Jeongin si girò verso di lui. Non era andata poi così diversamente da come era andata poco prima "E perché allora mi hai fermato quando ho provato a ucciderlo?" chiese.

Chan sospirò "Ho ucciso il tizio, automaticamente questo ha fatto di me un assassino, l'ennesimo nel mondo. E i miei genitori non sono tornati. Che senso ha avuto farlo? Certo, mi sono vendicato, però avevi solo tredici anni. Ho preso un aereo e sono arrivato qui, spaesato, senza un obiettivo, senza nessuno su cui contare, con la polizia australiana alle calcagna e un peso nel petto che, tutt'ora, mi porto dietro." rispose.

Sentire quella storia, fece capire a Jeongin che Chan aveva ragione e ringraziò il cielo di essere circondato da persone che a lui tenevano.

"Quindi il motivo per cui hai lasciato l'Australia è questo?" gli chiese.

Chan annuì, infine cercò di rilassare il corpo contro lo schienale del sedile. Ricordare certe cose era stancante per la propria mente. Jeongin si avvicinò e gli appoggiò la testa sulla spalla, poi gli prese la mano. Quest'azione sorprese Chan "Mi dispiace davvero tanto, per tutto. Per i tuoi genitori, per te e per aver tirato fuori questo ricordo."

Chan non rispose, semplicemente intrecciò le dita a quelle del ragazzo più piccolo e chiuse gli occhi. Lo stesso poi fece Jeongin.

"Se ci fosse Jisung direbbe a quando il matrimonio?" disse Minho sbuffando una risatina divertita.

Li trovava carini e aveva notato come cambiasse l'atteggiamento di Jeongin in presenza di Chan. Senza dubbio aveva una grande influenza, prettamente positiva, sul più piccolo.

Non risposero, ma entrambi sorrisero.

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Il fatto che Hyunjin volesse affrontare Minhyun da solo era un'idea da pazzi e tutti se ne erano resi conto meno che lui. Felix avrebbe dovuto cercare in tutti i modi di farlo ragionare ma sapeva quanto fosse difficile, sicuramente la conversazione sarebbe sfociata in una discussione e non era sicuro di essere pronto per litigare ancora una volta con Hyunjin.

"Che cosa ti sei ricordato stanotte per farti venire in mente un'idea del genere?" chiese Felix entrando in camera.

Ok, forse un po' troppo duro. Se Hyunjin gli avesse risposto a tono, sarebbe stata una risposta del tutto meritata.

"Non mi sono ricordato niente ma ho pensato di voler chiudere questa faccenda, no? Prima la chiudo, meglio sarà per tutti." rispose, stranamente il tono non era irrequieto. In compenso, nella sua voce c'era molta freddezza.

"Stai parlando come se dovessi affrontarlo da solo, siamo in sette che possiamo aiutarti, lo sai?" chiese retorico Felix.

Hyunjin sospirò iniziando a camminare per la stanza. Felix sapeva che quando si innervosiva, Hyunjin non riusciva a stare fermo.

"Se la metti su questo piano, sei. Non ho intenzione di tirarti ulteriormente dentro questo casino, voglio che tu torni a casa e resti lì finché questa storia non finirà." rispose Hyunjin.

Felix sbuffò, ma più che sbuffo gli uscì quasi un ringhio "Chissà perché mi aspettavo una frase del genere. Io a casa non ci torno. Se ci tieni tanto, mi ci riporti tu ma devo essere legato e addormentato perché non ti permetterò di lasciarmi lì. Siamo qui dentro insieme, abbiamo scoperto insieme la verità, siamo fuggiti insieme, voglio che la storia finisca che siamo ancora insieme." ribatté.

Hyunjin si fermò all'improvviso, roteando gli occhi "Smettila!"

"No, smettila tu. Sono stanco di sentire le solite parole da copione." ribatté ancora una volta Felix senza staccargli lo sguardo di dosso.

Prince {Hyunlix}Where stories live. Discover now