Capitolo 28: Il mondo continua a girare

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«Sono stati bravi.» ammise il capo, spegnendo la televisione dal telecomando. Usò la sedia girevole per voltarsi del tutto e fronteggiare la scrivania; il collega gli passò quella che era la foto di Kyle, cosicché la collocasse sulla superficie in fila, accanto a quelle dei soldati di Dave Morrison. «Cercare di avvicinarsi a noi per mezzo delle armi della Jung Army Company non me lo sarei aspettato. Si stanno giostrando bene.»

L'altro concordò, tornando seduto dall'altro lato, la foto di Noah ancora in mano. «Riescono a mantenersi sempre sulla nostra pista. Sembra che ci tengano proprio a capire chi siamo.»

«Hanno paura che qualcun altro possa morire. Questa volta hanno agito tutti insieme; era come se avessero capito che sono dei bersagli, anche loro. Pensano che abbiamo in serbo uno sterminio di massa: mi piace che ci siano arrivati. Il Governo e i servizi segreti pensano che ogni elemento legato alla morte di qualche ex-agente o soldato sia collegato a qualcosa di grande.» guardò le foto; in ordine vi erano Dave, Gregory, Sully, Kyle, Gavin e Liam. Le più vecchie erano quelle dei primi tre, mentre le ultime risalivano allo stesso giorno. Si portò una mano sul mento, massaggiandosi la mascella ruvida per la lieve barbetta. «Se non fosse stato per la curiosità invadente di quel ragazzo, Noah... – indicò la foto del collega – sarebbero rimasti con l'idea che Jung avesse solo fatto affari con l'India per favorire politicamente ed economicamente la Russia.»

«I vantaggi di avere uomini che hanno fatto parte di questo accordo, prima di abbandonare l'India per unirsi a noi ci ha permesso di passare inosservati. Scegliere un imprenditore con la fedina sporca ci avrebbe assicurato di non destare sospetti; la giustizia si sarebbe focalizzata solo sul male peggiore, le alleanze e il mercato nero, senza notare che il resto delle scorte arrivavano da noi.» commentò il più giovane. «Pareva che Morrison stesse abboccando; Anthony aveva visto lui e il ragazzo mostrare un certo senso di arresa davanti alle prove ormai evidenti che avevano trovato. Ma per loro non poteva finire in questo modo; il collegamento con noi doveva essere presente.»

Il capo si umettò le labbra. Avevano messo sottosopra la casa di Jung. Avevano rotto mobili, spostato quadri e libri, ma il nascondiglio scelto da Anthony era stato efficace abbastanza da non attirare i loro occhi sul luogo nella quale giaceva solitario il cellulare. Aveva obbedito nel tenere la sim all'esterno ogni qual volta finisse di comunicare con loro, cosicché alcun segnale venisse intercettato dalle linee. Per avere otto anni, quel piccolo era stato accondiscendente e obbediente. Il loro intervento psicologico era stato un successo; colpendolo nei suoi punti deboli, avevano ricevuto un asservimento fedele e pulito, il quale era durato quasi tre anni. Doveva ammetterlo; certi bambini, a seconda del luogo in cui essi crescevano, sviluppavano un cervello talmente sveglio da poter essere più capaci di un adulto.

«Date le circostanze, la fabbrica di Jung verrà chiusa e messa sotto inchiesta, le autorità vorranno dei documenti che verifichino la validità delle prove trovate dai soldati.» osservò.

«Abbiamo perso la nostra miniera d'oro di armi gratis, ma per fortuna ne abbiamo raccolte talmente tante che basteranno fino all'arrivo del grande giorno.»

Il capo annuì contento. Avevano previsto il giorno in cui sarebbero stati scoperti, una volta avviate le danze verso il compimento del loro grande piano; si erano preparati ad un imminente cessazione dell'arrivo dell'artiglieria da prendere in anticipo tutto ciò che avrebbe agevolato l'impresa senza dover rubare altre scorte o fregare un altro imprenditore.

«Inoltre il figlio socialista verrà arrestato per radicalizzazione e interrogato per venire a capo del movimento cui fa parte e di quanti socialisti siano presenti negli Stati Uniti per pedinarli, tenerli d'occhio e troncare un'ipotetica rivoluzione che possa favorire l'entrata di spie nordcoreane.» continuò, sorseggiando il suo amato rum di qualità.

MIND OF GLASS: OPERATION YWhere stories live. Discover now