Capitolo 2: Io mi fido di te!

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2) Io mi fido di te!

Quella mattina avrebbe dovuto, o meglio, avrebbe voluto oziare e riposarsi, e invece no, gli era toccata una sostituzione quasi all'ultimo minuto.

Non aveva potuto tirarsi indietro, sebbene nella sua posizione avrebbe anche potuto approfittarne, e così aveva detto addio ai suoi propositi di relax per quella domenica, ed era andato al lavoro.

Un suo collega si era ammalato, influenza novembrina, e quindi gli aveva chiesto un giorno di malattia e un cambio di turno.

"Pazienza!"

Così aveva pensato.

In fondo erano in novembre, e già pregustava la tanto agognata settimana di ferie in occasione del prossimo periodo natalizio.

Allora sì, che avrebbe potuto staccare la spina! Ne aveva davvero bisogno!

Mamoru Chiba camminava lungo i corridoi del suo reparto, verso uno degli innumerevoli corridoi della sua clinica.

Le mani nelle tasche del camice, la testa proiettata chissà dove, camminava spedito a capo chino fissandosi i sanitari ai piedi passo dopo passo.

Continuando a procedere speditamente, si bloccò all'improvviso quando un fascio di luce proiettato sul pavimento attirò la sua attenzione.

Alzò lo sguardo e di fronte a lui, poco distante e sulla sinistra, notò una porta stranamente aperta per una domenica mattina.

La piccola Saletta adibita a Scuola e Laboratorio Ricreativo per i pazienti non veniva mai aperta la domenica.

Un po' curioso e un po' stranito, decise di dare un'occhiata.

Si affacciò alla porta e vide una ragazza bionda, di spalle, che curiosava in giro e sembrava totalmente immersa in chissà quali contemplazioni.

Non si girò. Evidentemente non doveva proprio essersi accorta della sua presenza.

Chi poteva essere?

Assottigliò chi occhi, grattandosi la testa pensieroso.

Gli vennero in mente le selezioni per il nuovo personale da poco concluse, e che effettivamente all'indomani quella piccola Scuola avrebbe avuto una delle nuove risorse umane assunte.

>>>Lei è la nuova Educatrice? - esordì.

Destò la giovane donna dalle sue riflessioni, facendola quasi sobbalzare.

Lei si voltò di scatto verso la porta d'ingresso e lo vide fissarla con attenzione, standosene fermo sulla soglia.

Mamoru si concentrò subito sul viso: un ovale davvero grazioso, dalla pelle quasi di porcellana, su cui spiccavano due occhi azzurri che adesso lo guardano con un'espressione indecifrabile...

Era alta e slanciata e per un attimo quasi gli sembrò impossibile smettere di guardarla.

Oh! Ma che andava a pensare?

-...Io... Sì, sì sono io. La caposala mi ha dato le chiavi della scuola e volevo venire a dare un'occhiata, anche se oggi è domenica, e questa saletta dovrebbe restare chiusa...-

Forse l'aveva spaventata, o messa in soggezione, perché sembrava non essere a suo agio.

Pareva quasi avergli risposto titubante.

Beh, sbucare alle spalle di una sconosciuta, senza neanche salutare civilmente, e farle subito domande dirette, non era stato il massimo.

Forse.

Continuava a fissarlo senza dire altro, alche Mamoru pensò bene di rompere quell'imbarazzante nuovo silenzio.

Sì avvicinò al banchetto e vi si sedette, porgendole la mano e presentandosi:

UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMOREWhere stories live. Discover now