Tredici: Ci Vediamo Dall'Altra Parte

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«Potresti smetterla di prendere le buche? Mi sta venendo da vomitare qua dietro!» esclamo indispettita, cercando di trovare una posizione vagamente comoda sul portapacchi della terribile, vecchia bicicletta di nientemeno che Ted Wheeler.

Quell'uomo riesce a mettermi a disagio senza neanche essere presente. È quasi un dono il suo.

«Ma certo! Gradisce anche del tè e qualche biscottino magari?» ribatte in tono ironico Eddie continuando a pedalare e, ovviamente, prendendo l'ennesima buca.

Faccio scoccare la lingua sul palato, aggrappandomi al suo busto nel tentativo di non cadere.

Pessimo a guidare l'auto e pessimo persino a guidare la bicicletta: questo ragazzo non si smentisce mai.

A dirla tutta, avrei potuto lasciare a Robin l'ingrato ruolo di condividere la bici con lui, ma è già ferita ad una gamba, quindi per evitare che si ferisca ulteriormente ho preferito immolarmi e lasciar andare lei insieme a Steve.

A ripensarci, probabilmente avrei dovuto optare per la vecchia bici di Mike, che sì, è da bambino, ma almeno non avrei dovuto fare questo viaggio della speranza in balìa della guida scellerata di Eddie.

«Manca molto per arrivare al tuo caravan?» chiedo, cercando di guardarmi in giro per provare ad orientarmi, anche se con tutta questa nebbia non è affatto un'operazione facile. Dietro agli alberi riesco a scorgere la casa dei Creel, accerchiata da uno stormo di pipistrelli che starnazza, facendomi rabbrividire.

«No, dobbiamo solo aumentare un po' il ritmo» dice, pedalando più forte e prendendo l'ennesima buca che mi fa sobbalzare.

«Munson, se non ti dispiace rivorrei la mia ragazza tutta intera per quando torneremo nel nostro Universo» afferma Steve, superandoci con la sua bicicletta.

Robin si volta a guardarmi, e nello stesso istante, io faccio lo stesso.

«La tua cosa?!» chiediamo all'unisono, e Nancy ridacchia.

«Lo sapevo! Era inevitabile» afferma fiera.

«Quindi è ufficiale?» chiede Robin, un'espressione sorpresa e entusiasta allo stesso momento.

«Beh io... pensavo di sì» afferma Steve, un'insolita nota di nervosismo nel suo tono.

«Amico, io non mi sono fatto da parte per un 'pensavo di sì'. Le donne vanno corteggiate. Te lo devo insegnare io? La porti al vostro posticino dove mangiate pizza sul cofano della tua auto, tiri fuori una collana, possibilmente di quelle né troppo economiche, né troppo costose, così non c'è il rischio che possa pensare che tu l'abbia rubata, e a quel punto le chiedi 'vuoi essere la mia ragazza?'. È proprio vero che l'amore rende scemi, se devo essere io a dare consigli a Re Steve» afferma Eddie con saccenteria, e io aggrotto le sopracciglia.

«Scusate? Io sono ancora qui, vi ricordo» affermo, aggrappandomi a Eddie in vista di un'altra buca, che naturalmente non si premura neanche per idea di evitare.

«Quindi ci vuole più romanticismo?»

«Sì, fratello. È la regola»

«Uomini...» mormora Nancy, scuotendo il capo.

Un tuono interrompe la diatriba, facendoci intendere che forse dovremmo darci una mossa, prima che succeda qualcosa di davvero, davvero brutto.

Arriviamo al Campo Caravan, e Eddie fa strada verso casa sua. Se il quartiere dove viviamo io e Nancy è desolante, questo è persino peggio. I rampicanti coprono praticamente qualsiasi cosa, e se già non si tratta di un gran bel posto, conciato così sembra il set di un film dell'orrore.

As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]Where stories live. Discover now