Capitolo 9

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Dante uscì con calma dalla sua camera. Ovviamente Felip e Yamato avevano usato la doccia prima di lui e i due non lo avevano aspettato. Nonostante ciò però il moro individuò qualche altro ragazzo in ritardo come lui e dopo essersi chiuso la cerniera della felpa, e sentendosi anche ristorato da quella doccia veloce, seguì i ragazzi rimasti verso la mensa ringraziando che fossero le sette e trentacinque quindi aveva perso solo cinque minuti. Si mise in fila con un vassoio in mano e dopo che su di esso furono messi pane e marmellate varie più uno yogurt si diresse verso un tavolo isolato: era certo che nessuno lo volesse.

Con calma Dante inizio a tagliare il pane e inserire all'interno la marmellata di amarena che aveva preso e mentre lo addentava con la fame che lo stava assalendo per via dell'esercizio fisico prese il suo telefono e scrisse un veloce buongiorno a Pascal mentre non si premurò nemmeno di aprire la chat con tutti i messaggi che gli aveva mandato il fratello. Non aveva la minima voglia di parlare con Izac.

Con niente da vedere sul suo telefono finì velocemente la colazione e dopo aver buttato tutti i rifiuti nell'apposito cestino si ridiresse in camera dove trovò dentro sia Yamato che Felip.

-cosa mi devo portare dietro per le lezioni?- domandò sperando che gli rispondessero.

-domanda stupida- gli disse Felip sorpassandolo con in braccio un raccoglitore e un borsellino per poi uscire di camera.

-qualcosa su cui scrivere e l'oggetto per scrivere- ridacchiò invece Yamato uscendo subito anche lui solo che dietro si era portato una tracolla. Dante decise di imitare Yamato e prese un po' di quaderni, che aveva trovato la sera prima nel cassetto del suo comodino, e una penna blu con una matita per poi metterli dentro lo zaino che si era portato dietro il giorno prima e uscire velocemente dalla camera anche perché si era completamente dimenticato di non sapere dove si trovasse l'aula nella quale dovevano andare. Si maledisse mentalmente per aver perso tempo e scese le scale ignorando il dolore alle gambe per poter raggiungere il piano terra e guardarsi intorno. L'unico edificio nel quale non era entrato era quello sempre rettangolare precisamente difronte ai dormitori e di fianco alla mensa quindi decise di provare li e sorrise quando si accorse di aver indovinato. Guardò aula per aula vino a quando in una non individuò Felip e Yamato ed entrò dentro.

-oh no sei del nostro anno- si lamentò una ragazza bionda guardandolo male.

-già- borbottò Dante cercando un posto libero.

-primo banco a destra- gli disse ancora la bionda avendolo visto osservare attentamente i banchi infondo che erano ancora vuoti -è l'unico libero- e ridacchiò nel guardare la sua faccia esasperata. Dante anche se aveva voglia di sedersi infondo come suo solito decise di prendere il banco che le aveva indicato la ragazza e sentendosi stranamente strano nel stare così vicino alla cattedra. Dante pensò di essere da solo a quel banco ma dovette ricredersi quando dopo poco che fu entrata la professoressa anche un'altra ragazza castana fece il suo ingresso e andò a sedersi nell'unico banco libero e cioè quello al suo fianco anche se lo ignorò completamente.

-bene iniziamo con la lezione di oggi, signorino Monstant veda di stare al passo- gli disse la donna prima di voltarsi verso la lavagna e iniziare a scrivere formule che per Dante erano arabo. Quella roba non l'aveva mai vista prima.

-mi scusi- si decise a dire alzando la mano e attirando su di se lo sguardo furente della donna -io non ho mai visto nulla del genere-

-ha quindici anni no?-

-si ma...-

-allora è nella classe giusta. Se la sua vecchia scuola era indietro non è un problema mio quindi veda di recuperare e non interrompere la lezione- chiuse li il discorso riprendendo a scrivere mentre Dante voleva urlare. Iniziava a trattenersi troppo spesso e la cosa non gli stava facendo per niente bene. Vedendo che nessuno, nemmeno la castana al suo fianco, era propenso ad aiutarlo iniziò a ricopiare tutto quello che stava vedendo alla lavagna su uno dei quaderni sperando di capire anche di quale materia stavano parlando almeno prima della fine della lezione. Riuscì a capire che stavano parlando di fisica a metà lezione e si maledisse mentalmente per essere così stupido da non capirla quella materia: era messo male e la cosa peggiorò anche quando la professoressa li salutò avvisandoli che avrebbe fatto un test a sorpresa nei prossimi giorni, test che lui di sicuro non avrebbe mai e poi mai passato con più della sufficienza.

-ehi- Dante richiamò l'attenzione della ragazza che era al suo fianco che lo guardò confusa -senti non è che potresti passarmi gli appunti? Sai non credo che...-

-fatteli dare dai tuoi compagni di stanza, non voglio avere problemi per colpa tua-

-ma...-

-no-

-solo quelli di fisica e matematica che sono le due materie dove vado peggio- provò ancora a chiedere Dante.

-senti...-

-Merida perché parli con quello li?- li interruppe una terza voce di un ragazzo castano che dall'ultima fila li stava guardando male -non vorrai mica socializzare con il nemico-

-no Andrew- rispose la castana -gli stavo infatti dicendo di farsi i fatti suoi- e dicendo ciò Merida lanciò un'occhiataccia a Dante e ritornò a farsi i fatti suoi mentre il moro si preparava psicologicamente a chiedere gli appunti vecchi a Yamato e Felip nonostante già immaginasse un no secco da parte di entrambi.

-bene anche perché da come si sono messe le cosecredo che vedremo il nostro figlio di papà fare un bel po' di piegamenti per isuoi voti disastrosi- ridacchiò ancora Andrew mentre Dante si appuntavamentalmente che una delle punizioni per i voti bassi erano proprio ipiegamenti. Doveva assolutamente imparare a farli per bene e soprattutto adaumentare la sua resistenza

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