"É già ora di andare? Pensavo stessi ancora dormendo"
"Avevi detto tu che sarebbe stato divertente, almeno per una serata voglio semplicemente divertirmi"
"Questo si che è lo spirito giusto! Andiamo su, non perdiamo altro tempo"

Arrivate a destinazione, vedo le mie nuove amiche aspettarmi al luogo concordato.

"Ehy ragazze!"
"Eden alla fine c'è l'hai fatta a venire!" Dice Davina.

Il posto è gremito di studenti che ballano al ritmo della musica, altri ancora bevono.
Non so cosa aspettarmi da questa festa, dopotutto è la prima a cui partecipo; per quelli della mia età sono considerata quella 'strana oppure la secchiona' sempre china sullo studio, voti impeccabili in pratica un futuro assicurato ad Harvard o anche a Yale.
Tutto ciò spezzato in un singolo e fatale momento, così come uno specchio si infrange al suolo e si riduce in mille pezzi, nello stesso modo la mia vita cambió.
Tra la folla di persone scorgo Jecob e il suo gruppo, con loro ci sono anche delle ragazze vestite in modo abbastanza provocante.
Per scherzo del destino l'oggetto della mia attenzione volge lo sguardo verso di me, ci osserviamo per minuti che sembrano ore, finché lui decide che avrebbe fatto lui il primo passo.
La sua figura importante si stava piano piano avvicinando, si muoveva cautamente verso di me, come se in qualche modo avesse paura che me ne andassi.
Il suo sguardo era fisso su di me, quasi a incatenarmi ai suoi.
Ad un certo punto la sua figura si trova a pochi passi da me. In modo quasi naturale le mie guance si arrossano.

"É un piacere rivederti principessa, vuoi qualcosa da bere"
"Molto volentieri Guerrera, allora prendo quello che prendi tu"
"Aspettami qui, arrivo subito"
Detto ciò scompare chissà dove.

"Ti rendi conto e Jecob Guerrera ti ha appena offerto da bene?" Dice Davina
"Vedo che hai già fatto conoscenza del ragazzo più ambito di tutto l'istituto" incalza Merilyn
"Ragazze mi ha solo offerto da bere, mica me lo devo sposare" sentenzio
"Accidenti Davina! Sta tornando aaaaa"

Avevo già capito fin da subito che Jecob era il tipo di ragazzo che non passava inosservato uno di quelli che non dimentichi facilmente.
Mi porge il bicchiere di plastica rosso invitandomi a bere un sorso.
L'odore della bevanda é molto forte quasi da svenimento, sembra di bere alcool puro.

"Ti va di ballare? Oppure preferisci stare in panchina?"
"Accetto il tuo invito" dopotutto io ero qui per divertirmi.

Mi porge la mano, facendo attenzione a non farmi inciampare in una radice, ha una presa ferrea e possente, che mi fa sentire al sicuro da  tutto e tutti; ci dirigiamo verso la pista da ballo improvvisata, dove confluisce la maggioranza dei presenti.
Lui si posiziona dietro di me, cingendomi i fianchi in una presa abbastanza altrettanto forte.
Balliamo a ritmo della musica senza mai separarci, ogni ragazzo che provava ad avvicinarsi veniva prontamente folgorato dallo sguardo glaciale di Jecob.
In qualche modo mi sentivo rassicurata dalla presenza del ragazzo che conoscevo da neanche un giorno.
Le sue labbra iniziano a depositare umidi baci sul mio collo, la presa sui miei fianchi si fa ancora più stretta. Ero completamente in balia di Jecob.
Per quanto la mia volontà fosse forte, non riesce o non vuole comandare al resto del corpo di spostarsi, anzi sembra bramare di più da quel corpo ricoperto di inchiostro.

