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La terra stava ancora tuonando e la polvere era alta nell'aria.
Himiko era stesa a terra, le orecchie che fischiavano e il respiro pesante.
Con le mani cercò di aggrapparsi a qualcosa, qualsiasi cosa, ma tutto ciò che sentì fu la pietra ruvida di chissà quale edificio ormai distrutto.
Vi si appoggiò e cerco di tirarsi su: ogni muscolo del suo corpo era dolorante.
Fece forza anche sulle ginocchia già graffiate e, a fatica, quasi barcollando, si tirò su in piedi.
"Himiko-sama!"

Una voce non molto lontana la chiamò ma alla donna parve distante, il suono le giunse ovattato.
"Himiko-sama!" ripeté.
La ninja si voltò e la mano di Choji si posò sul suo braccio. Lo sguardo del ragazzo era confuso tanto quanto il suo.
"Himiko-sama, stai bene?" le domandò.
"I-Io..."
"Dobbiamo andare via da qui!"
"Cos'è successo?"
"Non lo so... Mio padre... Kakashi-sensei..."
Le lacrime rigarono il volto del giovane ninja, lasciando un solco pulito tra la polvere che aveva ricoperto le sue guance.
Istintivamente, Himiko lo strinse tra le braccia, entrambi tremavano.

La donna si guardò intorno: a poco a poco, il polverone che si era alzato con tanto rumore si stava dissipando.
E ciò che vide la sconcertò ancora di più.

Il nulla.

Al posto del villaggio, ora c'era un cratere con un diametro di chissà quanti chilometri.
"Pain... Cos'ha fatto?" pensò tra sé mentre, ora, anche a lei scesero delle lacrime di dolore.
Deglutì con fare nervoso e si rivolse al ragazzo.
"Dobbiamo trovarli. Potrebbero essere ancora vivi, io..."
Un nodo le si formò in gola, il quale le bloccò la parola.
Choji si era ormai lasciato andare al pianto disperato. Aveva visto tutto e, in cuor suo, sapeva che non c'era più niente da fare.
Cercò di fermarla e farla ragione, ma Himiko si era già mossa per trovare il suo Kakashi.

Intorno a lei, mentre arrancava fra le macerie, c'erano feriti ma anche molti morti.
Le copie di Katsuyu erano ovunque e si muovevano senza sosta e, proprio quando le vide, pensò a sua zia, Tsunade.
Doveva trovare anche lei.

Sentì un grido e cercò con lo sguardo la direzione da cui proveniva. Una Jonin era rimasta bloccata da un traliccio.
Himiko l'aiutò a liberarsi da quella troppola, nel frattempo era giunta una copia della lumaca bianca.
"Katsuyu, occupati di questa ragazza. Mia zia, devo..."
"Si è indebolita molto, il suo chakra è praticamente esaurito".
La ragazza sospirò e strinse i pugni.
"E Kakashi Hatake, sai dove...?"
Deglutì. Katsuyu non rispose.
"Allora?" insistette.
"Non riesco a percepirlo".

Il suo cuore saltò un battito.
Gli occhi si riempirono di lacrime.
Per poco non andava in iperventilazione.
"I-Io devo trovarlo".
"Himiko!"

Anche il tentativo della piccola lumaca di fermarla, come aveva cercato di fare Choji, fu vano.
La donna, nonostante i dolori in tutto il corpo, fu presa dall'adrenalina che le dette la forza di correre in mezzo a ciò che era rimasto del villaggio.
Chiamava il nome del suo amato a gran voce ma senza risultato.
Capì di aver quasi completato il giro del villaggio quando si imbatté nuovamente in Choji, in ginocchio dinanzi al corpo del padre...

E di Kakashi.

Himiko si lanciò verso di loro, cadendo anche lei sulle ginocchia accanto al corpo del ninja dello Sharingan.
Sentì le calze strapparsi ancora di più mentre si avvicinava a lui e la pelle lacerata dalle macerie sbriciolate sotto di lei le frizzò ma in ci fece caso.

"Kakashi..."
Lo chiamò una volta, due, tre. Lo scosse per le spalle mentre si lasciava andare a un pianto sempre più disperato.
Choji scosse la testa. "Himiko-sama... Mi dispiace".


Continua...

Troppo presto per lasciarti || Kakashi Hatake || COMPLETAOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz