3.4 Indigeno di Danimarca

Start from the beginning
                                    

«Fingere di seguire danza non è stata una buona idea.»

Roy l'aveva messa al corrente dei rischi tempo addietro. Durante il periodo natalizio, aveva colto lui stesso il sospetto negli occhi di Muriel. Interrogata la figlia sullo spettacolo imminente, aveva ricevuto una risposta sbrigativa davvero poco credibile. Roy si era visto costretto a mentire per lei, confermando che l'evento era stato annullato. Ma sapeva che non l'avevano spuntata. 

«Il signor Rankin le ha raccontato dell'impegno con cui Kamini si è esercitata, per poi beccarsi un febbrone a due giorni dal balletto di Natale.»

Come c'era da aspettarsi, Rhodina disse che la signora Fairbairn era uscita dai gangheri per la delusione e si era vergognata di avere una figlia tanto bugiarda e sconsiderata. 

Rhodina lanciò la cravatta per aria e la riprese al volo.

«Da anni cerco di saltare le attività dei clan, i laboratori e il resto. Forse è ora di farla finita. Ho letto da qualche parte che in Italia non hanno tutte queste cose, che molti tornano a casa all'ora di pranzo e ci restano. Beati loro, eh? Te lo immagini uscire da scuola e andare a mangiarsi un bel piatto di pasta? Che invidia.»

«Sarà per questo che trovano il tempo e la capacità di viaggiare in altre dimensioni», scherzò Roy.

«Almeno a te le cose vanno bene. Non sei stato costretto.»

«Che vuoi dire?»

«Nessuno ti ha forzato a tornare agli allenamenti.»

Lui annuì.

«Roy, sono nei guai. Devo trovare qualcosa che accontenti entrambe, che possa piacermi e in cui me la caverei. Non sopporto più quel suo fastidiosissimo muso lungo.»

Roy fu attraversato da un lampo di genio e guardò in su come se gli fosse letteralmente caduto addosso. Abbassò su di lei un malizioso sorrisetto:

«Una cosa in cui sei davvero brava ci sarebbe. Ed è passato abbastanza tempo per tentare di convincere i tuoi a tornare sui loro passi.»

Rhodina gli riservò un'espressione minacciosa; ma il monito a non riaprire quella ferita fu contraddetto dal luccichio improvviso negli occhi.

«Da qualche tempo a questa parte ripenso più del solito a quanto mi facesse felice. Ma i miei non cambieranno idea. E poi hanno dato via l'intero set.»

Anche Roy aveva nostalgia di quella breve parentesi. Due anni prima il padre di Rhodina aveva aveva visto nel nuovo interesse sportivo una duplice speranza: regolare la natura selvaggia della figlia e far di lei una campionessa olimpionica. Persino Muriel fu convinta, anche se con qualche reticenza. Ma quello che era cominciato come un esercizio disciplinato, praticato in sicurezza e supervisionato come qualsiasi sport, non aveva che rinforzato la natura ribelle di Rhodina.

Roy aveva conosciuto la sua notevole precisione di tiro. La prima marachella consistette nello scagliare una freccia nel giardino del bisbetico vicino di Roy, il "vecchio" Stralachlan; una sfida a entrare nel giardino a riprenderla senza essere visto. Roy, provetto malandrino, era riuscito nell'impresa, anche se per un soffio: il cane si era lanciato al suo inseguimento mentre lui scavalcava il cancelletto, allertando così il padrone che qualcosa non andava. Roy e Rhodina erano corsi a perdifiato fra urla e risate,  le rauche invettive dell'anziano signore che venivano lanciate contro di loro come anatemi. 

Ma ogni malefatta infantile arriva a un punto d'arresto. Una mattina d'estate, si erano messi in cammino fino al lago portandosi dietro arco, frecce e lattine di Irn Bru. Dopo una gara di rutti - conclusa con una stretta di mano e complimenti vicendevoli - avevano bersagliato le lattine, divertendosi a riposizionarle di volta in volta in punti via via più difficili. Dopodiché, eccitato dalla bevanda e incoraggiato dalla propria ingenuità, Roy aveva avuto la geniale idea di sistemarsi una lattina in bilico sulla testa.

Amici Perduti. Libro Primo - Parte 1 [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now