Simone aggrotta le sopracciglia. «Non ho ordinato nulla» commenta.

«Magari è un regalo dal signor Luigi.»

Magari sì. Luigi è solito fargli dei regali senza alcuna occasione speciale, non è niente di fuori dagli schemi. Crede dovrà rimproverarlo quella sera per aver speso altri soldi non necessari; non che a loro manchino, sia chiaro, però certe cose possono comunque evitarle.

Sospira e scrolla le spalle, dopo si scosta dall'uscio per permettere a Raffaele di entrare e posare il pacco.

«Grazie mille per averlo portato su,» dice «da solo non ci sarei riuscito, sembra piuttosto—pesante.»

«Niente di eccessivo.»

Niente di eccessivo per te, ne riparliamo quando superi i quaranta.

Il ragazzo appoggia la scatola a terra e si rimette in piedi con un ampio sorriso.

Simone conosce bene quel gesto e sa che il figlio della portinaia è tanto gentile, ma si aspetta anche sempre qualcosa in cambio per quei gesti; quindi, raccatta il portafoglio lasciato nella tasca del cappotto sull'attaccapanni e recupera una banconota da cinque euro.

«Grazie ancora» esclama, porgendogliela.

Raffaele ne è felice, accoglie la sua meritata ricompensa. «Si figuri, per qualsiasi cosa, sa dove trovarmi.»

Sì, Simone lo sa e ha perennemente pronti i cinque euro per questo.

Lo saluta con un cenno del capo mentre lo accompagna fuori e, dopo, chiude la porta.

Torna ad essere solo, insieme a quel pacco lilla ed enorme. Non ha idea di cosa possa esserci dentro.

L'ultimo regalo da parte di Luigi risale a tre mesi prima: un estrattore per preparare succhi da bere privi di zucchero, giusto per tenere la glicemia sotto controllo.

Dio, è proprio vecchio.

Adesso, comunque, non ha necessità di nulla, per cui non ha idea di cosa possa essere.

La parte buffa è che non ne è poi così curioso, pertanto non si accinge ad aprire la scatola in tempi brevi.

Prima finisce il tè, legge qualche pagina del romanzo giallo che gli ha prestato Laura chissà quando, con scarsi risultati dato che gli viene mal di testa quasi subito.

È tardo pomeriggio quando, finalmente, il pacco lilla guizza nella sua mente e allora si avvicina ad esso: con la punta delle dita sfiora gli spigoli del coperchio, ruvidi e duri al tatto.

Non sa se è possibile, però gli sembra di percepire un forte odore di zucchero provenire dalla scatola.

Un tempo ne cucinava un sacco, ora ha smesso.

Sospira e, finalmente, apre il pacco.

Il contenuto non è chiaro, risulta un'accozzaglia di plastica nera e soltanto a seguito di una breve analisi capisce di che si tratta.

Chi diavolo utilizza ancora le videocassette nel 2057?

Va ben oltre il vintage, è proprio preistoria.

Ce ne sono parecchie, forse una decina, su per giù, non riesce a contarle.

In mezzo ad esse, scorge pure un biglietto.

La calligrafia su di esso non la riconosce, di certo non è di Luigi, tuttavia immagina che l'altro potrebbe aver chiesto a qualcuno di farlo per lui.

È un cartoncino quadrato azzurro chiaro. Sopra c'è scritto soltanto "guardami e ascoltami", il che è singolare e assurdo perché sono delle videocassette e non possiede un lettore. Non ha manco idea se li facciano ancora, a dire il vero, sono in disuso persino i lettori cd, figurarsi qualcosa di più antico.

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