«Kyla!» Sentii chiamarmi da dietro e voltandomi trovai Lando Norris, che stava sistemando la sua maglietta arancione.

«Lando.» Sorrisi di rimando. Era dalla serata di capodanno che non lo vedevo più.
Non avevamo mai avuto un rapporto strettissimo, ma durante i nostri ritrovi e le serate di gruppo, non avrei potuto non definirlo simpatico e carino. Senza però contare la sua ossessione per Abigail.

«E quindi Netflix, eh...» Sogghignò, comprendendo perché l'avesse scoperto solo adesso.

«Così pare.» Risposi con un'alzata di spalle, non menzionando il suo amico olandese che sembrava l'unico a esserne all'oscuro.
Iniziammo a camminare verso il motorhome del suo team, mi chiese come stesse andando il lavoro e se mi fosse capitato spesso di vedere la mia amica dai capelli rossi.

«Credo stia lavorando, da capodanno sia lei che Adalia sono scomparse. Per motivi diversi, ma lo sai. Credo stia riposando per stasera» Lo osservai dare il cinque ad alcuni ingegneri e firmare qualche autografo, «Le qualifiche sono andate abbastanza bene per la Ferrari, tu come ti senti?» Mi girai a scrutare la mia crew, che attenta ascoltava ogni parola.
Il pallino rosso sull'apparecchio lampeggiava continuamente.

«Ragazzi, è una conversazione che non serve ci sia in Drive to Survive.» Alzai un sopracciglio quasi infastidita. Andava bene che riprendessero i piloti, ma stavamo parlando di fatti personali. Fortunatamente nessuno di noi era solito parlare in pubblico del contratto tra i nostri due amici.

«Non sapevo uscissi con i piloti.» Rispose Josh, spegnendo la videocamera e promettendo di cancellare le ultime riprese.
Carla, la mia assistente, mi salutò, chiedendomi di non fare ritardi alle interviste.
Sbuffai, tornando a guardare il viso del moro, che aveva un sorrisino irritante.

«E pensare che non sanno niente di Max e di t...» Lo spinsi, attirando l'attenzione di qualche passante. Mi baci e hai un ragazzo. Scossi la testa.

«Cazzo Lando, non qui.» Mi coprii il viso, sperando che nessuno avesse ripreso nulla, ma sembravano attratti dalla corsetta che il monegasco stava facendo, cercando di raggiungere qualche destinazione.
Riconobbe l'inglese al mio fianco e poi si rese conto della mia presenza.

«Buongiorno ragazzi!» Salutò il suo amico con una stretta di mano e me con due baci sulla guancia, «Mh... A... Abigail mi sta aspettando, sono in ritardo, ci vediamo più tardi!» Riprese a correre, forse in un primo momento volendo evitare di nominare la sua ragazza.

«Beh...» Lando cercò di scrutare ovunque, «Sei impegnata a pranzo?» Domandò facendomi scoppiare a ridere e accettare il suo invito non invito. Due teste pensierose potevano alleggerirsi a vicenda?

Lasciai che l'atmosfera mi coinvolgesse nelle ore restanti, quelle canzoni estremamente forti lanciate dagli altoparlanti e dalle grida delle persone.
I Gran Premi non erano per tutti, ma chi poteva parteciparvi, l'avrebbe forse ricordato per sempre.

Il momento di scappare arrivò anche per me e rischiai quasi di fare tardi.
Ancora fuori dalla stanza, tolsi il mio cappellino della Pirelli, che ancora conservava i ricordi della mia prima volta da giornalista all'interno del paddock, ma non custodiva solo quelli...
Avevo l'impressione che ogni mio momento dovesse necessariamente essere affiancato a lui, come se negli ultimi anni, fosse stato al mio fianco senza neanche esserci davvero.

Entrai nella sala prendendo un respiro, essa era poco illuminata rispetto al cartellone bianco sistemato contro la parete.
Tutte le luci erano puntate nello stesso punto, dove era sistemata una sedia.

Rimasi nell'oscurità, vedendo Carla passarmi di fianco e lasciarmi un foglietto tra le mani. Cosa dire, recitava una colonna, cosa non dire, invece appariva sull'altra.
Il titolo era chiaro, Max Verstappen era il soggetto. Sentii cedere la stretta nel pezzo di carta, colta ancora da quell'ansia improvvisa. Hai un ragazzo ma non ti fai problemi a baciarmi...

Mad Max | Max Verstappen | Vol. 5Where stories live. Discover now