«Calma.» Violante le posa una mano su un ginocchio, quella sinistra.
«Cos'è? Avevi finito lo smalto arancione?» l'amica le prende il mignolo tra il pollice e l'indice, portandoselo davanti al naso.
«Pensa che ho anche provato a diluirlo con l'acqua per arrivare in fondo ma non è servito a niente.»

«Eh, certo. Ti credo, soprattutto.» Alice la guarda male, lasciandole il mignolo che, insieme al resto della mano, corre a ricomporre la volpe, affiancandosi all'altra parte della figura. «Matrimonio in autunno, allora, se il vostro colore è l'arancione.»
«Ma vostro di chi?» Violante alza gli occhi al cielo, le lenti scure lo nascondono.

«Hai visto come finisce il video o...»
«Con lui che prende il palo.»
«Appunto: se volete cambiare il finale...»
«Non se ne parla.»
«Perché? È carino.»
«Vacci tu, allora.»
«Non è il mio tipo.»

«E secondo quale logica dovrebbe essere il mio?»
«La stessa per cui hai fatto il biglietto in tedesco?» domanda Alice, picchiettandole un indice sul rettangolo di cartoncino. Violante guarda il dito muoversi, poi guarda l'amica. Ha fatto il biglietto in tedesco perché ha sempre cercato di separare la sua vita precedente da quella attuale, la sua vita in Alto Adige da quella nel resto d'Italia.

Jannik appartiene senza ombra di dubbio alla prima, seppur stia cominciando a insinuarsi anche nella seconda. Si chiede se sia un bene o un male mentre il treno rallenta e coglie l'occasione per volgere lo sguardo fuori dal finestrino, tra gli alberi che stanno perdendo le ultime foglie, arancioni. Alice riceve una chiamata da parte di sua cugina, che l'avvisa di essere a poca distanza dalla struttura che ospita il torneo, le due rimangono a chiacchierare fino a che non è il momento di scendere dal treno, avvolte in una logorrea che fa inconsciamente dimenticare all'amica di Violante la questione del tedesco.

Le ragazze incontrano la cugina di Alice un quarto d'ora più tardi, superano i cancelli della struttura e salgono sulle tribune, a trovare i loro posti prima che comincino le finali, che si disputeranno tutte sullo stesso campo, quella maschile seguirà quella femminile. È per questo motivo che Violante ha una scusa per eclissarsi, dice di andare in bagno, poi a riempire la bottiglietta d'acqua, in realtà girovaga per le zone cui ha accesso, fino a raggiungere i campi riservati al riscaldamento di chi giocherà più tardi.

Appoggia gli avambracci alla barra zincata che delimita il terreno di gioco in cui stanno provando le battute coloro che si sfideranno nel doppio ma non presta particolare attenzione a ciò che le capita davanti agli occhi, le sue pupille sono concentrate più in là, sul campo successivo, quello in cui si scalda Jannik. Rimane a guardarlo per un bel po' di tempo, voltandosi in una sola occasione, quando, infastidita dal sole nonostante gli occhiali, beve un sorso dell'acqua che ha realmente riempito.

Si scopre a complimentarsi con se stessa vedendo la testa di Alice spuntare dalla cima della scalinata che conduce dov'è lei, la quale, in questo momento, sembra del tutto disinteressata a ciò che le accade dietro le spalle. «C'era coda, ho immaginato che la partita fosse già cominciata quando ho sentito calare il silenzio. Per non fare confusione, mi sono fermata qua.» Violante accenna ai bagni, con una naturalezza che la stupisce.
«Figurati.» Alice si beve la scusa senza fare una piega, agitando una mano in aria.

«Uh, ma là c'è il tuo bello: urge video.»
«Dove?» Violante segue ingenuamente il dito dell'amica, come se non sapesse in che verso guardare. «Ah, Jannik.» accenna un mezzo sorriso che esalta Alice, la quale le sfila il cellulare dalla tasca della giacca e le chiede di replicare. Violante fa una smorfia, quindi ripete la scena nel modo più naturale possibile: si volta, sta per sorridere, ai ragazzi del doppio sfugge una pallina, che lei afferra prontamente.

«Grazie!» le risponde il giocatore che le va incontro per riprendersela e che si becca il sorriso, ma viene tagliato fuori dal video.
«Buona la prima!» esclama Alice, dando una pacca sulla spalla all'amica. «Sai cosa, però? Dovresti togliere gli occhiali da sole.»
«E altre mille favolette che racconterai a qualcun altro.» Violante annuisce, focalizzandosi sul rovescio di Jannik. «Dai, torniamo su.» si rivolge all'amica, vedendo che inizia a tornare il silenzio: sta per riprendere il match.

Zweisamkeit | Jannik SinnerWhere stories live. Discover now