Capitolo 36. Frenesia⚜️

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Doveva uscire di lì. Subito.

« Bene. » annunciò alzandosi in piedi. Lily sobbalzò e lo guardò dal basso, « Me ne vado. » disse poi, come se dovesse sottolinearlo, e si costrinse ad uscire dall'appartamento passandogli accanto, stando ben attento a non sfiorarla.

Si richiuse la porta alle spalle, e a grandi falcate cercò di mettere della distanza tra lui e l'oggetto dei suoi desideri. E c'era quasi riuscito finché non sentì di nuovo il suo odore.

« Blaine, possiamo parlare un attimo? » quando era uscita? Era troppo preso dall'allontanarsi che non se n'era reso conto. Si voltò, trovandola a pochi passi di distanza da lui. Aveva il battito accelerato, mentre la sua pelle ardeva letteralmente ogni volta che lei posava lo sguardo sul suo corpo.

« Se proprio insisti. » rispose, tra i denti. Ogni parola per lui era un enorme sforzo, tutto quello che avrebbe voluto era accorciare le distanze.

Poi, lei sembrò rendersi conto che qualcosa non andava, si avvicinò per guardarlo meglio in faccia. Blaine, d'istinto, si ritrovò ad indietreggiare.

« Che cos'hai? » domandò, « Hai una brutta cera. »

Tutta colpa tua. Sibilò, ma solo nei suoi pensieri. Era troppo vicina. Perché era così vicina?

« Niente. » rispose.

Lily, alzò una mano nella sua direzione e prima ancora che lui potesse dire o fare niente si avvicinò, e alzandosi sulle punte dei piedi posò una mano sul suo petto incandescente.

Blaine si irrigidì istantaneamente, ma nonostante volesse ritrarsi i suoi piedi restavano ben piantati a terra. Le sue zanne si allungarono reagendo al suo tocco, ma non era affatto per la sete quanto per l'eccitazione che gli provocava. La sua mano era incredibilmente tiepida, e la sua pelle sembrò trarre sollievo da quel tocco delicato.

« Dio mio, ma tu hai la febbre! » esclamò senza accennare al togliere la mano, ma dal suo petto salì al suo collo e sul viso, sfiorandogli la fronte. « Sei bollente. »

« Per favore, non toccarmi. » si sforzò di essere il più calmo possibile e le tolse la mano dal viso, con un gesto secco. « Cosa volevi dirmi? » quella conversazione doveva finire al più presto.

Lei parve ricomporsi, sebbene la delusione che albergava nei suoi occhi.

« Volevo dirti che non frequenterò più gli allenamenti. » disse, risoluta. Ah, è di quello che voleva parlare. Questo migliorava un po' le cose, era un argomento neutro. Un campo su cui Blaine si sentiva tranquillo nel parlare. Tuttavia Lily sembrava tesa, e Blaine moriva dalla voglia di conoscere i suoi pensieri. Si diede dello stupido e si costrinse a non farlo. Sapeva che era troppo instabile in quel momento dal reagire a stimoli anche insignificanti, specialmente se venivano da lei.

Con un colpetto di tosse cercò di tornare concentrato. « Se ti ho chiesto di farli è perché in qualità di tuo Custode penso che ti possa essere utile. » in realtà l'unico motivo per cui aveva deciso di mandarcela era per levarsela dai piedi. Doveva ricominciare a sentirsi se stesso, era come se lei improvvisamente fosse diventata il centro di tutto, e non poteva tollerarlo.

« Sì, beh... » farfugliò allora Lily. Sembrava si fosse studiata quel discorsetto a memoria. « A me non interessa. Farò da sola, mi allenerò con Seth quando potrà. » l'idea di vederla in palestra circondata da altri maschi della sua razza lo indispettiva, ma d'altra parte preferiva che iniziasse a sviluppare le sue potenzialità, e che imparasse a difendersi. Così non si sarebbe più dovuto preoccupare così spesso di lei, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per smettere di comportarsi come un animale e sarebbe tornato alla sua vita di tutti i giorni. Avrebbe cercato qualche altra donna di cui non gli importava niente per una scopata e si sarebbe sentito meglio. Come aveva sempre fatto, senza bisogno di marcare il territorio ogni istante come un leone.

« Fa come vuoi. E' tutto? » Ti prego Lily, vattene. Si stava già dirigendo verso la porta del suo appartamento.

