati dopo di me e avevano trovato, come me, la loro pace nel frequentare questa palestra che più che il corpo, curava l'anima.

"A cosa devo la tua visita, Mica?" quando eravamo soli il Maestro mi chiamava in modo informale, come facevano anche i miei amici. Davanti agli altri allievi non lo faceva mai; io ero la candidata a successivo Maestro della Pagoda e dovevo mantenere il mio status davanti agli altri allievi, come anche davanti agli altri Maestri.

"Stanotte ho sognato ancora" sospirai stanca "non riesco a riposare nemmeno dopo turni di tre giorni, allenamenti sfibranti e la meditazione serale. E poi questa volta è stato diverso" aggrottai le sopracciglia preoccupata.

"Diverso in cosa Mica?" mi guardò interessato.

Raccolsi le idee poi spiegai "Anzitutto era più dettagliato, mi sembrava quasi di essere lì realmente, come se tutto stesse accadendo di nuovo. Sentivo anche il suo tono divertito mentre esprimeva la sua soddisfazione nell'aver sfregiato la mia schiena tatuata. Sentivo il suo respiro mentre me lo diceva. Sentivo il sangue..l'odore del sangue, il sapore in bocca come allora" mi fermai. Guardai il Maestro indecisa, non sapendo come spiegare la sensazione che avevo provato, vergognandomene in parte. Presi un profondo respiro. 

"Ho provato piacere mentre assaggiava il mio sangue".

Lo dissi tutto di un fiato, con tono incolore, mentre dentro ero mossa da una tempesta di emozioni che stava spazzando via tutta la parvenza di serenità faticosamente ritrovata. Ecco il vero motivo che mi aveva condotto lì.

Ali di sangue (Saga di Sangue libro I)Where stories live. Discover now