Capitolo 63: Apnea

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«Scusate il ritardo, ragazzi. Ma quando piove è impossibile fare un passo.» disse Gregory, posando il borsone accanto a quello dei suoi compagni e levando la felpa per rivelare anche lui una canotta bianca che mostrasse una parte di petto non più ammaccata dal proiettile che aveva preso la placca ad Appleton.

Anche lui sarebbe dovuto ritornare in carreggiata con gli esercizi, visto che la respirazione era diventata faticosa a causa di quel dolore lancinante che aveva provato ogni qual volta aveva tentato a fare ciò cui involontariamente era dotato il suo corpo, come l'atto in sé della respirazione. Tuttavia i suoi occhi non smisero di vagare all'interno della sala colma e stracolma di attrezzatura; c'era pure un piccolo sottofondo musicale, ma oltre al suono metallico dei pesi e ai passi concitati della corsa di Sully, non c'era nient'altro se non i loro respiri sotto sforzo.

«N-Non preoccuparti. Quinn è qui dalle sei del mattino. Ha fatto cardio e poi non si è schiodato da quella panca.» osservò Jake, dopo aver finito una serie ed iniziarne un'altra senza prendere una pausa.

Gregory forzò un sorriso per niente sorpreso, anche perché dalla risposta grugnita di Kyle, poteva già immaginare quanto fosse nervoso per le notizie che aveva dovuto sopportare. Non sbagliò nell'anticipare che l'aria che si respirava là dentro era stranamente fredda e tesa. Quando avevano saputo del fatto, Sully e Kyle erano stati coloro che avevano mostrato più rabbia per aver perso il caso e non poter più intervenire per fermare i due russi; mentre Gavin e Liam avevano abbassato le spalle con rammarico e rassegnazione, lui e Jake avevano provato a trovare una giustificazione, qualsiasi cosa potesse dare ragione alla scelta del Direttore Simmons, ma fondamentalmente non c'era nulla da giustificare. Erano sicuri che anche Dave l'avesse pensato: solo loro potevano competere con le due personalità instabili e pazzoidi di Dimitri e Iari. Li avevano affrontati una volta; potevano affrontarli di nuovo. Se con la CIA, con Dave e Noah, i russi avevano vinto, contro l'inefficienza dell'FBI lo avrebbero fatto ad occhi chiusi. E loro avrebbero dovuto stare lì ad allenarsi per evitare di prendere a pugni qualcuno.
Se stava fermo Dave, dovevano stare fermi anche loro.
Non c'era molto da scherzare, non c'era molto da dire e non c'era nulla di cui parlare, quando l'unico pensiero fisso del Team Bravo fosse legato alla perdita e a chi non era presente lì con loro.

«Avete visto Dave?» arrivò la sua fatidica domanda.

Jake lasciò andare la sbarra, sedendosi malamente sulla panca per riprendere fiato. Si passò la maglietta sul viso per asciugare i residui di sudore e curvò la schiena, cercando la borraccia. «La sua macchina è qui, ma nessuno l'ha visto. Dicono che sia arrivato circa mezz'ora fa.»

«Probabilmente è in piscina. – Gavin passò il manubrio dalla mano destra alla sinistra. – Ho visto alcune reclute abbandonare la sala interna, perché si sono sentite folgorate dalla sua presenza.»

«Starà sicuramente nuotando da solo.» aggiunse Sully, fermando il tapis roulant per scendere ed afferrare al volo la seconda borraccia che Jake aveva preso dalla sua sacca.

Gregory si strinse nelle spalle, volgendo uno sguardo alla porta alle sue spalle con aria combattuta, finché non gli arrivò una pacca che lo riportò sulla realtà. Il cecchino lo stava guardando serioso, il fiato ansante.

«Sai meglio di me che non è il caso di disturbarlo.»

**

Quando i suoni esterni gli davano fastidio e niente poteva tentare di placare la tempesta che albergava dentro di lui, Dave preferiva immergersi in acqua ed entrare in apnea.
Incominciava con una nuotata, un modo per allenare i polmoni ed abituare il respiro all'ambiente acquatico, passava da un estremo a un altro della vasca, dopodiché decideva di aumentare la difficoltà con qualche peso, immaginando di non essere in costume da bagno, con quell'unico pantaloncino nero, ma con un'intera divisa addosso, armi e attrezzatura. Continuava a nuotare, a nuotare, fino a quando non sentiva le braccia bruciargli dallo sforzo enorme e le gambe chiedere un momento di pausa. Ma allo stesso tempo, doveva ricaricare, fermarsi e pensare.

MIND OF GLASS: OPERATION Y [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now