«Giusto.» Rispondo, nel mentre che scelgo se mettere la camicetta bianca o rosa.

«Li hai compilati i moduli?»
Ah, vero.

«Sì, non preoccuparti.» Mento.

Al dire la verità mi sono completamente dimenticata.

«Perfetto, allora ci vediamo in serata.»

Gli occhi mi si illuminano.

«Torni?»

«Sì, domani e dopodomani sono in città. Ora devo andare, ci vediamo più tardi. Fai la brava.» Okay, stavolta ho sbuffato.

«E non sbuffare.»

«Non ho sbuffato. A dopo.» E chiudo la telefonata.

Di solito mi piace parlare con mio fratello, non mi sono mai sentita giudicata o messa da parte... ma, in questo periodo, sembra sempre che ci sia qualcuno a puntarmi un dito contro.

Dopo essermi vestita e preparata -alla fine ho scelto la camicetta bianca- scendo le scale e cerco Edward, in modo che mi possa accompagnare in università.

Ma, con mia sorpresa, trovo mia sorella.

«Non dovresti essere già a scuola, tu?»

Megan, è in pigiama con uno chignon spettinato e alle piedi ha le ciabatte.

«Sono le 10:00, passate.» Le ricordo.

«Ne sono perfettamente consapevole, ma non mi sento bene.»

Certo, non si sente bene per fare la verifica di algebra.

Per stavolta, decido di chiudere un occhio e, appena trovato Edward, partiamo.

«A che ora devo venire a prenderla, signorina?»
Guardo, l'orologio al polso.

«Non ne ho proprio idea. Suppongo che dovrò fermarmi più a lungo per recuperare due lezioni, perse la settimana scorsa.»

Annuisce e parcheggia, nel cortile dell'università.

Scendo dall'auto, lo saluto e mi dirigo verso la mia prima tappa: l'incontro con i miei compagni.

Appena entrata, vedo Leila che mi fa cenno di avvicinarmi a lei.

«Come stai?» Mi domanda.

«Tutto bene, tu?» Mi fa cenno di sì col capo.

Guardandomi intorno, vedo soltanto persone di altri corsi.

Perchè non c'è nessuno del mio?

«Mi puoi spiegare perché in quest'aula non c'è neanche una persona, a parte noi, che faccia parte della sezione di comunicazione?»

«Beh, cambio di programma. Non lo sapevi?» Scuoto la testa.

«Strano, c'era scritto nei moduli da compilare per oggi.» All'improvviso il mio cuore perde un battito.

I moduli!

«Hazel...»

«Sì?»

«Li hai portati i moduli, vero?»
Di tutta risposta, faccio un sorriso tirato.

«Ma come fai?!» Spalanca gli occhi.

«Shh, non gridare.»

«Era un'opportunità importante.» Non aiuti, Leila.

«Lo so, lo so... vedrai che troverò il modo per rimediare.»

«Lo spero.»

Faccio per alzarmi dal posto ma l'entrata del direttore mi interrompe.

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