Filippo mi raccontò dell'irrascibilità di pirucchio nei suoi confronti, del murales che i ragazzi non volevano cancellare, e dei permessi sospesi che stavano scaldando gli animi.

Passai l'ora più bella di quelle ultime settimane. Sentire la parola di un amico era qualcosa di sconosciuto per me fino a pochi mesi prima, eppure adesso ne avevo ben cinque di amici veri, e ciò bastava a farmi dimenticare di lui per un po' di tempo.

Quando salì nei dormitori mi fiondai in doccia, e dopo aver indossato il mio pigiama nero mi ritirai in cella dove trovai le mie compagne. Silvia intrecciava i capelli di Gemma, mentre Nad nascondeva la sua testa sotto un cuscino.

Passai accanto al mio armadietto per posare i panni sporchi nel cesto, e vidi la foto mia e di Ciro attaccata grazie ad una calamita. Non avevo più vergogna a nascondere i miei sentimenti per lui. Sapevo che avrei continuato ad amarlo anche tra cent'anni. Perché infondo era stato da sempre quello l'emblema della nostra relazione. Per tutta la vita. Migliaia di volte avevamo giurato di amarci all'infinito, ed io non mi stancavo mai di ripeterglielo.

Mi asciugai all'istante la lacrima solitaria che scivolò lungo la mia guancia, e accarezzai la foto. Presi posto sul mio letto e restai in silenzio come le mie compagne di cella.

Quei lunghi ed immensi secondi di pace furono interrotti da Nunzia che entrò in cella.

-che tieni Naditza?- domandò alla mia amica che non si era mossa da quella posizione

-sono dieci giorni che non mi fate vedere Filippo- mugolò ed io sorrisi

-e domani è o' juorn buon- parlò ricevendo la totale attenzione della ragazza che fece volare via il cuscino dalla sua faccia

-in che senso?- si mise a sedere ed io rimasi ad ascoltare la conversazione

-che domani riprendono le attività e il chiattilo ti aspetta per la lezione di musica- Nad fece un balzo dal letto afferrando subito le cose per la doccia mentre chiedeva a tutte noi come fosse il suo aspetto.

-a Filippo interessa la mia arte- si vantò ed io risi divertita mentre da dietro vidi spuntare una chioma rossa

-l'arte di fottere le persone- sputò velenosa ed io saltai dal mio letto per avvicinarmi subito in cagnesco.

Non avevo dimenticato le sue parole la notte della morte di Ciro.

-qual foss o' prublem?- la sfidai con lo sguardo

-non cominciate- ci rimproverò Nunzia

-Viò perché non te la vai a fare pure tu una doccia... puzzi d'invidia- la prese un giro Nad mentre mi affiancava.

La rossa ci squadrò restando in silenzio, mentre Nunzia restava sull'attenti preoccupata.

-mo fo o' cess e vavatten- gli feci segno di andare e poco dopo obbedì.

La mattina a seguire mi cambiai di fretta per raggiungere la mensa, per poi essere spostate in sala comune dove ad aspettarci non c'erano i ragazzi.

Trascorsi il tempo a cucire tra una chiacchiera e l'altra con Nad e Silvia, mentre gli chiedevo informazioni sul pacco che sarebbe arrivato il giorno a seguire.

Quella notte l'avevo trascorsa con una terribile ansia, aggiunta alla costante nausea, ricavando solo due orette di dormiveglia.

Ad un tratto cominciai a sentire dei cori provenienti dal cortile, occupato dai ragazzi. Ripetevano ad alta voce "assassini" e quando capì che fosse un coro in onore di Ciro mi precipitai alla finestra seguita dalle altre.

Edoardo incrociò il mio sguardo ed io scossi la testa abbattuta. Nonostante avessero perso un loro caro amico continuavano a promuovere la violenza, con cui Ciro aveva perso le vita.

-assassini- gridò la voce di Viola e scattai subito con gli occhi su di lei.
Mi allontanai dalla finestra e con grandi falcate mi trovai davanti alla sua figura che mi sfidava con lo sguardo.

-ma tu c' cazz parl a fa'- l'afferrai e la spintonai sul pianoforte

-Anna, ma e' perz a cap?- Liz corse verso di me per provare ad allontanarmi

-sta granda cess, ma nun t' mitt scuorn- urlai mentre venivo allontanata dalla stanza

-fai sul ammuin, ma comm aggia fa cu te- mi trascinò fino alla direzione dove trovai il comandante che raccoglieva le sue cose, e la direttrice e Beppe che tentavano di fermarlo.

-la colpa è solo mia, io ho chiuso con l'IPM- disse prima di passarmi accanto

-comandá, ma c' stat ricenn, voi non ci potete lasciare, qua tutti vi vogliamo bene, e poi per me siete come un padre- lo richiamai e si voltò verso di me con lo sguardo basso

-è giust accussì Annarè- concluse prima di guardarmi per l'ultima volta, ed uscire dall'ufficio.

Una lacrima sfuggì dalla mia iride e Liz se ne accorse.

-forse non è un buon momento. Jamm Annarè- mi accarezzò la spalla e mi portò nella mia cella lasciandomi sola a pensare.

Passai lì l'intera giornata evitando di scendere in cortile, e rifiutando anche un colloquio.

Dopo aver trascorso il tempo in mensa seduta ad un tavolo completamente vuoto, vidi la direttrice ferma davanti ai dormitori che sembrava proprio attendere me.

-se è per oggi in sala comune mi dispiace direttrì, ma io a quella là non la posso proprio vedere- parlai pensando che volesse punirmi per il mio comportamento di quel pomeriggio

-per questa volta farò finta di niente, ma non sono qui per questo- si fermò e la vidi porgermi una busta avorio.

-oggi il colloquio che hai rifiutato era con Nina. Lei e Futura erano venute a portarti la partecipazione al matrimonio suo e di Carmine. Lei sente che Carmine si sveglierà, e vuole che tu e Filippo siate i testimoni- il mio sguardo si illuminò a quelle parole, ed una fiamma di speranza si appiccò in me.

Non trovando alcuna parola per la quale esprimere l'emozione che stessi provando mi fiondai nelle braccia della direttrice stringendomi a lei.

-grazie. Grazie direttrì-

Ciaooo
Questo è il primo capitolo bonus dove si parla della vita di Anna dopo la morte di Ciro. Spero che vi piacciono, perché siamo molti vicini all'epilogo.
Al prossimo aggiornamento
Bluemoon 🌙

Annarè | Ciro RicciWhere stories live. Discover now