Per una monetina

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«Sai Simo, penso che tu non sia pronto per una relazione.»
«Non capisco, che ho sbagliato?»
«Niente, solo che evidentemente non sei libero come pensi.»
«Come fai a sapere cosa penso io? Sei un indovino?»
«Simo... mi ringrazierai un giorno.»
«Ma vaffanculo.»

Simone a diciotto anni ha assaporato della vita giusto un piccolo boccone. Un assaggio di ciò che meraviglioso e tragico si possa vivere in un'intera esistenza.
Ovviamente, come tutti i ragazzi della sua età, Simone è convinto di aver superato le prove peggiori dell'universo, di essere un sopravvissuto. Dopotutto a diciotto anni ogni cosa sembra un gigantesco ostacolo, ogni più piccola avversità pare di proporzioni mastodontiche ed ecco che, quella che agli occhi di una persona con più esperienza è vista come poco più di una cottarella passeggera finita ancora prima di iniziare, diventa immediatamente un'importante storia d'amore conclusa tragicamente con un cuore spezzato.

La prima volta che l'ha visto, sigaretta in bocca e giacca di pelle appoggiata strategicamente sulle spalle, gli è sembrato un'apparizione mistica, qualcosa di troppo perfetto per essere reale.
La prima volta che l'ha sentito parlare, gli è sembrato di non aver mai ascoltato niente di più eccitante ed ipnotico della sua voce roca e mascolina.
La prima volta che l'ha baciato, gli è sembrato che i piedi gli si sollevassero da terra e volasse sopra i palazzi e le strade. Lois Lane con il suo Superman.
La prima volta che hanno litigato è stato come se qualcuno gli strappasse il cuore e ne facesse spezzatino. Ed a nulla sono servite le parole di suo padre, a niente tutti i "Simone, state insieme da poche settimane, non puoi reagire in questo modo". Tutto si è risolto con scorpacciate di cioccolata e commedie romantiche da diabete, il pigiama a quadrettoni ed una quantità infinita di fazzoletti consumati.

Quando hanno fatto pace, due giorni dopo, Simone si è sentito di nuovo al settimo cielo, convinto che quella che agli occhi degli altri pareva una cotta da nulla sarebbe durata per sempre.
Convinto che non avrebbe mai baciato altre labbra, mai sentito altre braccia intorno, mai annusato un altro dopobarba.

In casa, gli altri tre membri della famiglia, non prendono troppo sul serio la sua relazione. Sarebbe finita così com'era iniziata, niente di importante, solo la prima di una lunga serie di relazioni nella vita di un bel ragazzo come Simone.
Ma lui no, lui resta convinto. Quella è la storia più importante di tutte, l'amore travolgente ed eterno capace di eclissare tutti gli altri... anche quello che pensava non sarebbe mai riuscito a dimenticare.
   Grazie a Luca, credeva proprio di esserci riuscito, pensava di aver finalmente accantonato la sua imbarazzante cotta per Manuel, ma poi...
basta una pacca sulla spalla, un gesto gentile, un abbraccio a far riaffiorare ogni più piccolo sentimento.

La sera della rottura con Luca, Simone proprio non riesce a trovare il coraggio di tornare a casa, farsi vedere in quelle condizioni dalla sua famiglia è fuori discussione.
Non vuole sorbirsi un infinito discorso filosofico sull'importanza di saper aspettare la persona giusta da parte di suo padre o gli abbracci da "mamma chioccia" di Anita, per non parlare di Manuel.
Una parte di Simone, forse una grossa parte di lui in realtà, detesta l'idea di mostrarsi vulnerabile e sofferente. Come se apparire felice con un altro fosse una specie di vendetta nei suoi confronti.
Non che questo sembri minimamente colpire Manuel, ma a Simone piace immaginarlo al buio nella sua stanza intento a rodersi il fegato per non essere più l'oggetto dei suoi desideri.

Passeggiando dalle parti della Fontana di Trevi, con gli occhi arrossati dal pianto ed un nodo in gola, decide di fermarsi ad esprimere un desiderio. L'ultima volta che l'ha fatto era soltanto un bambino.
Fruga nelle tasche e trova dieci centesimi, forse poco per un desiderio, ma può farselo andare bene.
Si gira di spalle, chiude un momento gli occhi e...

«Oh Simò, che ci fai qua?»
«Oh... ciao Manu.»
«Non eri col principe azzurro te?»
«Già, dici bene, ero...»
«Che è sta faccia? Che t'ha fatto?»
«Niente niente, ci siamo lasciati e basta...»
«Simò, mi devi dire la verità. Se t'ha fatto qualcosa io giuro che...»
«Ha detto che non sono pronto per una relazione, ecco tutto.»
«Cazzate.»
«Dici?»
«Sì, cazzate per liberarsi la coscienza. Quello ti voleva piantare ed allora ha dato la colpa a te per uscirne pulito. La voglia che ho di spaccargli la faccia a sto coglione...»
«Non è un coglione...»
«Sì, lo è. Fidati, io lo so.»
«Che vuoi dire?»
«Niente, niente. Ti porto a casa? Dai...»

Per una monetinaWhere stories live. Discover now