𝐗𝐗𝐕 - 𝐁𝐮𝐭𝐭𝐞𝐫𝐟𝐥𝐲𝐬

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Mentre il sole calava all'orizzonte, Maya ed io ci scambiammo carezze e parole dolci, promettendo di trovare più tempo per noi stesse in futuro. E così, sotto l'ombra dell'albero secolare, il nostro legame si rafforzò ancora di più.

Maya si distese sulla coperta, con il suo sguardo ancora fisso su di me. «Mi fai sentire così completa, Lucille,» confessò, con un sospiro di gratitudine.

Le sorrisi teneramente, accarezzandole dolcemente la guancia. «E tu riempi il mio cuore di gioia ogni giorno,» risposi perdendomi negli occhi di Maya.

Con un gesto gentile, Maya prese la mia mano e la portò alle labbra, baciandola con delicatezza. Il contatto tra di noi era carico di intimità e passione, e il desiderio ardeva tra noi come un fuoco che non poteva essere soppresso.

Mi avvicinai ancora di più, i nostri corpi colmavano lo spazio tra noi mentre ci abbracciavamo con fervore. Il calore del nostro amore ci avvolse, creando un'atmosfera di intimità e connessione profonda.

Senza dire una parola, i nostri cuori battevano all'unisono, il ritmo del nostro desiderio pulsante nell'aria circostante. Eravamo due farfalle che si erano trovate, unite in un abbraccio appassionato che nessuna forza avrebbe mai potuto spezzare.

E così, sotto il cielo dipinto di rosa e arancione, Maya ed io ci perdemmo l'una nell'altra, trovando conforto e felicità nel calore del nostro amore appena nato.

Maya si accoccolò accanto a me sulla coperta, guardando il cielo serale con un'espressione pensierosa. «Sai, Lucille, la mia passione per la musica è iniziata molto tempo fa,» cominciò a dire, il tono della sua voce morbido e carico di nostalgia.

Sorrisi, incuriosita. «Davvero? Raccontami.»

«Beh, fin da quando ero bambina, la musica e la poesia sono sempre state una parte fondamentale della mia vita,» disse Maya, riflettendo sui suoi ricordi. «Ricordo di essere rimasta incantata dall'armonia delle note e dalla bellezza delle parole fin da quando mio padre mi cantava le ninne nanne al pianoforte.»

Annuii, ascoltando con interesse.

«Ma il momento in cui ho davvero capito di avere una passione per la musica è stato quando ho scoperto un vecchio violino nel ripostiglio di mia nonna,» continuò Maya, con gli occhi che brillavano di emozione al ricordo. «Era così antico e impolverato, ma quando ho tirato fuori quelle corde e ho sentito il suono che ha emesso... è stato come se una nuova parte di me si fosse risvegliata.»

Sorrisi accarezzandole un braccio, affettuosamente. «Deve essere stato un momento incredibile.»

«Sì, è stato magico,» ammise Maya. «E da quel giorno in poi, ho saputo che la musica sarebbe stata una parte inseparabile della mia vita. Mi ha aiutato a esprimere le emozioni che non riuscivo a mettere in parole, a trovare conforto nei momenti difficili e a celebrare le gioie della vita.»

Le strinsi la mano con affetto. «È meraviglioso.»

Poco dopo ci ritirammo nella tranquillità di casa mia, lontano dal trambusto della città. Sedute accanto al fuoco scoppiettante, ci godemmo la serenità della notte stellata.

«Sei bellissima come la notte stellata di Van Gong,» dissi guardando profondamente Maya negli occhi.

«Dillo ancora, Luci,» disse lei accarezzandomi il braccio con affetto.

«Ti amo.» Dissi con sincerità.

«Ti amo anch'io, Lucille.» Ricambiò e poi mi baciò intensamente, un bacio lento che sembrava non finire mai.

«Sai, mio nonno era appassionato di musica,» disse improvvisamente dopo un po'.

«Era?»

«Sì, era. È morto quasi due anni fa» rispose Maya con un sorriso tenero. «Era un musicista dilettante, e la sua musica riempiva la nostra casa di vita e di gioia. Ma da quella volta che mi ha dato quel grammofono, mi ha detto qualcosa di speciale.»

Bᴇʏᴏɴᴅ Tʜᴇ Nᴜᴀɴᴄᴇs Where stories live. Discover now