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1 Aprile 2018- Alis

<<Bonjour bonjour>> Elenoire, felice come pochi, fece il suo ingresso al bar alle 17
<<Ciao>> la salutai ridendo, lasciando un bacio sulla sua guancia <<Che ti prende? Tutta questa felicità?>> le chiesi
<<Gionata>> disse lei ovvia

La loro conoscenza andava a gonfie vele, nonostante nessuno dei due volesse dare ad essa una definizione: effettivamente, più che una relazione, sembrava un tira e molla. Nonostante ciò lei era sempre felice di stare con lui, nonostante ci fossero giorni in cui lui spariva totalmente.
Sicuramente si comportava meglio del suo amico, Mario, che dopo quella sera non si era più visto in giro.

<<Stasera vengono qui>> mi annunciò
<<Tutti?>> chiesi, preoccupata
<<Si>> annuì lei <<Anche Mario>> rispose alla mia domanda senza che io riuscissi a porgergliela
<<Non mi interessava>> mentì
<<Certo>> fece finta di crederci <<Non è sparito, Alis: fatti spiegare>>
<<Non puoi spiegarmelo tu?>> le chiesi <<Ma poi non mi interessa, mica mi deve spiegazioni per le cose che fa>> realizzai di averle dimostrato ciò che voleva e provai, inutilmente a rimediare
<<Stasera parlaci, tanto il locale non sarà chissà quanto pieno>> mi incoraggiò
<<Vado a terapia>> annunciai, togliendomi il grembiule <<Arriveró per le 22: Arturo ha detto che verrà Kevin a darti una mano finché non arriverò io>> le spiegai
<<Non ti preoccupare>> annuì lei <<Mi raccomando>> fece riferimento alla terapia
<<Andrà come sempre>> alzai le spalle, per poi salutarla e dirigermi verso la mia macchina.

<<Alis, non migliori>> sentenziò la dottoressa

Le solite tre parole, che mi venivano ripetute ogni giorno da mesi.

<<Ma va?>> sbuffai <<Secondo me è la terapia sbagliata>> confessai <<Non possiamo mettere un incontro a settimana, invece che uno al giorno?>> chiesi
<<E come pensi che io possa monitorare la situazione senza visitarti ogni giorno?>> mi chiese ovvia
<<E lei come pensa che io possa anche solo migliorare un briciolo se ogni giorno ho l'ansia di vederla?>> le chiesi
<<Va bene>> acconsentì lei <<Faremo così per tre settimane, ma se la situazione non migliora, anzi peggiora, torneremo a vederci ogni giorno>>
<<Va bene>> sorrisi, per la prima volta di fronte a lei
<<Questo è il nuovo piano alimentare>> annunciò mettendomi davanti una tabella <<Quando non mangi devi segnarlo: voglio la verità quando vieni qui>> mi avvisó
<<Va bene>> annuì, per poi uscire dal suo ufficio dopo averla salutata

Appena entrata in macchina sentì il mio telefono squillare, ma non ci feci caso: probabilmente erano i miei, o forse El, ma non mi andava di parlare con nessuno.
L'unica cosa che mi va di fare dopo terapia è sempre stare da sola: mettermi in macchina e guidare senza una meta precisa, con la radio al massimo e spesso con qualche lacrima che mi bagna il volto.
Alla base di questa terapia dovrebbe esserci la mia volontà, ma spesso manca: non mi fido di quella dottoressa, ma in realtà dei dottori in generale. Non riesco a fare ciò che vuole, né ad aprirmi con lei.

<<Ciao>> salutai Elenoire e Kevin entrando al bar, sperando che i segni rossi dovuti al pianto siano spariti
<<Tutto bene?>> mi sussurrò la mia amica, non facendosi vedere da Kevin

Annuì senza risponderle, dirigendomi direttamente al camerino per posare il giubbotto e la borsa. Feci in tempo ad allacciarmi il grembiule, per sentire poi un gruppo di ragazzi entrare nel locale e dalle voci riconobbi subito Gionata.
Non uscì subito, volendo spiare se realmente ci fosse Mario.

<<Ciao bella>> sentì Gionata salutare Elenoire, ma il mio sguardo era fisso sul ragazzo accanto a lui, che si guardava attorno spaesato
<<Ciao bello> gli fece l'occhiolino Elenoire <<Ehi, guarda che c'è, è a cambiarsi>> spiegò a Mario, notando il suo continuo guardarsi intorno
<<El>> la richiamai, uscendo allo scoperto <<Mi allacci qua?>> usai una scusa, indicandole il laccio del grembiule <<Buonasera>> salutai i ragazzi, senza soffermarmi troppo su Mario
<<Ecco qua>> annunciò la rossa, una volta allacciato il grembiule, mentre i ragazzi si accomodavano ad un tavolo
<<Bambine io vado allora>> ci annunciò Kevin <<Mi raccomando, papà non passerà stasera: se non c'è nessuno chiudete pure prima e andate a casa>>
<<Va bene>> sorrisi <<Ah, Kevin>> lo richiami prima che potesse uscire <<Grazie per il cambio>> lo ringrazia per il pomeriggio
<<Ma figurati>> sorrise di rimando, uscendo definitivamente dal locale
<<Ti mangia con lo sguardo>> mi confessó Elenoire, alludendo al cantante
<<Si, certo>> scossi la testa sorridendo <<Non mi ha neanche parlato>>
<<Neanche tu a lui>> mi fece notare <<Hai fatto un saluto generale>>
<<Ma è lui ad essere sparito, non io>> le ricordai
<<Tu me prouves que tu es intéressée>> mi puntò il dito, iniziando a portare i primi bicchieri ai ragazzi
<<Peut être>> alzai le spalle, iniziando a prepara i restanti drink da portare
<<Mi dispiace>> una voce mi fece alzare gli occhi <<Non volevo sparire, sono partito per un paio di concerti, ho avuto vari impegni: non sapevo come avvisarti>>
<<Non importa>> scossi la testa
<<Questo faccina triste?>> mi chiese, probabilmente accorgendosi che non ero pimpante come sempre
<<Nulla>> sorrisi, cercando di farlo sembrare vero <<Non è la migliore delle mie giornate>> gli spiegai, porgendogli il suo drink approfittando che fosse già al bancone, per poi portare ai suoi amici gli ultimi due
<<Posso migliorarla?>> mi chiese
<<Hai un modo per cancellare i ricordi?>> gli chiese, ma negò con il capo <<Allora no>> negai
<<Nemmeno se ti do questa?>> mi chiese porgendomi una scatolina
<<Cos'è?>> chiesi curiosa, prendendola
<<Hai detto che sei innamorata di Roma>> mi spiegò, ricordando una delle tante conversazioni della nostra ultima uscita <<Son stato lì in questi giorni, così ti ho portato qualcosa>>
<<Grazie>> sorrisi aprendo la scatolina <<È stupendo>> sorrisi

Nulla di esagerato, un semplice portachiavi con il Colosseo.
Non mi importava fosse poco, mi piaceva così: mi piaceva creare il nostro piccolo mondo, i nostri piccoli gesti.

Soffierà || TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora