Satoru rise. "Non permetterò che accada di nuovo, ok? Ho imparato la lezione"

Suguru guardò lo schermo, l'ultimo film sugli squali tirato fuori con il cursore sul pulsante di riproduzione. "Ehm... Satoru, posso chiederti una cosa prima di iniziare il film?"

Satoru si rimpicciolì nel letto, una pila di caramelle alla fragola sul petto. Alzò lo sguardo e canticchiò, alzando un sopracciglio.

"Puoi farmi una promessa?"

"Dipende"

Suguru sospirò, le parole tutte confuse nella sua mente. "Sembrerà stupido, e mi sento stupido anche solo a chiederlo ma-"

"Va tutto bene, Sugu" assicurò Satoru, mettendosi in bocca una caramella. "Chiedi pure"

Suguru sbuffò, asciugandosi le mani sudate sui pantaloni. "Se succede qualcosa di... brutto alla festa, mi porti a casa? Subito dopo?"

Satoru si fermò e spalancò gli occhi, la caramella gli sporgeva dalla guancia. "Qualcosa di brutto? Tipo cosa?"

Suguru sospirò frustrato e guardò le stelle che brillavano al buio, odiando quanto fosse silenziosa la stanza di Satoru senza un tintinnante ventilatore da soffitto a cui guardare a bocca aperta. "Come... quello che è successo al ballo della scuola"

Ci fu una pausa. Una lunga, straziante pausa che probabilmente durò solo un millisecondo prima che Satoru finalmente parlasse. "Ehi, guardami, per favore" disse Satoru, tirandogli la manica.

Suguru costrinse i suoi occhi a incontrare quelli di Satoru. "Non devi preoccuparti di questo, ok?" disse, appoggiando il palmo sulla spalla di Suguru. "Starò sempre attento a te. Posso proteggerti..."

"Oh, non farlo sembrare così" si lamentò Suguru, coprendosi il viso con le mani. "Voglio solo che tu mi prometta che mi porterai dritto a casa se succede qualcosa di brutto. Non voglio doverti cercare di nuovo dietro ogni porta chiusa, ok?"

"Che cosa significa?" chiese Satoru. "Dietro ogni porta chiusa?"

Suguru si fermò, l'aria intrappolata nella sua gola. C'era una terribile pressione, che creava un nodo stretto di dolore e apprensione.

"Era solo un'ipotesi", si arrampicò. "Niente di serio"

La fronte di Satoru si corrugò. Un milione di pensieri scorrevano dietro i suoi occhi come le pagine di un libro che conteneva così opportunamente tutti i segreti di Suguru. "Ma hai detto di nuovo"

"Davvero?"

"L'hai fatto"

"Non credo"

Satoru fece un mezzo sorriso confuso. "Questo è il punto, Sugu. Ricordo tutto quello che dici e hai detto di nuovo"

Fanculo.

"Se l'ho detto, non lo intendevo, va bene? Accidenti"

Satoru si accigliò, togliendo lentamente la mano dalla spalla di Suguru. "Mi dispiace. Non volevo turbarti..."

"No, non mi hai turbato" lo interruppe Suguru, volendo uccidersi per essere così ansioso. Stava parlando di qualcosa di cui non doveva parlare con l'ultima persona con cui voleva parlarne. E non aiutava che fosse nella stanza di Satoru con il suo odore ovunque. E Satoru lo stava toccando solo un secondo prima, ma ora non lo faceva più e Suguru non voleva ammettere quanto fosse straziante quella sensazione-

"Suguru?" il suono del suo nome completo che usciva dalle labbra di Satoru fece solo battere il suo cuore ancora più veloce. "Se me lo chiederai, ti riporterò a casa dalla festa, ok? Se vorrai tornare a casa, verrò con te"

(WHEN FACING) THE THINGS WE TURN AWAY FROM ─ stsgWhere stories live. Discover now