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Pov Sara
La sveglia suonò alle 6.30, ma io proprio non ce la facevo ad alzarmi. Ero stanchissima e morivo dal dolore, non mi sarei aspettata una punizione così dura da Matteo. Non sarei riuscita a resistere a una giornata di scuola stando seduta per cinque ore. Avevo dormito anche da Matteo e questo voleva dire doversi sbrigare per arrivare alla fermata più vicina per prendere l'autobus e io in queste condizioni avrei preferito morire. "Buongiorno peste, come ti senti?" a quanto pare la suoneria della mia sveglia lo fece svegliare "malissimo non riesco ad andare oggi" e mi lasciai andare a un pianto dovuto al dolore e alla frustrazione che non mi abbandonava. Lo sentii sospirare e rimanemmo in silenzio per un po'. "Facciamo così, ora ti porto una bella colazione con la tua torta preferita, un antidolorifico e mettiamo una pomata anestetizzante. Che ne dici mh?" Non capiva, io a scuola non ci volevo andare, sarebbe stata soltanto una tortura. Negai con la testa continuando a piangere e rimanendo in silenzio. "Sara devi fare quel compito, a che ora lo hai?" Mi disse accarezzandomi la testa "In prima ora" mi uscì più come un sussurro. "Allora ti accompagno io a scuola e appena finisci il compito ti riporto a casa, potrebbe andare bene?" Rimasi sorpresa e annuii con la testa "ma tu non dovevi lavorare?" Come avrebbe fatto ad andare in ufficio? "No peste, hai bisogno di me oggi lavorerò da casa." Mi disse dandomi un bacino a stampo. Fu di parola, mi portò una colazione meravigliosa, mi medicò di nuovo e mi aiutò nel prepararmi. Ogni movimento che facevo mi faceva sentire una fitta di dolore in tutto il corpo e non riuscivo a smettere di piangere. "Sara vieni che entriamo dentro la macchina su, stiamo facendo tardi" annuii soltanto, mi sentivo dolorante e incazzata perché nonostante tutto mi stava portando lo stesso a scuola, che stronzo, non mi permetteva neanche in quelle condizioni pietose di stare a casa a riposarmi. Per tutto il tragitto rimanemmo in silenzio, secondo me aveva capito quello che stavo pensando ma per mia fortuna fece finta di niente. Arrivata a scuola mi accarezzò i capelli e mi diede un bacino "Buon compito, vai su" rimasi a guardarlo, stava facendo veramente? Non mi mossi di un millimetro, non volevo andare ad affrontare una giornata di scuola in questo stato "Sara stai per fare ritardo, scendi e vai in classe" lo guardai con occhi lucidi "Rimango parcheggiato qui, appena finisci andiamo a casa peste" e mi diede un abbraccio e tanti bacini sulla fronte. Amavo sentirmi coccolata da lui, mi dava un senso di protezione meraviglioso. "Va bene" abbozzai un sorriso e uscii dalla macchina. Un'ora e mezza dopo finii e come mi aveva detto, lo ritrovai proprio lì dove mi aveva lasciata e incosciamente sorrisi. Appena entrata in macchina mi diede un bacino a stampo "Andata bene?" mi chiese sorridente "Speriamo". Arrivati a casa mi misi di nuovo il pigiama mentre lui mi sistemava il letto "Se non sei ancora arrabbiato con me mi potresti fare le coccole per favore?" gli chiesi titubante "Certo, vieni qui, te le faccio fino a quando non ti addormenti e poi vado a lavorare" mi prese in braccio e cominciò ad accarezzarmi dalla testa alla schiena mentre io nascondevo la mia faccia tra l'incavo del suo collo e con le dita giocavo con i suoi ricci. Questa posizione mi ha sempre rilassato tantissimo e come tutte le volte mi addormentai tra le sue braccia serena. Matteo non soddisfava solo me ma era capace di farlo anche con la bambina che viveva dentro di me.

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