Blake uscì dalla sua tenda richiamato dalle urla chiassose e divertite dei suoi uomini.
Il sole già alto e l'aria, ormai diventata più calda, lo frastornarono ancora di più.
Non aveva dormito per niente bene quella notte. Un sonno pieno di sogni angoscianti, di cui però non aveva un preciso ricordo. Non si era ancora abituato all'eredità di suo padre, ovvero la responsabilità di così tante vite nelle sue mani.
Era così difficile sapere che nonostante qualsiasi decisione prendesse, difficilmente passava mese in cui non avrebbe dovuto mandare un messo al suo castello per comunicare i nomi dei deceduti alle mogli, fidanzate, amanti e figlie, che aspettavano invano il ritorno dei rispettivi uomini.
Nessuno nel suo clan avrebbe mai sospettato che molto spesso l'ansia lo opprimesse in quel modo.
Blake godeva di un profondo rispetto da parte della sua gente, fin da quando era adolescente. Suo padre era stato un laird molto arrogante.
Più concentrato sul cercare di allargare i propri possedimenti e il proprio ego, piuttosto che sul benessere della sua gente.
Il figlio era invece apparso fin da ragazzino molto diverso. Era evidente che fosse attento ad altri aspetti riguardo l'essere capo clan. Questo, però, non era mai stato visto come segno di debolezza. Incuteva lealtà, ma allo stesso tempo anche timore. In questo gli era di grande aiuto la sua stazza possente e muscolosa che sovrastava la maggior parte dei suoi guerrieri, fin da quando era giovanissimo.
Agli occhi di tutti sembrava che ricoprire il ruolo di signore di Heron, fosse per lui naturale quanto respirare.
La sua gente confidava che un giorno avrebbe riportato la pace, come aveva fatto suo nonno, ma ora la situazione lasciata dal padre, era tutt'altro che pacifica. Ormai non gli era più nemmeno chiaro quale delle due fazioni stesse attaccando e quale si stesse difendendo.
Decise di ignorare il fragore degli uomini e si diresse verso la pozza di acque termali che si trovava vicino all'accampamento.
Avrebbe preferito l'acqua gelida del fiume Tweed per risvegliare i sensi e riprendersi dal mal di testa che gli martellava le tempie, ma forse il contatto con l'acqua calda lo avrebbe comunque aiutato a sciacquare via l'amaro dei sogni della notte appena trascorsa e a scrollarsi dalle spalle la pesantezza di qualche pensiero.
Fece segno a Ian di non seguirlo. Non voleva tra i piedi nessuno delle guardie o della servitù.
Per di più Ian non era solo la sua prima guardia, il suo primo consigliere e fidato braccio destro, ma era prima di tutto suo amico, o forse ancora meglio una sorta di fratello, se non fosse che i due sembravano davvero il giorno e la notte.
Ian aveva lunghi capelli folti ben raccolti sul capo. Erano di un biondo quasi splendente e occhi di un blu profondo.
Blake invece aveva capelli di media lunghezza di un castano scuro e i suoi occhi erano di un nero quasi magnetico, che andava dal tetro durante i combattimenti, passando dal penetrante durante gli intrattenimenti sensuali, fino al luccicante durante le gioie di un banchetto o di una semplice bevuta con i suoi uomini.
Erano di pari di corporatura, così come di avvenenza, seppur completamente diversa. Nonostante Ian avesse origini palesemente norrene e molto umili, essendo figlio non riconosciuto di una serva del castello, curava il suo aspetto come se appartenesse alla nobiltà.
Blake invece, che non badava molto a certe formalità dall'alto del suo stato, si radeva la barba poco frequentemente e questo gli donava un aspetto ancora più feroce.
Erano cresciuti assieme, e con lui poteva confidarsi riguardo qualsiasi argomento, dal più ludico al più profondo. Questo perché Ian lo conosceva meglio di quanto Blake conoscesse sè stesso.
In quel momento tuttavia non aveva affatto bisogno di parlare e men che meno di stare con una persona che praticamente gli leggeva la mente e che avrebbe fatto di tutto per stanare ogni sua preoccupazione, facendola venire a galla nella migliore delle ipotesi con ironia o semplicemente affrontandola in modo diretto. Blake aveva bisogno solamente di smettere di pensare e stare solo.
Non aveva nemmeno voluto nessuna compagnia femminile ad intrattenerlo nella sua tenda la notte precedente, come era in genere solito fare.
Si era accontentato di una pelliccia in più. Forse era stato proprio questo l'errore. Con un po' della leggerezza regalata da qualche birra e dai piaceri della carne, forse non avrebbe avuto un sonno così disturbato.
Ad ogni modo ormai era tardi e doveva riprendersi in fretta per affrontare una nuova e complicata giornata da Laird.
Arrivò alla piccola spiaggia che creava un naturale accesso all'ampia pozza termale. Si sfilò gli stivali e fece cadere la tunica e i pantaloni in pelle sulla sabbia argentata.
Non appena tornato in posizione eretta ebbe la percezione che la sua possente schiena fosse osservata in modo avido da occhi femminili.
Meeren lo aveva seguito, probabilmente con la speranza che la invitasse ad unirsi a lui in un languido e rovente bagno.
La giovane donna voleva accertarsi che fosse ancora la sua favorita, dato che la notte prima non l'aveva convocata nella sua tenda e quella ancora precedente l'aveva posseduta in modo freddo, distratto è piuttosto macchinoso, rispetto ai suoi abituali approcci passionali.
«Meer, torna immediatamente all'accampamento!» Le intimò con tono cupo e perentorio.
«Ma Mio signor...» Cercò di replicare lei, ma Blake si voltò e la congelò con lo sguardo, prima ancora che riuscisse a formulare mezza frase.
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Enemy Arrow
Historical Fiction[COMPLETA SU AMAZON DAL 1.06.25] 🔞 Contenuti sessuali espliciti e scene violente Lady Eeda è costretta dal padre, il Laird Boyd Manner di Roxburgh, ad introdursi sotto mentite spoglie nell'accampamento del suo acerrimo nemico, il Laird Blake Heron...
