Le Tre Lune

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La luna piena era alta e il cielo limpido e sereno. L'aria frizzava nelle vie silenziose dell'avamposto Diciannove. Nell'oscurità tutto pareva tranquillo. I soldati di ronda percorrevano pigri il loro giro sicuri che nulla avrebbe attraversato lo Specchio che solido e impercettibile teneva i mostri fuori e i sogni tranquilli dentro.

Due figure parevano però interrompere la quiete delle strade notturne. Due donne si muovevano tranquille proiettando le loro leggere ombre alla luce della grande luna.

Vastrea camminava sicura al centro della strada. I suoi capelli argentati riflettevano i raggi di fredda luce e quasi risplendevano risaltando sulla sua pelle scura. Due occhi vividi e arzilli le illuminavano il viso.

Dietro di lei Kaira procedeva lentamente. Pareva essersi appena svegliata da un non abbastanza lungo sonno. Si stropicciava il viso cercando poi di dare un senso ai suoi capelli scompigliati che creavano una marea rossa sotto la luce argentata della luna.

«Vastrea, perché mi hai svegliata in piena notte?» chiese con fare lamentoso.

«Oggi il tuo addestramento sarà alla luce della luna piena Kaira. Conoscerai la Luna Madre» rispose la strega.

«Cosa intendi per oggi? Oggi non ci siamo già allenate? E un nuovo oggi non inizia solo quando sorge il sole?».

Vastrea sorrise poi si fermò nel mezzo della via principale dell'avamposto.

«Siediti qui» indicò un punto sul terreno.

«Non ci alleniamo sotto i nostri soliti alberi? Vado a recuperare i tappeti?» chiese ancora Kaira.

«Ti dispiace sederti a terra?» chiese con tono di sfida Vastrea.

«No no...Ho dormito a terra per mesi» bofonchiò la ragazza «cosa vuoi che sia sedermi un po' su della terra battuta» si sistemò i pantaloni, incrociò le gambe e si mise a sedere in attesa che qualche soldato passasse di lì chiedendosi cosa stessero facendo sedute nel mezzo della strada in piena notte.

Non era ancora pratica della vita sociale, ma fino a quel momento non le era mai capitato di scorgere qualcuno allenarsi nel bel mezzo della via durante la notte e quindi le pareva una cosa strana. Ma se andava bene per la sua maestra allora sarebbe andato bene anche a lei.

Vastrea le si mise di fronte, anche lei a gambe incrociate, chiuse gli occhi, inspirò, poi sorrise a riaprì gli occhi.

«Ti ricordi qual è lo stemma di Sagahart, Kaira?» chiese.

La ragazza annuì.

«Sai cosa rappresenta?».

«Cosa rappresenta no» rispose «so a cosa mi fa pensare però».

«A cosa ti fa pensare?».

Kaira alzò un dito e tracciò l'interno dello stemma tra la polvere della strada.

Disegnò uno spicchio che puntava a sinistra, poi un cerchio e poi un altro spicchio che puntava a destra. Sotto il cerchio ne fece uno più grande con tanti raggi che ne fuoriuscivano.

«Mi sembrano delle lune» disse indicando gli spicchi e il cerchio «e un sole». Poi inclinò la testa osservando il suo disegno e abbozzando un sorrisetto soddisfatto.

«Ci hai visto bene» sorrise Vastrea e il sorrisetto soddisfatto di Kaira divenne un sorriso compiaciuto. «Ora ti spiegherò cosa significano. Il nostro stemma è stato disegnato dopo la battaglia di Lama Bianca. Ti ricordi cosa successe?».

«Mi farai qualcosa di brutto se rispondo male?»

Vastrea la guardò impaziente.

«Scusa, scusa» si precipitò a risponderle Kaira «Dopo la battaglia di Lama Bianca venne creato un governo centrale con un Primo Ministro e dei consiglieri».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09 ⏰

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Nelle Terre di Sagahart: le Tre LuneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora