𑁍𝖤𝖫𝖤𝖵𝖤𝖭

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seungmin's pov
mi guardò in modo confortante e proseguii con la storia della mia vita prima di iniziare l'università e perciò di cominciare un nuovo capitolo.

«nella mia classe alle superiori c'era questo ragazzo, ai miei occhi, il più bello che avessi mai visto.

non sapevo il perché di quelle mie riflessioni, eppure non lo volevo sapere, le facevo e basta.

diventammo subito amici per via dei nostri interessi comuni e costruimmo insieme il nostro gruppo di amici, con il quale uscivamo molto spesso.

al secondo anno notai di provare un certo interesse nei suoi confronti e me ne innamorai perdutamente.

tutte le mie conoscenze lo sapevano, tranne lui ovviamente.

poi, successivamente, ad una festa organizzata dalla scuola ci baciammo e decidemmo di frequentarci.

il tutto andò a buon fine e ci fidanzammo ufficialmente dopo poche settimane e alcuni appuntamenti.

era il ragazzo perfetto e già pensavo al nostro matrimonio, ai bambini, agli animali, all'aspetto che doveva avere la nostra casa e che nomi potevamo dare ai nostri futuri figli.

andava tutto per il meglio, io lo amavo con tutto il mio cuore e ciò faceva lui, o almeno lo pensavo.

era il nostro decimo mesiversario e decisi di fargli una sorpresa andando a casa sua senza avvisarlo, portando con me la sua chiave di scorta, da lui affidatomi, e un mezzo di rose rosa nonché le sue preferite.»

un singhiozzo bloccò la mia parlantina, rigandomi la guancia con una lacrima salata colma di dolore.

subito changbin si avvicinò a me abbracciandomi cercando di calmarmi.

con i pollici mi raccolse le gocce cristalline che cadevano dai miei occhi stringendomi sempre di più al suo accogliente petto.

fermato il mio semi-silenzioso pianto mi ricomposi e continuai con il mio "racconto".

«dicevo: volevo fargli un regalo, dato che quel giorno facevamo dieci mesi insieme, pieni di amore, coccole, gesti carini e anche un po' provocanti.

entrai piano, per non fare rumore e mandare all'aria la mia dolce sorpresa piena di sentimenti positivi.

mi diressi verso la sua camera, sperando di trovacelo dentro così il mio piano sarebbe andato come lo avevo programmato settimane prima del fatidico giorno.

non mi sbagliavo, infatti dallo spiraglio della sua porta lo vidi raggomitolato nel letto, e pensai che stesse guardando il cellulare come suo solito.

spalancai la porta urlando "più dieci mesi a noi!" a occhi chiusi, provocandogli un sussulto e quando aprii le palpebre notai che affianco a lui ci fosse una ragazza in intimo sotto le sue lenzuola.

il mondo mi crollò addosso e morii dentro, sentendomi un bicchiere vuoto.

quel giorno la mia anima morì ma il mio corpo no.

successivamente venni poi a scoprire che la mia, se si può chiamare così, relazione era tutta basata su una scommessa e che il mio cosiddetto fidanzato non mi aveva mai amato, anzi era pure omofobo.

ti ricordi quando mi hai fatto quella domanda il primo giorno, quando jisung ti ha portato a casa mia, presentando te e chan? -in risposta ricevetti un mugugno affermativo- ecco: da quel momento in poi mi chiusi in me stesso.

dopo quell'evento cambiai scuola e lì conobbi jisung e felix.

con loro non mi aprii riguardo all'orientamento sessuale per paura di venir giudicato, ma quando felix si fidanzò con hyunjin realizzai di essere nel giusto posto, in una safe zone.

questo pezzo della mia vita non lo avevo mai raccontato a nessuno, sei il primo con cui mi apro così spontaneamente.»

l'altro mi guardò con pena, come se mi stesse empatizzando nel profondo, sentendo come mi sentivo io durante quel doloroso avvenimento.

ci fissammo intensamente a lungo, non sapendo cosa fare o come reagire.

o almeno, io non sapevo cosa fare perché improvvisamente il mio viso venne tirato in avanti e le mie labbra vennero dolcemente coccolate da quelle morbide di changbin.

non ricambiai subito, colto sicuramente di sorpresa, ma dopo qualche secondo mossi anche io la mia bocca allo stesso ritmo di quella dell'altro.

riuscivo a percepire la sua tristezza rispetto la mia prima esperienza omosessuale e amore, purtroppo iniziato e finito male.

anzi, io non direi purtroppo, userei la parola "menomale", perché se no non mi sarei baciato con il ragazzo che a prima vista mi aveva incuriosito nonostante le sue scarse risorse riguardo al come fare conoscenze.

continuammo il nostro gesto d'amore fin quando non prendemmo molto del fiato all'interno dei nostri polmoni, staccandoci inalando ossigeno.

assorti l'uno negli occhi dell'altro, distogliemmo lo sguardo talmente imbarazzati da non riuscire più a guardarci in faccia per ciò che era accaduto.

«io devo... andare. ci sentiamo...» sussurrò tutto ad un tratto l'altro, volendo uscire da quella situazione abbastanza sconveniente.

«oh sisi, certo... vai pure. grazie per avermi accompagnato a prendere le chiavi e portato a casa.» appena finii la frase lui era già fuori dalla porta, liberato da quella circostanza.

mi buttai con la faccia sul tavolo, tirando su di esso dei forti pugni.

ero rimasto imbambolato a guardarlo, senza fare niente di niente, neanche una minima reazione o a dire una minima frase.

nelle situazioni come quella, dovetti chiamare il re in questione: lee felix.

dopo pochi squilli rispose, un po' ansimante e impossibilitato a fare una frase di senso compiuto.

«e-ei ciao min-nie...» mi salutò annaspando.

«ho capito, chiamo dopo. buona scopata. ah e salutami hyunjin.» dissi per poi chiudere la chiamata, sentendo un ultimo gemito da parte sua.

perché mai aveva risposto in quella condizione?

bah, non lo avrei mai compreso.

non mi saltò neanche in mente di chiedere consiglio a jisung, probabilmente changbin sarebbe andato da lui o chan.

non avevo nessuno con cui potevo sfogarmi, o forse un qualcuno c'era.

composi un determinato numero e dopo poco sentii un "pronto?" da parte dell'altra persona.

«ciao minho, sei libero per caso?»

«uh si certo. che succede?»

«ho bisogno di un suggerimento, però felix è occupato con hyunjin, jisung pure, a jeongin non penso neanche dato che è da mesi che studia per la laurea. aiutami tu ti prego!» lo supplicai, non avendo nessun altro con cui confrontarmi.

«eh va bene. ci vediamo a casa tua?» chiese visibilmente esasperato.

«si! grazie mille hyung.» confermai.

«ok, dieci minuti e sono da te.» e riattaccò.

angolo autrice:
ciao a tutti, come state? io più o meno, domani ho la verifica di matematica e l'interrogazione di latino😃
bando alle ciance, ecco a voi il capitolo 11!
spero vi sia piaciuto e che aspettiate con ansia il 12, dato che potrebbero succedere delle cose da adesso in avanti, ma io non dico niente🫣

-kisses by lia💓

Piece Of A Puzzle. ᜣ SEUNGBINWhere stories live. Discover now