Afferrai una cartina, ed infilai il filtro tra le labbra, prelevai la giusta quantità di tabacco e lo posizionai tra la cartina cominciando a rollare il drumm. Sentì dei passi farsi più vicini, e quando sollevai gli occhi vidi le due zingare con la quale avevo litigato qualche giorno prima.

-com'è che ci hai chiamate l'altra volta annarella- parlò la più grande delle due, ed io sospirai

-non tengo genio di rispondervi- tornai con gli occhi sulla cartina, ma mi fu strappata da mano. Balzai giù dal tavolino e andai faccia a faccia con l'altra

-allora come ci hai chiamate?- mi sfidò

-rom e' merd- parlai, e cominciavo a sentire odore di rissa

-vediamo se hai il coraggio di ripeterlo adesso, piccola bastarda. Com'è che ci hai chiamate?- venni afferrata da entrambe, ma una di loro puntò un pezzo di vetro alla gola

-rom e' merd, t' aggia fa o disegnin granda cess?- alzai la voce e all'improvviso la figura di Ciro apparve di fronte a me

-c' re sta ammuin, lasciat' a sta- le due, colte alla sprovvista mi mollarono, e sparirono in un battito di ciglia

-ce la facevo pure da sola- ripresi il pacco di tabacco e lo infilai di nuovo in tasca. Quelle due mi avevano fatto passare pure la voglia di fumare. Mi portai una mano sul collo quando sentì una goccia di sangue colare giù.

-prego- Ciro si mise di fronte a me, e mise la sua mano sopra la mia poggiata sul collo. La tolsi e lui guardò il taglio.

-ossai chi le ha mandate a quelle due? Quella psicopatica della fidanzata tua- misi le mani all'indietro per poggiarmi al tavolo

-la fidanzata mia si sul tu- prese la mia mano e mi avvicinò pericolosamente a lui. I nostri corpi era attaccati e i volti a pochi centimetri di distanza.

-ma comm si ruffian- spostai la testa di lato, ma lui con la sua mano mi costrinse a guardarlo. Nascosi i miei occhi sotto le ciglia e rimasi senza fiatare

-Anna uardm- la mano si spostò sotto il mio orecchio, e a quel punto mi decisi a guardarlo. I suoi occhi che non mi stancavo mai di osservare, e che dopotutto, non avevo mai smesso di amare.

-Ciro no- d'improvviso mi staccai da lui, e rimase perplesso dalla mia reazione.

Feci il giro del tavolo, e con il cuore a mille uscì dal laboratorio.

La sera, poco prima di cena ero sul mio letto con Silvia che stava intrecciando i miei capelli in una lunga treccia.

-marò amò tieni dei capelli troppo belli- affermò la castana ed io risi.

Vidi qualcuno affacciarsi e trovai Liz sull'uscio della cella che mi fece cenno di seguirla.

-c'è Lino che ti aspetta, dopo raggiungici in mensa- mi lasciò davanti l'entrata dei dormitori, e percorsi la rampa di scale per ritrovarmi Lino e Filippo.

-forza- seguimmo l'uomo senza dire una parola, e ci lasciò nell'ufficio del comandante dov'era presente anche Beppe.

Presi posto sulla sedia, e Filippo si sedette accanto a me. Ero certa si trattasse di Carmine dall'espressione del comandante che era sul punto di esplodere.

Ci raccontò della fuga di Carmine, e dovetti controllarmi per non farmi scappare un sorriso di pace.

-ma cosa gli è successo è impazzato?- il chiattilo mise in scena il nostro teatrino, ed io mi preparai a seguirlo.

-comandá ma over stat facenn?- domandai sconvolta

-voi non ne sapevate niente?- parlò Beppe che era seduto al contrario sulla sedia

-nuij? no- alzai le spalle fingendo di niente

-la ferita alla testa, o malor, è tutto over?- il comandante prese posto dietro la scrivania e sospirò forte

-comandante noi ne sappiamo esattamente quanto voi, io ho solo visto che stava male e l'ho soccorso- rispose Filippo

-nei giorni precedenti non avete notato niente? ormai siete inseparabili, state sempre insieme, non vi è sembrato strano?- Beppe continuò ad insinuare

-megli e vuij nisciun po' sape che tiene in testa- affermò il comandante e decisi di prendere parole

-comandá stat sbagliann, nuij mic sapim c' ten Carmine nda cap, noi ci facciamo i fatti nostri, e Carmine i suoi- con quelle parole misi fine a quell'interrogatorio

-ho capito- il comandante ci congedò ed uscì fuori dall'ufficio e mi avviai verso Lino

-sapete dove dovete andare ja- l'uomo ci aprì il cancello e lasciò andare me e Filippo.

A metà corridoio lontano dagli occhi indiscreti delle guardie mi avvicinai a Filippo

-sicur ca' è tutt appost?- chiesi e mi guardai intorno

-sisi, mia sorella si è incontrata con la tua e Nina, a quest'ora devono essere già in mare- mi spiegò ed io pregai mentalmente che Dio li aiutasse.

Guardai l'entrata dell'infermiera, ed in fondo notai un corpo che sembrava essere appeso. Mi pietrificai e con un'inspiegabile forza riuscì a parlare

-chiattì... chiattì ma chi è quello?- sentì le lacrime agli occhi, e Filippo mi superò per aprire il cancello

-cazzo Pino- vidi il corpo di pino impiccato, e mi coprì la bocca con la mano

-vai a chiamare aiuto- gridò Filippo e corsi fuori con l'adrenalina a mille

-aiuto- urlai fin quando non vidi arrivare il comandante e Beppe in mio soccorso.

Ciaoooo!
Non potete immaginare quello che deve succedere nei prossimi capitoliii.
Ultimamente sto aggiornando poco perché sono in ritardo con i capitoli successivi, e non vorrei rimanere senza niente da pubblicare.
Inoltre tra pochissimo inizia scuola e io devo ancora prepararmi mentalmente.
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Annarè | Ciro RicciWhere stories live. Discover now