The writer

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È quasi impossibile sapere quale sarà l'ultima frase del tuo romanzo. Per quanto possa esserci una scaletta da seguire, quando si comincia a scrivere, la propria mente comincia a spaziare e magari andare fuori tema. Questo è il mio primo romanzo, ed è arrivato il momento di scrivere l'ultima sua frase. La fine. La fine di tutto. La fine di una storia. La fine di una vita.
In questo momento non ho la più pallida idea di cosa scrivere. Questo romanzo non ha nemmeno un titolo. Ho cominciato a stenderlo per sbaglio, iniziando con delle semplici annotazioni e frasi a casaccio. Inizialmente era più come il mio diario digitale. Scrivere al computer mi ha sempre rilassato. Ma col passare del tempo le emozioni sono diventate sempre più forti, e la voglia di scrivere sempre più dilagante. E ora mi ritrovo qui, con più di 300 pagine in un file Word senza nome e senza una frase di conclusione. L'ultima frase di un libro deve essere d'impatto. Deve essere speciale. Deve essere unica nel suo genere ed esprimere più emozioni possibili.
Fisso il mio computer. È tarda notte, e la mia stanza è illuminata solamente dallo schermo del portatile che tengo sulle gambe. Mi guardo attorno. Osservo il buio della mia camera da letto. I miei genitori stanno nella stanza accanto, che dormono già da diverse ore. Non hanno la minima idea di cosa il loro figlio da poco diciottenne stia scrivendo sul suo computer. In realtà non lo sa nemmeno il loro caro figlio cosa abbia creato.
Prendo il mio cellulare e guardo l'ora. Le 3:47. Guardo lo schermo del PC per poi tornare al telefono. Apro la rubrica e vado alla ricerca del suo numero di telefono. Non credo mi risponderà, ma tentar non nuoce, giusto?
Lascio squillare cinque volte. Sto per riattaccare, quando finalmente la persona che ho chiamato risponde.
«Pronto.»
Gracchia la voce dall'altro capo della telefonata.
«Seonghwa, sono io.»
«Hongjoong? È notte fonda, che succede?»
«Ho una domanda da farti.»
Sento Seonghwa lamentarsi sottovoce.
«Non puoi farmi la domanda domani mattina?»
«No.»
Cade il silenzio, e per qualche secondo temo lui abbia riagganciato, ma poi riprende a lamentarsi sottovoce. Piuttosto sembra stia scagliando dei malefici sulla mia anima.
«Forza, spara.»
«Se tu avessi scritto un libro riguardo l'amore della tua vita, quale sarebbe la sua ultima frase?»
Sento Seonghwa sospirare. Probabilmente si sta mettendo anche lui a sedere sul suo letto. Il mio computer ancora mi fissa.
«Perchè mi fai una domanda del genere?»
«Prima rispondi alla mia domanda.»
«È una domanda complicata.»
«Ho tutto il tempo del mondo.»
«Tra meno di 5 ore abbiamo scuola.»
«Fanculo.»
Lui ride.
«Credo che scriverei qualcosa di abbastanza triste. Tipo: "Ma gli Happy endings esistono solo nei film e nelle fiabe, e questo non è un film e nemmeno una fiaba, piuttosto la storia di un diciassettenne sfortunato in amore."»
Cala di nuovo il silenzio fra di noi. Sento un groppo in gola.
«Davvero triste, eh?»
Riprende a parlare lui, con una risata leggera. Come può ridere dopo aver detto una cosa del genere?
«Non sapevo provassi questo, Hwa.»
«Non lo sa nessuno.»
«Eppure a me l'hai detto.»
«Perchè mi fido di più di te che di me stesso. Sei come il mio custode, Joong, e ti affiderei anche i miei segreti più reconditi.»
Ho il fiato pesante. Se questa conversazione durerà ancora a lungo so che scoppierò a piangere.
«Lo stesso vale per me, Hwa. Ora devo andare. Buonanotte.»
Riattacco immediatamente, sentendo una lacrima scendermi lungo il viso e picchiettare sul mio computer. Le mie dita cominciano a digitare ancora prima che me ne renda conto. Le sue parole sono impresse a fuoco nella mia mente. Ogni singola parola la ricordo alla perfezione. Sarà questa l'ultima frase del mio libro, perchè è ciò che provo anche io in questo momento. Mi chiedo per colpa di chi Seonghwa stia soffrendo. Probabilmente voi avete già capito per chi batte forte il mio cuore triste. Sennò perchè mai avrei chiamato Seonghwa?

È passata una settimana da quella telefonata. Seonghwa non ha più fatto domande. Non mi ha chiesto nulla, e io non ho sollevato l'argomento. Ho stampato tutti e 347 fogli che ho scritto in un anno e mezzo, ed ora sono racchiusi in una cartelletta di plastica nera. Sono davanti casa sua. So che i suoi arriveranno a casa dopo di lui. Lascio la busta sullo zerbino e giro i tacchi immediatamente, diretto a casa mia. Su quella busta non c'è nessun nome, qui fogli sono tutti anonimi. Ma se leggerà con attenzione capirà da chi e per chi è scritto quel libro.

Sono tornato con una nuova storia breve, ovviamente sui miei SeongJoong (aka i miei genitori), che dedico all'amore mio afvckingweeb. Spero vi piacerà e spero che la apprezziate almeno quanto lo faccio io. <3333

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⏰ Last updated: Apr 27 ⏰

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𝐓𝐡𝐞 𝐰𝐫𝐢𝐭𝐞𝐫 •𝐒𝐞𝐨𝐧𝐠𝐉𝐨𝐨𝐧𝐠•Where stories live. Discover now