« No, non è tutto. » rispose lei, con decisione questa volta. Se ne stava lì, a qualche passo di distanza da lui, con gli occhi bassi in attesa che arrivasse il coraggio per parlare. E più Blaine la guardava e meno voglia aveva di sentire cosa avesse da dire, perché dentro di sé sentiva che stava per arrivare al punto di rottura. « Volevo dirti che dovremmo smetterla con questa sceneggiata. Voglio dire, siamo adulti e vaccinati, so gestire un rifiuto. Non c'è bisogno che mi eviti, finiamo solo questa cosa e poi ognuno prenderà la sua strada, okay? » Aveva detto tutto d'un fiato, si stava mordicchiando il labbro in evidente difficoltà.

Questo per Blaine era troppo. Cercò di incassare il colpo, meglio che poté, ma tutto il suo essere si rifiutava di starsene in silenzio e annuire come avrebbe dovuto fare. Sapeva che sarebbe stato meglio che Lily lo avesse creduto, ma il punto è che non voleva. « Pensi che io non ti voglia? » domandò, avvicinandosi con passi lenti e misurati a lei che stava indietreggiando. « Pensi che non mi sia piaciuto? » insistette su quel particolare frangente, stava avvampando, i suoi occhi viaggiavano a quella notte. Così come la mente di Blaine, che poteva ancora sentirla ansimare contro le sue labbra, così come la dolcezza ed il calore del suo corpo mentre lo accoglieva dentro di lei.

Il corpo di Blaine adesso stava bruciando, letteralmente, si avvicinò ancora di più a lei che si ritrovò con la schiena schiacciata contro la porta del suo appartamento, in trappola. Le premette contro il suo corpo, la sua erezione spingeva prepotente contro il ventre della ragazza, che impotente iniziava ad andare in iperventilazione. Dio, quanto era eccitato. Non ci pensò due volte e fece scattare la porta, e in un movimento fluido la spinse dentro, schiacciandola dall'altro lato della porta. Erano soli, proprio dove la voleva da settimane. Accarezzò un suo fianco con estrema lentezza e la sentì sciogliersi sotto il suo tocco. « E' davvero questo che pensi Lily? » continuò, aspettando che lei rispondesse. Poi le passò un pollice sul suo labbro fremente, poteva sentirla scaldarsi e l'odore della sua eccitazione raggiungerlo nel profondo.

« Dimmelo tu. » sospirò soltanto, ma di piacere quando lui le fu a fior di labbra. Lily si stava sciogliendo per lui, poteva sentirla così morbida, dolce, bagnata. Fu troppo anche per lui, che non riuscì a resistere e con la punta della lingua leccò le sue labbra, che si dischiusero senza opporre resistenza. La baciò, a lungo, profondamente, sentendo il suo sapore che per giorni aveva continuato solo ad immaginare e lasciò che lo inebriasse.

« Toccami. » riuscì solo a dire, senza abbandonare le sue labbra. E lei non se lo fece ripetere due volte accarezzando il suo viso, le spalle. La sua pelle era bollente, tutto in lui bruciava di desiderio, « Più giù, piccola. » voleva che sentisse quanto era eccitato, e quando lei obbedì soffiò come un felino. Voleva prenderla, lì e adesso. Le baciò il collo con l'irrefrenabile desiderio di morderla di nuovo, ma fu proprio in quel momento che lo sentì. Il suo battito, accelerato per l'eccitazione, ma debole allo stesso tempo. Lui era così caldo ma non si era reso conto di quanto lei fosse gelida. Che aveva, non stava bene? No, era debole. E la colpa era sua, si era nutrito di lei con avidità, senza pensare alle conseguenze. Eppure, Lily non si ritraeva al contatto con le sue zanne. Avrebbe accettato che la mordesse di nuovo, perché? Blaine per la prima volta nella sua vita provò una sensazione completamente sconosciuta, un tepore che lo costrinse a fare un passo indietro nonostante la desiderasse con tutto se se stesso.

« Lily? » mormorò, senza alzare lo sguardo dalla sua pelle candida.

« Mmh? »

« Adesso voglio che mi ascolti per bene, perché non te lo dirò più. » continuò, cercando di richiamare a sé il poco autocontrollo rimasto. « Hai capito? » sussurrò ancora, beandosi di lei. Lily fremette di nuovo, ma annuì. « Brava. » con la punta della lingua seguì la curva del suo collo, facendola rabbrividire di piacere. « Se fosse per me ti porterei nel mio letto e ti farei gridare fino a farti dimenticare il tuo nome. » ed era sincero, « Ma l'unico motivo per cui non lo faccio è perché non provo e non proverò mai niente per te. E ora, vattene per favore. » e prima di incrociare il suo sguardo ferito e sentirsi un verme spalancò la porta.

THE WHALKER - Il Giglio ScarlattoWhere stories live. Discover now