CAPITOLO 1

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Ciao, sono Alessio, ho 14 anni e vivo in America, in una piccola cittadina.
Sono alto 156, ho i capelli un po' ricci, castani e occhi color nocciola, ho una carnagione chiara e sono normopeso.
I miei genitori, Claudio e Monica sono divorziati, ho avuto un'infanzia dolorosa composta da continui loro litigi e percosse...
Ho una sorella più grande, Silvia, ha 23 anni ma purtroppo non la vedo da 5, non ha mai avuto un bel rapporto con i nostri genitori e appena ha compiuto 18 anni ha preso l'occasione per andarsene, prendendo un biglietto aereo per chissà dove...
A dire il vero da quando i miei hanno divorziato le cose sono peggiorate, mamma ha smesso di lavorare e porta uomini sconosciuti a casa...
Ho provato a parlarle, le ho detto che forse è arrivato il momento di riprendere la sua vita in mano...ma come risposta ho ottenuto solo una serie di urla in faccia.
Poi da quando Silvia sé né andata mi sento solo, solo a dover sopportare tutto questo, la verità è che a volte è tutto  troppo difficile.
Papà non si è più fatto sentire, un po' come se fosse morto, so solo che si è costruito una nuova famiglia con dei nuovi figli e una nuova moglie...dimenticandosi di me...
Che due palle, sono le 23.43 e io sono ancora sveglio, devo smettere di pensare, sapete domani è il mio primo giorno nella nuova scuola, sarò il novellino che non conosce nessuno, spero solo di non combinare un casino.

L'indomani:

È lunedì mattina, mi sveglio alle 5:30, avrò dormito 2 ore a causa dell'agitazione...
Provo i vestiti che mi sono preparato il giorno prima, mi guardo allo specchio e... Cazzo sembro uno stupido... com'è possibile che mi sta tutto male?
Rovisto nell'armadio buttando i pochi vestiti che ho a terra, trovo una semplice maglietta rosa con le pieghe ma la metto comunque e ci abbino dei jeans blu, mi riguardo allo specchio e continuo a schifarmi ma c'è poco tempo allora ci rinuncio.
Entro in bagno, mi lavo i denti, le mani e la faccia, cerco di sistemare un po' i miei capelli arruffati  senza riuscirci...
Preparo lo zaino, mi metto un po' di profumo e vado in cucina a cercare qualcosa da portare a scuola per merenda...

 Appena arrivo in cucina mi viene l'istinto di tapparmi il naso, c'è un odore insopportabile di birre, sigarette e vino...infatti il tavolo della cucina è ricoperto di bottiglie vuote e mozziconi di sigarette...

"che schifo" penso nella mia testa ma senza accorgermene lo dico sottovoce. 

Ma alla fine so cos'è successo, ieri sera ho visto mia mamma entrare in casa con quel suo "amico"  si saranno di nuovo ubriacati e divertiti...

Sapete che c'è? mi è pure passata la la voglia di cercare qualcosa nel frigo, ho preso lo zaino e sono uscito di casa.


Ho corso fino alla fermata del autobus, la scuola purtroppo non è così vicina a casa, e mi tocca fare 1 ora di viaggio...
Ma va bene, alla fine sempre meglio di stare a casa visto che ormai stare a casa è diventato difficile per me...
Durante il viaggio mi sono messo le cuffie per ascoltare un po' di musica, ho chiuso gli occhi per qualche minuto con la speranza di non addormentarmi...
Ed eccomi arrivato, scendo dal bus e mi guardo intorno, mi ritrovo davanti a un edificio grande, moderno dai colori neutri (sarò sincero, mi sento un po' fuori luogo conciato come sono).


comincio ad avvicinarmi alla scuola ma all'improvviso sento qualcuno che mi colpisce la spalla e lo vedo allontanarsi poi si gira verso di me questo ragazzo coi capelli rossi, magro con gli occhiali e mi dice con una voce squillante: 

"oh scusa amico, piacere sono Devis"  :)

L'ho guardato per qualche secondo, aveva una maglietta divertente di Spongebob e dei jeans viola...
~che abbinamento particolare~ ho pensato tra me e me...
"Non preoccuparti, io sono Alessio, ma puoi chiamarmi Ale" gli ho detto con un sorriso.


In seguito ci siamo seduti su una panca e abbiamo parlato un po', e abbiamo scoperto che la classe a cui eravamo destinati era la stessa...
Alle 8:30 io e Devis siamo entrati a scuola, abbiamo cercato l'aula inutilmente, poi abbiamo visto una signora che puliva il pavimento e abbiamo supposto che lavorasse lì...

Sei MioWhere stories live. Discover now