Tirai dalla tasca un biglietto di cartone. Era la chiave di una camera d'hotel. Grand hotel NA.

Il giorno a seguire preparai la mia borsa per quel giorno, e quando arrivai ai cancelli d'uscita trovai Ciro anche lui in procinto di uscire.

-ti aspetto stasera- mi affiancò nel mentre che i cancelli si aprissero

-aspiett e spier- lo presi in giro. Non avevo minimamente intenzione di andare.

-t' aspett p tutt' a vit se serv- lo precedetti e mi catapultai fuori dove vidi parcheggiata la punto di mia sorella, che sfigurava accanto al Mercedes nero lucido di Don Salvatore.

Accanto al padre di Ciro vidi suo fratello Pietro, e con un cenno di testa salutai entrambi. Mi voltai ed abbracciai mia sorella Mena.

-comm stai nennè?- mi prese il viso con le mani e mi guardò

-sto bon Mena, mo jammucenn a cas- posai lo zaino sui sedili posteriori, e nel frattempo vidi Ciro salutare suo padre mentre continuava a fissarmi.

Per quella giornata mia madre aveva invitato tutti i parenti a casa, tra cui tutte e sei le mie cugine. Vivevamo tutte nello stesso quartiere, ed eravamo cresciute insieme ma a causa del nostro trasferimento avevamo iniziato a vederci sempre di meno.

-Sarè ma allora è vero che Enzo ti ha fatto la proposta?- finito l'enorme pranzo organizzato da mia madre andai a stendermi sul mio letto con Sara. Aveva qualche anno in più di me, e Mena mi aveva raccontato del suo matrimonio.

-si marò, so troppo contenta, speriamo che ti danno il permesso per quel giorno- si poggiò sulla mia spalla sorridendo.

Mentre ascoltavo mia cugina parlare ero completamente assorta dai miei pensieri, e forse stavo cambiando idea sull'hotel.

Ciro

-Cirù arò vai?- dopo essermi cambiato e aver preso le chiavi del motorino mi avvicinai alla porta, prima di essere fermato da mio fratello Pietro

-aggia fa na cos, torn ambress, però stasera nun c stong, vac a' ballà che cumpagn- lo avvertì ed uscì di casa prendendo il motorino

Girai per le vie di Napoli fino a fermarmi davanti ad uno dei bar di Rione Sanità. Non un bar qualsiasi, ma quello dove Mirko Santobono faceva il fattorino della cocaina. Avevo fatto prendere informazioni a Pietro, e passava prevalentemente lì il suo tempo. Nascosi la pistola dietro i pantaloni, e mi addentrai nel bar trovandolo quasi del tutto vuoto.

-a chi cercate?- domandò un uomo dietro al bancone, e quando mi guardò meglio in faccia e si accorse chi fossi, cambiò espressione.

-scusate Ricci, vi posso aiutare?- si sporse dal bancone ed io mi guardai intorno

-Santobono arò sta?- chiesi

-nella sala di là, portate i miei saluti a Don Salvatore- mi indicò una stanza chiusa, ed io camminai spedito in quella direzione

Spalancai la porta, e vidi un gruppo di ragazzi occupati a tirare strisce bianche.

-ma tu chi cazz si- un ragazzo di colore sobbalzò nel vedermi, e si avvicinò con fare minaccioso

-o sacc' ij chi è- vidi Mirko sbucare da dietro un'altro suo amico, e si avvicinò verso di me

-Ciro Ricci, giusto?- mi fissò con sguardo duro ed io accennai un sorrisino

-e tu si o strunz ca' a mis e man nguoll a Anna?- rimasi immobile da dov'ero

-Anna m' adda sul ringriazà- iniziai a sentire la rabbia pervadermi

-over? E' p che cos?- mi feci più vicino di qualche passo

-c' agg mbarat nu poc e' educazion- a quel punto sferrai la pistola del jeans, e gliela puntai contro

-si sul nu povr strunz- il colpo partì e arrivò dritto nel suo petto.

Lo vidi cadere al pavimento ed una macchia di sangue lo circondò. I suoi amici si allarmarono e lo accerchiano.

-o primm' c parl fac a stessa fina soja- e con questo uscì dal bar.

Anna

Alla fine mi ero convinta. Era da idioti accettare l'invito in un hotel da parte del proprio ex criminale, e che oltretutto mi aveva scaricata, convinto che l'avessi tradito, ma avevo dato vinta ai sentimenti, e adesso mi ritrovavo sul mio motorino cinquanta diretta al posto del biglietto.

Entrai nella hall e la receptionist mi guardò confusa, dopo averle mostrato il biglietto che mi aveva dato Ciro mi diede indicazioni per raggiungere la stanza.

Strofinai il palmo della mano sul pantalone a vita bassa blu navy, che indossavo, e prima di bussare presi un grosso sospiro.

L'appuntamento era per le dieci, ed io mi ero presentata alle undici e mezza, senza nemmeno sapere se Ciro fosse lì, o fosse stata solo una presa in giro la sua.

Dopo alcuni minuti di attesa mi arresi e mi voltai per uscire da quel posto. Stavo per imboccare la strada del corridoio, quando sentì la porta aprirsi, mi voltai di scatto e vidi Ciro di fronte a me con tutta la sua altezza.

-pensav ca' nun veniv overament- fu la prima cosa che disse ed io intrappolai un sorriso tra le labbra

-fors er megli- sussurrai con voce flebile per poi buttarmi sulle sue labbra.

Assaporai il sapore di tabacco della sua bocca, e gli accarezzai il collo mentre lui con un gesto chiuse la porta, e mi portò verso il letto

-m' fai ascì pazz Annarè- mi poggiò sul tavolo della camera, sollevò il mio maglioncino bianco senza spalle, e mi baciò la clavicola per poi scendere più giù fino al mio addome.

Feci per sollevare la sua maglietta e ad attirare la mia attenzione fu un tatuaggio al lato sinistro del petto.

Anna

Era ciò che c'era scritto, e Ciro si accorse della mia espressione confusa. Alzai lo sguardo per ricevere risposta, e lui accennò prima un sorriso.

-tu stai semp int o cor mij Annarè- e con questo riprese a baciarmi con più foga di prima

Dopo esserci sfilati gli indumenti passammo sul letto, continuando a baciarci con la passione di chi si desiderava da tempo immemore.

Passai la notte più travolgente della mia vita, tra le nostre grida e ansimi, le mie unghie che graffiavano la sua schiena, e le sue mani che toccavano il mio corpo, come nessuno mai avrebbe potuto fare.

Ciaoo!
Con questo capitolo vi annuncio che siamo vicinissimi alla fine.
Finalmente Anna e Ciro sembrano essersi riappacificati ma chi lo sa..
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Annarè | Ciro RicciWhere stories live. Discover now