«Ti amo.» Con la mano libera gli accarezzò un fianco. «Non so stare senza di te, Lu'...» Gli si spezzò la voce e Luca ne approfittò per zittirlo con un morso. Non aveva bisogno di altre parole.

Cristian lo schiacciò di nuovo contro la porta con tutto il suo peso e Luca sollevò le gambe e gli cinse la vita.

La prima spinta lo fece singhiozzare. Anche senza l'aiuto del lubrificante, l'attrito tra la sua erezione e quella di Cristian era perfetto. Sentirsi premere addosso il suo corpo e avere la certezza di non trovarsi in un sogno era bellissimo, lo faceva tremare.

In quella posizione e senza un preservativo, era ovvio che non sarebbero andati fino in fondo, ma gli parve che non potesse esserci nulla di più bello dei baci che gli marchiavano il collo e delle spinte disordinate di Cristian che continuava a strusciarsi contro di lui. Gli graffiò di nuovo la schiena e tirò indietro la testa, gemendo sempre più forte.

Sul serio, come diavolo avevano fatto ad aspettare così a lungo?

Il piacere era così intenso, amplificato dalla gioia selvaggia che provava, che Luca cominciò a pregare. Ma non voleva arrendersi all'orgasmo, non ancora.

«Cri, ti prego... il letto...»

Lui si fermò e lo fissò, con gli occhi lucidi, febbricitanti. «Ti ho fatto male?»

Luca scosse il capo. «Così non riesco a toccarti.»

Anziché metterlo giù, Cristian lo strinse ancora di più a sé e lo portò fino al letto. Lo depositò sulle lenzuola e si stese accanto a lui, che si era subito girato su un fianco.

Per un istante, nessuno dei due si mosse. Era così strano, dopo tanti anni di amicizia, essere lì, pronti a fare l'amore. Luca si sentiva disorientato, anche se non era mai stato più felice.

Allungò una mano per stringere la sua erezione e Cristian fece altrettanto.

Entrambi avevano avuto qualche storia; Luca non era vergine, sapeva come far godere un partner, ma il modo in cui Cristian faceva oscillare i fianchi per assecondare il suo ritmo gli fece perdere il senno. Il suo cervello si spense e si riaccese solo quando Cristian gli morse un capezzolo e iniziò ad accarezzarlo con più foga.

«Lu'...»

Luca non gli lasciò finire la frase. «Ti amo,» gli ripeté e lo spinse a stendersi sulla schiena. Salì a cavalcioni dei suoi fianchi, si puntellò sulle braccia per riuscire a guardarlo negli occhi e cominciò a muoversi su di lui. Cristian gli sollevò i capelli dal viso e lo baciò con lentezza, soffocando gemiti sempre più spezzati contro le sue labbra arrossate. Anche così, venne con un grido strozzato e per poco Luca non scoppiò a ridere, un po' per la tensione e un po' al pensiero che l'indomani Samuele li avrebbe ammazzati.

Chi se ne frega, si disse. Cristian tremava ancora e lo guardava con un'espressione stravolta e impagabile. Era bellissimo.

Vederlo in quello stato rese Luca più audace.

Senza alcun pudore, si sollevò a sedere e cominciò a toccarsi, offrendogli uno spettacolo che non aveva mai concesso a nessun altro.

Cristian imprecò e parve trattenere il fiato, finché lui non si morse le labbra quasi a sangue. Stava per godere e non voleva mettersi a gridare, ma fu inutile. La mano di Cristian si chiuse sulla sua e dovette arrendersi.

Un attimo dopo crollò, sudato, sul materasso. Cristian lo strinse e gli baciò la fronte, prima di afferrare un lembo del piumino e coprire entrambi.

«Non vale,» cercò di protestare Luca, senza però divincolarsi dall'abbraccio. «Così sporcheremo le lenzuola e mi verrà sonno.»

«Puoi dormire quanto vuoi e domani penseremo al bucato prima di partire,» rispose Cristian, stiracchiandosi.

«No che non posso.» Luca gli picchiettò un dito su una clavicola. «Sono anni che aspetto, non voglio dormire, voglio fare l'amore, un sacco di volte, finché non crolliamo.»

Con una risata, Cristian lo spinse a posargli il capo sul petto e gli baciò di nuovo la fronte. «Abbiano tutta la notte, chi l'ha detto che non faremo ancora l'amore?»

«Ma se vuoi che dorma?» Luca mise il broncio, ma era davvero stanco, ora che la tensione stava scemando.

«Solo per un po',» puntualizzò Cristian con un sorrisetto malizioso. «È una cosa che ho sempre sognato di fare, dormire con te senza vestiti.»

Quell'ammissione lo raddolcì, così Luca socchiuse gli occhi. «Va bene, solo per mezz'ora, e te lo concedo in via del tutto straordinaria perché, adesso che stiamo insieme, potremo fare sesso tutti i giorni.»

«Hai capito l'angioletto con le lentiggini,» rise Cristian, «chi l'avrebbe mai detto...»

Lo stuzzicò, solleticandogli il collo con la punta del naso e poi gli succhiò il lobo di un orecchio. «Faremo l'amore ogni volta che vuoi,» lo rassicurò in un soffio. «Lo sai che puoi chiedermi qualunque cosa e che non so dirti di no. Quando si tratta di te, non capisco più niente, non sono obiettivo e non ci tengo a esserlo. Sei il mio bias, ecco.»

«Il tuo bias?» Luca scosse il capo, divertito. «Non eri troppo boomer per questo genere di cose?»

Cristian si strinse nelle spalle. «Quando si parla di ragazzetti coreani dai nomi impronunciabili sì, senz'altro, ma quando si parla di te no, a quanto pare.»

«Il tuo bias...» ripeté Luca e sollevò la mano, al cui anulare portava la fedina, prima di intrecciare le dita con le sue. «Sai che non mi dispiace? Ci si addice. Io sono il tuo bias e tu sei il mio.»

Non c'era altro da aggiungere, così chiuse gli occhi e si rilassò con il respiro di Cristian che gli solleticava il viso e il battito del suo cuore che lo accompagnava, rassicurante, nel dormiveglia. Eppure, prima di crollare, non poté fare a meno di biascicare: «Solo per mezz'ora, hai promesso...»

Un «Okay, capo!» e una risatina maliziosa furono le ultime cose che sentì prima di cedere al sonno.


GRAZIE: Grazie a tutti i lettori per aver seguito questo piccolo racconto a capitoli con tanto calore  <3

Il mio biasWhere stories live. Discover now