Capitolo 57: Risposta inaspettata

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«Non capisco perché Dave abbia rifiutato il nostro aiuto, però...» colmò la musica di sottofondo il tono calmo, ma preoccupato di Gregory; i suoi occhi verdi si erano persi sul fondo della bottiglia di birra, dove il liquido non faceva altro che girare e rigirare a causa della sua mano in perpetuo movimento. «Dimitri e Iari sono prima di tutto dei soldati, oltre ad essere dei disertori. Da solo, con il ragazzo, come può affrontarli?»

Era una domanda che non aveva abbandonato la sua testa da quando la riunione era finita. La prima cosa che aveva fatto quando Dave aveva finito di parlare con il Direttore sulle sue successive mosse, era stato alzarsi in piedi e seguirlo fino ai corridoi per parlargli in privato. Le parole che l'amico aveva ribattuto alla sua domanda, alla sua offerta di concedergli quanto più supporto, gli avevano colpito il cuore con una scossa che non aveva smesso di torturarlo; nemmeno in compagnia dei suoi compagni aveva trovato conforto. E quando aveva chiamato sua moglie Claire, le erano bastate solo due parole, a quest'ultima, per capire che ci fosse qualcosa che non andava in lui; non poteva farci nulla. Quando si trattava di Dave, la sua volontà si accendeva, alimentata da un sentimento di apprensione che non era in grado di fargli distogliere la mente da ciò che era rimasto impresso nel suo passato.

«Hai sentito quello che ha detto alla riunione?» Sully si spaparanzò sui sedili al muro, sollevando la gamba per poggiare la caviglia sul ginocchio e distendendo il braccio sulla spalliera, quasi ad arrivare a circondare la schiena di Jake, il quale si staccò immediatamente per poggiare i gomiti sul tavolo con una mano davanti al viso. «Vuole cercare di capire quale sia il loro scopo, evitando uno scontro diretto. Hanno preso dei file criptati, quindi basta che Noè faccia le sue cose da hacker, dopodiché entreremo in gioco noi se la situazione lo richiede. Il boss sa quello che fa.»

«Ma perché lo chiami Noè? Meno male che non è qui, altrimenti ti sputerebbe in faccia.» borbottò Jake.

«L'agente Finley non è di certo un ragazzo sprovveduto. Abbiamo visto come è stato in gamba ad Appleton e in treno – aggiunse Liam con tranquillità. – Non potrà sostenere il Capitano sul campo, ma gli spianerà la strada.»

«Sono d'accordo. – lo sostenne il secondo in comando. – Anche se...» mormorò sottovoce l'ultima parte, picchiettando le dita contro il vetro.

«È un peccato. Avrei voluto conoscere quei due russi e dargli una lezione. Tanto per dire loro: "Bene, brutti pezzi di merda, avete nuovi soldati da eliminare. Vediamo se con me i vostri giochini funzionano!"» Kyle si pressò le nocche con enfasi, raschiando la voce.

«Morto in due mosse.» dissero Gavin e Jake all'unisono.

«Morto in due mosse.» concordarono Liam e Gregory.

L'energumeno grugnì con uno sbuffo infastidito. «La vostra è solo invidia.»

Sully soffiò all'insù, scostando il solito ciuffo che teneva libero dalla crocchia bassa. «Scherzi a parte...Quei due russi sono persone pericolose. I nostri fratelli sono caduti a causa di una missione che abbiamo accettato tutti insieme.»

«Dave ha continuato a ripetere che lui ci ha coinvolti in questa storia da diventare dei bersagli. – aggiunse Jake, turbato. – La verità è che abbiamo scelto tutti quanti questo rischio, io in primis: ero comunque un estraneo del Team Alpha. Se avessi lanciato la granata più vicino a Dimitri, forse sarebbe morto... Ma non dovrei nemmeno pensare queste cose.»

«Non dovresti, infatti.» lo ammonì Gavin, libero dalla medicazione che teneva il braccio fasciato di fronte al petto. «Avete fatto quello che avremmo fatto anche io, Quinn e Liam, se ci fossimo ritrovati al posto vostro. Troppa frenesia, troppa improvvisazione. Siete passati dal sorridere e scherzare con delle persone a doverle uccidere.»

MIND OF GLASS: OPERATION YWhere stories live. Discover now