CLORINDE POV

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Mi diressi al teatro per attendere al processo. Sia Furina che Neuvilette sembravano strani quel giorno. Solitamente Neuvilette era apprensivo nei miei confronti ma oggi era piuttosto insistente. Avevo dormito poco la sera scorsa, c'era un incubo che infestava il mio sonno. Furina annunciò i processi con un zelo ed esuberanza che difficilmente io potrei avere. Ero turbata, avevo un sacco di pensieri, anche il commento di Navia non ha aiutato al buon scorrimento di questa giornata. Mi sistemai accanto al trono di Focalors, ma il processo non lo stavo ascoltando, bensì avevo una grandissima voglia di dormire, mi si chiudevano gli occhi ed iniziavo a sentirmi stordita. I due duelli di quella mattina non avevano aiutato, mi hanno fatto utilizzare tutta la mia energia di riserva. Furina ogni tanto buttava uno sguardo verso di me e sistemai la postura per non apparire tanto stanca come in realtà ero. Finito il primo processo  Furina venne verso di me guardandomi fisso negli occhi. Cercai di tenere lo sguardo il più possibile.

«Senti Clorinde, ti vedo veramente strana, per favore ti ordino di prenderti il resto della giornata libera» affermò lei prendendomi le mani.

«Me lo ordini?» Chiesi stanca...

«Si, te lo ordino, ce la faremo senza di te per l'ultimo processo, stai tranquilla» disse lei sorridendomi.

Feci un inchino formale imbarazzata e lasciai il palazzo. Forse le mie condizioni sono talmente peggiorate che persino Neuvilette le ha notate. Mi diressi verso casa mia nel centro della città, cercai di ignorare tutti gli sguardi che si posavano, come sempre, su di me mentre camminavo per strada. Ero come una mano letale che si posava sulle spalle di tutti i presenti. Incrociai una bambina che mi puntò una spada di legno contro, le sorrisi.

«Mi hai beccata» dissi a bassa voce.

«Un giorno diventerò proprio come te!» Mi disse lei sorridendomi

«Lo spero» articolai con tanta voglia di dirle il contrario.

La bambina andò via ridendo. Una volta ero come quella bambina, avevo tutto già pronto nella vita, provengo da una famiglia ricca di Fontaine, sarei potuta diventare un'aristocratica eppure a quell'età volevo perseguire il sogno di diventare champion duelist andando contro la mia famiglia, e lo sono diventata. Sono fiera di quella che sono diventata e sono contenta di duellare e combattere in nome della giustizia, eppure un particolare fatto mi priva il sonno. Non mi accorsi che ero ferma immobile a guardare il pavimento.

«Un sogno ideale per una bambina, non credi» disse una voce ironicamente attirando la mia attenzione.

Mi accorsi che era Navia, come sempre indossava abiti formali, un corpetto color bianco sporco con ornamenti di color nero, guanti, collant, la solita Navia con il suo cappello nero ben posizionato sulla sua testa. La guardai inumidendomi le labbra.

«Ti ricorda qualcuno quella bambina?» Mi chiese mettendosi a braccia conserte «Immaginavi già che... avresti ucciso mio padre in un processo a quell'età?»

Sospirai pesantemente e mi massaggiai il naso.

«Hai qualcos'altro da dirmi?» Le chiesi guardandola

«Si, avrei molto da dirti in realtà.» aggiunse lei con voce tremante.

«Sono qui di fronte a te, avanti» replicai duramente.

Lei non riuscì a sostenere il mio sguardo e strinse i pugni guardando in basso. Lo faceva ogni volta che era spaventata. Il pensiero che lei possa essere spaventata in qualche modo da me mi turbava.

«Hai paura... Navia?» Chiesi guardandola «Hai veramente paura di me adesso?»

Forse ero stata troppo dura nelle risposte, ma lei non ha nessun motivo per cui essere spaventata da me. Volevo rassicurarla, darle una carezza sulla spalla ma non volevo spaventarla ulteriormente.

Genshin Impact - Voci IntrecciateWhere stories live. Discover now