Ma perché non mi sembrava così? Perché mi sembrava reale?

La carta igienica rotolava senza fermarsi e così allo stesso modo, il mio cervello ripeteva e ripeteva. Niente, nulla, un gran cazzo di niente.

Era rimasta senza respiri, in quel corridoio nascosto del paddock e ora io ero senza parole.
Com'era possibile che la sua vicinanza mi facesse dimenticare quello che aveva fatto?

Non ricordavo neanche più la gara di oggi, o quella di domani. Niente esisteva, nemmeno io.

Max Verstappen riusciva a vincere la maratona, se si trattava di lasciarsi in disparte, se si trattava di lei.
La sua voce si ripeteva nella mia mente più della mia, più della mia coscienza.
Perché cazzo non vai via? Perché non sparisci una buona volta?

Un virus che ti infetta e le conseguenze rimangono per sempre. Quello era. Quello mi faceva.

Tolsi il cappello dalla mia testa, lo lanciai sul pavimento, come se questo migliorasse la situazione.
Ma quale situazione?

Quando avrei imparato a non pensarla? Quando avrei imparato a lasciarla alle spalle? Mai.

Perché i ricordi belli predominavano su quelli brutti, anche se per la maggior parte erano stati dolorosi.
Avevamo passato mesi a rincorrerci senza avere più fiato, da guardarci, fermarci e comprendere che scappare non era più divertente che conoscerci.

Ed era sotto la stessa luna anche lei, quella luna bastarda che la sera, sul mio terrazzo, non faceva altro che ricordarmelo e forse... Nei miei ricordi ci sarebbe stata per sempre.

Ma perché aveva un ragazzo? Come poteva essersi fidanzata in così poco?
Mi aveva dimenticato? Sì, subito, come un treno che passa e fatichi a prendere. Io l'avevo perso.

Ma allo stesso tempo era sempre con qualcuno di diverso, Lando, Lewis, tutti tranne che me, perfino l'agente di Daniel sapeva cosa significasse abbracciarla. Ma mi ero già occupato di quello.

Lei era uscita dal motorhome della Mercedes e io l'avevo vista.
Ero rimasto a osservare quella ragazzina uscire da lì piangendo e non avevo potuto fare altro che avvicinarmi.

Uno stupido idiota ero. Non gli altri, non gli ingegneri, non quel fottuto George Russell, io. Io ero uno stupido idiota.

Ancora potevo sentire quel bacio sulle labbra, che grazie all'alcol mi aveva lasciato. Uno slancio verso di me e avrei voluto strapparle i vestiti direttamente lì, in quel bagno. Ma cosa cazzo pensavo?

Non solo aveva un ragazzo, mi aveva anche lasciato.

Qualcuno bussò e senza aspettare spalancò la porta. La mia responsabile delle pubbliche relazioni mi avvisò dell'intervista per Drive To Survive, lanciò dei vestiti puliti sulla scrivania e sparì, senza aggiungere altro. Avevamo già precedentemente concordato cosa potevo dire e cosa no.

Una volta arrivato nel paddock, fatto qualche selfie con i tifosi, mi diressi da Netflix per le riprese e una volta scoperto dell'assenza di Kyla, il mio cervello comandò ai miei polmoni di tornare a respirare normalmente.

Le luci si spensero la domenica, dando il via al Gran Premio dell'Azerbaijan. Leclerc rimase davanti, gestendo bene la gomma ma allo stesso tempo non dandomi occasione di superarlo.

Con l'attivazione del DRS, non diedi neanche un respiro al monegasco, superandolo nel primo momento buono e lasciandomelo alle spalle.

L'arrivo della Safety Car cambiò le carte in tavola e Perez rimase leader della gara fino alla fine, dove tagliò il traguardo per primo.

Mad Max | Max Verstappen | Vol. 5Where stories live. Discover now