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Al termine dell'arrampicata si trascinò in un punto nel quale la roccia lasciava il posto all'erba soffice, stanca. Osservò i palmi delle sue mani: erano sbucciati e sanguinanti, così come i piedi - rigorosamente scalzi.

Sentendosi osservata, si voltò.
Un paio di piccoli occhietti scuri la squadravano con superiorità. «Hai lasciato il Picco della Luna», sibilò Arik.
«Vero?»
Kira abbassò lo sguardo.
«Ma guardati! Sembra che...», sbuffò lui. «La tua aquila fuggirà alla tua vista».
I capelli arruffati e gli arti sporchi e insanguinati le davano un aspetto terribile... Ma sinceramente, se l'aquila fosse scappata, non le sarebbe dispiaciuto affatto: la Sacra Cerimonia sarebbe stata annullata.
Inutili erano le sue fantasie, però, considerando che se non si fosse sbrigata, il suo destino avrebbe preso una piega indesiderata.
«Io... Non voglio», improvvisò allora. Arik non le permise di finire: «Tu devi!».
«Ma...», cercò di obiettare. Il Capotribù sollevò le mani, agitando nervosamente le braccia. «Non c'è tempo!», esclamò. «Le aquile sono impazienti e la Sacra Cerimonia deve iniziare!».
Si allontanò a grandi passi e suonò il corno, chiamando a raccolta tutta la Tribù.

L'anziana sciamana Hyasa, che arrancava aggrappata ad un bastone nodoso sul quale era china, era seguita da Niala, l'aquila di Arik. La folla si spostava per lasciarla passare; dietro di lei Ivy e il suo primogenito Nejl trascinavano un grosso cervo.
Kalina, la migliore amica di Kira, giunse un attimo dopo: anche lei compieva allora sedici anni.
Rimase tra le braccia di Aarax per un po', mentre lui la incoraggiava, poi raggiunse l'amica. Kalina ed Aarax, da ormai un anno, erano fidanzati. Lui, con i suoi capelli dorati e gli occhi verdi, era il ragazzo che tutte sognavano.
Tutte tranne Nemis e Kira.
Nemis era la sorella di Kalina ed era la versione antipatica di quest'ultima.
Sia lei che Kira avevano un debole per Shane. Alto, moro, con gli occhi di ghiaccio, era il fratello di Aarax. Ma era evidente che a lui piacesse Nemis.
Shane arrivò poco dopo. Stanco ed affaticato, si avvicinò al Capotribù. Era evidente che avesse qualcosa di importante da dire, ma Arik lo respinse, spazientito. «Liberate le aquile!», ordinò quando il ragazzo si fu allontanato.
Decine di rapaci con le ali spiegate si librarono in cielo. Kira e Kalina le osservarono compiere ampie giravolte, fin quando una di loro si fermò ai piedi di Kira. Chinò la sua testa bianca di lato per osservare la ragazza, che tese il braccio per invitarla a salire. Ma il rapace rimase lì dov'era, a scrutarla. Il suo sguardo penetrante la fece rabbrividire.
Lanciò un'occhiata a suo padre, che annuì fieramente. Ah, si disse Kira, allora quello sguardo significava che la accettava come compagna? Che strane, le aquile.

Ma tutta la Tribù aveva gli occhi puntati su Kalina. Infatti, nessun'aquila era scesa davanti a lei.
Hyasa richiamò con un fischio le aquile, ma queste non risposero.
Kira si accorse che Kalina stava tremando. I suoi occhi erano velati e il suo sguardo assente.

Aarax la raggiunse velocemente e la afferrò per le spalle appena prima che lei cadesse e la scosse. «Stai bene?», le chiese. Lei annuì.
La sciamana la prese per mano, portandola nella capanna nella quale la sciamana viveva.
Kira guardò la sua aquila, chiedendosi perché quella di Kalina non fosse venuta.
Solo allora notò che dal becco dell'aquila pendeva una catenella argentata.
Tese la mano per prenderla, ma qualcun'altro la precedette: voltandosi, vide che era stato Arik.
«Senza l'aquila di Kalina non posso permettere che ci sia nessun tipo di legame tra te e quest'aquila. E se fosse la sua? Se fosse un errore? Avrai la tua aquila quando anche Kalina avrà la sua».
Dalla catenella pendeva un ciondolo ametista che si frantumò quando Arik la gettò a terra schiacciandola con il piede.
A Kira mancò il respiro. Improvvisamente le doleva il petto, tutti i movimenti sembravano rallentati. Era come se una parte di lei le fosse stata tolta.
D'improvviso tutto le fu chiaro: Kalina stava provando la stessa cosa.
Forse quel ciondolo aveva a che fare con ciò? Se sì, doveva trovare quello di Kalina.
Ma come?, si domandò.
Poi la vista divenne sfocata, le gambe le cedettero. L'ultima cosa che vide furono gli occhi di Shane.

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Si risvegliò nella sua stanza, nel suo letto, a palazzo. Sul davanzale della finestra, all'esterno, c'era l'aquila. Aprì il becco e sulla finestra appannata comparve la sagoma di una tigre.
Forse era la risposta all'enigma del ciondolo?
L'aquila le fece cenno di seguirla e prese il volo.
Kira si alzò per aprire la finestra, facendole cenno di aspettarla.
Allora udì la voce di Shane: «Con chi stai parlando?».
La ragazza si voltò di scatto, richiudendo la finestra. «Cosa ci fai tu?», ribatté lei.
«Ti ho portato io qui. Ecco, ho risposto alla tua domanda. Ora tu rispondi alla mia».
Kira spiegò: «Parlavo con l'aquila».
«L'aquila?», ripeté lui. «Quale aquila?».

La ragazza guardò fuori dalla finestra. L'aquila era scomparsa.


N.d.A.

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Wilderness | A Shadow In The Hearts Of WarriorsWhere stories live. Discover now