Jecob's pov

Quando la vidi andare via a bordo di quella vettura, la voragine nel mio petto si aprì nuovamente.
Un pensiero si fece largo nella mia testa: forse l'avrei rivista alla festa e pian piano avrei cercato di farla avvicinare a me in modo che si iniziassero a instaurare le prime basi.
Allo stesso tempo però c'era il rischio di perdere il controllo e finire inevitabilmente per marchiarla.
Sicuramente sarebbe scappata terrorizzata.
Ma se stare vicini era rischioso, stare separati era una tortura.
Quando arrivai alla festa venni subito catturato dal suo inconfondibile odore.
Era incredibile come il solo profumo fosse in grado di mandarmi in pappa il cervello.
Avevo deciso, quella sera avrei iniziato a corteggiarla.
I nostri sguardi inevitabilmente si incatenarono l'uno a l'altro per minuti interminabili. Che amara e dolce sensazione. Il solo fatto di averla così dannatamente vicina eppure allo stesso tempo avere il timore di spezzarla con il minimo sforzo mi faceva impazzire.
Lei sarebbe stata mia in un modo o nell'altro. Eravamo un' unico corpo, una sola anima, due cuori che battevano all'unisono, ci appartenevamo l'uno all'altra.
Decido di compiere il primo passo, inizio a camminare verso la sua direzione, attratto come una falena verso di Lei, la mia luce.
La mia figura sovrasta la sua, domandandomi se questa piccola e fragile ragazza sia adatta ad uno come me. Ma ai miei occhi lei è perfetta così nella sua fragile umanità.

"É un piacere rivederti principessa, vuoi qualcosa da bere?" Domando
" Molto volentieri Guerrera, allora prendo quello che prendi tu" risponde sicura
" Aspettami qui, arrivo subito" sentenzio.

Dopo aver preso due drink di vodka, ritorno dalla mia compagna.
Stasera é bellissima, quei capelli mossi lasciati ricadere sulle esili spalle, gli occhi leggermente truccate, il suo odore é una droga per me, ne sono assuefatto.
Porgo il bicchiere a Eden, invitandola a bere.
Poverina mi sa che l'alcol non fa per lei, ha fatto una faccia quando ha assaggiato il liquido nel bicchiere. Decido che è ora di andare a ballare e di conseguenza invito anche lei.

"Ti va di ballare? Oppure preferisci restare in panchina?" Scherzo
"Accento il tuo invito" risponde.

Ogni cosa di lei esprime nobiltà, sono sempre più sicuro che quando sarò Alpha, Eden ricoprirà il ruolo di Luna in modo impeccabile.
Le porgo la mano con fare cavalleresco, la tengo forte per non farla cadere, faccio attenzione ad ogni mio movimento poiché ho paura di farle male.
Ci avviciniamo sempre di più al centro della festa, molti guardano la mia compagna in modo così lascivo che quasi vorrei cavare gli occhi dei presenti.
Mi posiziono dietro di lei cingendola per i fianchi, il solo contatto con la sua pelle mi provoca una scossa elettrica che si propaga per tutto il corpo.
Adesso so com'è fatto il paradiso...
É già un po' che stiamo ballando, il mio auto controllo in questo momento sta venendo meno, temo che presto non riuscirò più a trattenermi.
Le sposto i capelli dall'altra parte, senza accorgermene mi ritrovo a baciarle il collo in modo possessivo, anche la mia presa di rafforza.
Il bruciore degli occhi mi avverte che stavo per perdere il controllo. Dovevo allontanarmi, non potevo anzi mi correggo non devo perdere la presa su me stesso davanti a lei, la mia dolce Eden.

"Ehi piccola mi sono ricordato che devo sistemare una cosa. Tu torna pure dalle tue amiche, ci vediamo Eden" dico

Prima di andarmene però, deposito un casto bacio sulla fronte.
Lei rimane a guardarmi mentre mi allontano, il viso é leggermente rosso, sono contento di avere un certo effetto su di lei.
Ma ora per il suo bene é meglio se mi allontano.

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