Capitolo 20: Rientro

Start from the beginning
                                    

«Ben rientrati.» Gerald si alzò in piedi, girando oltre la scrivania per porgere una mano al soldato. «Kevin è in viaggio per ritornare a casa: il funerale è stato fissato per domani. – spiegò, dopo aver parlato al telefono per organizzare il tutto. – Mi dispiace.»

Dave ricambiò la stretta, impassibile quanto amareggiato nel taglio degli occhi espressivi. «La ringrazio. È stato difficile discutere con le autorità spagnole, ma per fortuna sono riuscito ad anticipare il suo viaggio. È giusto che i suoi cari abbiano il diritto di piangerlo e di vederlo un'ultima volta.»

«Accomodatevi. Da quello che mi hai raccontato, siete incappati in una situazione assai lontana dalla semplicità cui abbiamo creduto qualche giorno fa.»
Noah e Dave si sedettero senza fare storie; il ragazzo non aveva tolto il cappuccio, soltanto le cuffie per ascoltare il resoconto della missione. «Siete messi piuttosto male. Va tutto bene?» fu lecito domandare davanti alle occhiaie dei suoi agenti incaricati al caso; sembrava che non avessero dormito la notte per avere quegli sguardi devastati.

Se Dave trasudava stanchezza, più mentale che fisica, Noah non era tanto diverso dalle borse sotto agli occhi che mostrava giornalmente a lavoro, ma di rado la sua espressione era nera e torva come quella mattina. Inoltre i lividi che decoravano il viso di entrambi non tralasciavano alcuna ipotesi riguardo lo scombussolamento passato. Da delle semplici indagini si era arrivati a qualcosa di davvero grosso; la sua fortuna era avere Dave come risorsa. La sua capacità di adattamento alle circostanze nella quale si imbatteva era invidiabile. Aveva fatto bene a scegliere una persona come lui nel caso, visti i precedenti con alcuni agenti operativi scomparsi e soccorsi dallo stesso Team Bravo del Capitano. Eppure gli mancava valutare il ragazzo; l'agente Finley non era un agente operativo, era risaputo, ma dai rapporti fatti da Dave era rimasto sinceramente colpito. Aveva preso il controllo di un aereo per riportarlo ad alta quota, giostrandosi in mezzo ad un panico e ad una frenesia che non aveva mai vissuto; quella perenne placidità manifesta in ogni suo atteggiamento non lo aveva tradito nemmeno in simili vicende.
L'agente in questione mosse il capo per annuire in silenzio, mentre Dave gli lanciò un'occhiata veloce, serrando le labbra sottili a quella freddezza, sebbene tutto quello che aveva vissuto in neanche ventiquattro ore. Perché rimaneva così stoico e distaccato? Come ci riusciva?

«Si va avanti, direttore.» sospirò. «Il terrorista, in aereo, mi conosceva. – andò dritto al dunque senza giri di parole. Registrò nel suo campo visivo un mutamento in Noah; lo aveva appena squadrato, come per essersi assicurato di aver udito bene. – Ha sottolineato di sapere ogni cosa di me.»

Gerald giunse le mani, turbato. «Possibile? Ricordi di aver urtato qualcuno in qualche missione precedente da fargli portare rancore?»

Ancora il rancore... La frase del terrorista era ancora nei meandri della sua testa. Rancore. Chi mai avrebbe potuto portare rancore nei confronti del Navy SEAL da voler uccidere chiunque ne avesse fatto parte ad uno ad uno, non importava se fosse in congedo? Nessuno straniero, nessun iraniano, afgano o iracheno fanatico; per muoversi così ingegnosamente negli Stati Uniti non poteva che essere un suo coetaneo. Ma cosa avevano fatto, lui e i suoi uomini, per meritarsi questo?

«Un americano? Non credo proprio. Ma pare che l'obiettivo del bastardo siamo noi Navy SEAL. Conoscono me, i miei commilitoni...Non è normale.»

«Ovvio che non lo è. Siete abituati a mantenere un profilo basso, soprattutto tu, essendo parte della CIA.» aggiunse Simmons con tono basso e occhi persi sui fascicoli dispersi sulla scrivania. Non si parlava mai dei soldati e della loro carriera, né alla tv né nell'internet. Come aveva fatto questo ipotetico avversario a scoprire informazioni delicate sulle forze speciali era un grosso problema; erano archivi e documentazioni federali sorvegliate da un sistema che forse soltanto Noah avrebbe potuto violare ad occhi chiusi. E sicuramente non poteva essere lui il colpevole. «Hanno violato i server governativi e militari?»

MIND OF GLASS: OPERATION YWhere stories live. Discover now