Simone sorride come non faceva da tempo e negli occhi ha quel luccichio che aveva solo prima della morte del gemello.
Dante quasi si commuove a guardare quel ragazzo pieno di coraggio e di amore e si sente grato di poter avere l'onore di chiamarlo suo figlio.
Passano la serata così, a condividere le loro memorie, arricchendo il loro cuore di tanti momenti da conservare con cura.
Simone gli fa mille domande, affamato di conoscere la sua metà mancante e Dante non esita a donargli tutte le risposte che ha conservato per anni e a coccolare il ragazzo, ora che può.
Dopo ben quattordici anni, Simone si comporta da figlio e Dante da padre.
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Sono passati mesi da quando Jacopo è andato a far visita a Simone per la prima volta e, da quando si è appropriato dei nuovi ricordi, sembra che il corvino sia riuscito anche a far pace con sé stesso, a non sentirsi più in colpa per aver dimenticato tutto.
Ha indosso maggiore consapevolezza Simone, più libertà e una leggerezza del tutto nuova che è visibile anche dall'esterno.
Non si è mai sentito così a suo agio all'interno del suo corpo; certe mattine si guarda allo specchio e si domanda come sarebbe Jacopo, come porterebbe i capelli, come si vestirebbe, se si noterebbe la differenza tra i due o se, anche da grandi, sarebbero stati uno la copia dell'altro.
Questi pensieri, questo fantasticare non lo rattrista e non lo dirotta in un vortice di paura e attacchi di panico come accadeva in passato.
Si sente quasi grato, invece, di avere la stessa fisionomia del fratello, di avere qualcosa che lo ricolleghi a lui che nessuno può distruggere.
Si sente quasi in dovere di vivere anche per lui, di far sì che la pesantezza scivoli sempre più via e che si vesta sempre di più di quella leggerezza, tipica di quando erano bambini.
Simone ha ricominciato a sorridere, ora ride sempre e si emoziona anche per i gesti più insignificanti.
Sta imparando ad avere sempre meno paura del mondo che lo circonda, sta imparando ad essere un ragazzo di 17 anni.
Piano piano sta cercando di mostrarsi sempre più vulnerabile e di non pretendere di essere il ragazzo perfetto in un mondo perfetto, in particolar modo con suo padre.
Manuel è lì, ad ogni passo che il più piccolo fa, a guardalo innamorato e a tenergli la mano.
Il loro rapporto è mutato in quei mesi, si è evoluto in qualcosa di più fisico e più intimo di quanto non lo fosse già.
A parole non si sono detti nulla, non si sono dati nessuna definizione e nessun gesto plateale è avvenuto: vivono in un limbo, volendo entrambi fare quel passo in più ma non facendolo mai per paura di recarsi ancora del male come hanno fatto in passato.
Ora si ritrovano seduti sul pavimento della loro camera e, in mezzo a loro, ci sono scatole piene di giocattoli e di vecchie foto: Simone ha deciso che è pronto per affrontare i ricordi tangibili, concreti sapendo di avere la forza necessaria per farlo.
Prende in mano ogni singolo giocattolo e racconta a Manuel tutti gli aneddoti che quel piccolo pezzo di plastica gli ricorda e, nel mentre, cerca qualsiasi segno del passaggio di Jacopo.
L'amico lo guarda, un po' intenerito, agitare le mani e raccontare con gli occhi luccicanti di quella volta in cui stavano giocando a nascondino e si erano rifugiati nella casetta della piscina; il padre non li aveva trovati e loro erano rimasti lì per tutto il pomeriggio, incuranti del mondo esterno e facendo anche prendere un infarto ai genitori che stavano per chiamare la polizia.
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invisible string - simuel
FanfictionSimone comincia a ricordare Jacopo e, piano piano, scopre che un filo rosso che ha la forma di un dinosauro lo collega a Manuel da sempre. OS in 2 parti
