Captain Alaska

979 47 7
                                    

Steve:

Non ho fatto in tempo a finire la frase. L'aereo è esploso nel ghiaccio. Non so quanto tempo passa prima che io senta delle voci. Il mio corpo è completamente immobile, sono totalmente congelato. Forse è il paradiso, forse mi hanno trovato, forse sono passati centinaia di anni; non lo sapeva neanche Erskine quali fossero gli effetti collaterali del siero. Mi concentro e riesco a capire non più di qualche parola: "Tesseract....Teschio Rosso....morto....Captain Rogers...." Potrei andare a fare compagnia a Bucky, ma non posso lasciare sola Peggy. Una ombra sopra di me mi distoglie dai miei pensieri. "Ragazzi, una squadra medica e una barella, subito!" Riconoscerei quella voce anche se fossi sordo: Stark mi ha trovato. Lo vedo prendere una siringa e poi niente. Mi risveglio nel letto dell' "ospedale" della sezione speciale dell'esercito, praticamente dove ero stato addestrato prima del siero. "Buongiorno capitano, desidera un cappuccino?" Howard Stark è seduto su una sedia vicino al mio letto e sta sorridendo. Sorrido pure io e mi tolgo l'apparecchio legato al mio braccio. Mi guardo intorno: vedo il mio scudo, un paio di infermiere che mi ronzano intorno, la mia tuta con il mio elmetto. Non vedo Peggy e mi viene una fitta al cuore. "L'agente Carter non sa che ti abbiamo trovato, non ho detto niente, volevo che lo facessi tu." "Grazie amico" rispondo sollevato. "è meglio che ti sbrighi a dirle che sei vivo, sta soffrendo molto in questa ultima settimana." mi informa Howadr. Ci metto un po' a realizzare che ha detto -settimana-. "Che giorno è oggi?" chiedo. Voglio andare a quell'appuntamento. Stark risponde "Sabato".

Peggy:

Piove. Howard mi ha detto che l'ultimo aereo di perlustrazione nell'artico è tornato senza risultati. -Nessun segno di attività- dice il rapporto. Mi salgono le lacrime agli occhi. Per non darlo a vedere esco. Sotto la pioggia le mia lacrime si mescola con acqua. Oggi sarebbe il giorno del nostro primo appuntamento. Ormai sono quasi le 19.00. Torno a "casa" e mi vesto. Il vestito rosso, bianco e blu ricorda la fantasia della bandiera americana. Sorrido per la buffa coincidenza "Lady America" penso. Suona bene e poi questo vestito mi ricorda Steve. Mancano 5 minuti alle 20.00. Vado allo Stock club, nella speranza di tirarmi su con la musica. Mi siedo in un tavolino e provo a immaginare io e il mio Steve, li a ballare un lento... Sono talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che qualcuno dietro di me mi mette le mani sugli occhi. Anche con gli occhi coperti sono pronta a tirare un cazzotto alla persona che mi sta facendo questo gioco stupido. "Scusa, sono in ritardo!" A questa frase mi giro e vedo Steve sorridermi. Non capisco niente di niente e riesco solo a dire "Sto sognano!?!" Steve sorride e dietro di lui vedo Stark con un' espressione soddisfatta stampata in faccia. Tutti i pezzi vanno a loro posto. Mi avvicino a Steve, lui mi stringe tra le braccia e mi bacia. è una cosa dolcissima e tutto quello che c'è intorno a me scompare. Ci stacchiamo un po' e io appoggio la fronte alla sua. Realizzo che sto piangendo quando Steve mi asciuga una lacrima col pollice. Siamo nella classica posizione che si descrive in tutte le storie di principesse. -Il principe Azzurro con le mani sui fianchi della sua Cenerentola e lei con le sue mani sul suo petto, tutto questo in un castello. Ecco, forse l'unico particolare che un po' stona è che io e il mio principe azzurro non siamo in un castello ma in guerra! Precisamente nel bar della sezione speciale dell'esercito americano!

Steve:

Penso che Peggy non si arrabbierà con Stark dopo la sorpresa che le ho fatto. Adesso però lei mi deve un ballo!

AUTRICE TIME:

ssssalve amicii!

come vi sembra questo capitolo??

commentate perché non so se continuare o no...

scrivetemi se vi piace, se è troppo corto, se fa schifo... devo sapere quello che pensatee!!! Pace ragazzi


"1945" amore a stelle e strisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora