16 - June Kennedy

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A tavola dovette sforzarsi di non voltare troppo il volto alla sua destra: era lì che sedeva, a pochi centimetri da lui, e poteva sentire ogni suo sospiro librarsi ansioso nell'aria. Sembrava irrequieta mentre mangiava con lo sguardo perso nel piatto, pensando a quanto ancora sarebbe durata quella tortura.

Per Dorothea, non era il sedersi accanto a lui il problema. La vera seccatura era ascoltare Alex parlare amichevolmente con Tyrone, fingendo che nulla fosse successo la notte precedente. Quando puntava lo sguardo su di lui, i suoi occhi si schiudevano in due fessure sottilissime, come quelle di un ghepardo all'attacco, e i denti stringevano un morso così forte che più di una volta giurò di averli sentiti strigliare sotto attrito.

«Che corso di studi frequenti, Dorothea?» Ronnie ruppe la conversazione di Ginnie e Tyrone sulle origini del pepe rosa, guardando Dorothea con l'espressione di chi è sinceramente curioso e interessato. Lei si strinse nelle spalle e guardò solo per una frazione di attimo suo fratello.

«Giurisprudenza.»

«Sembra figo, che avvocato vorresti diventare? So che ne esistono di vario tipo.»

«Non ci ho ancora pensato.»

«Non hai ancora terminato?» Alex, da idiota quale era, intervenne masticando il suo cibo. Dorothea lo guardò impassibile, abituata a quel tipo di domande e perlopiù concentrata nel pensare a come avrebbe potuto rovinarlo.

Oakley la guardò portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mostrando perfettamente il suo profilo quasi troppo spigoloso mentre rifletteva sulla risposta che le era stata portata. Avvertì che qualcosa di poco positivo si stava smuovendo dentro di lei ma restò in attesa con la stessa impazienza di Tyrone, il quale non era del tutto sicuro su come sarebbe andata a finire.

«No, non manca molto in realtà.»

«Mio cugino ha la tua stessa età» continuò indisturbato, ogni tanto buttando lo sguardo tra un compagno all'altro. «Si è laureato due anni fa, ora è avvocato penalista alla corte principale della California.»

A quel punto Oakley intervenne, notando come fosse sul punto di rispondere nel modo più caotico possibile.

«Non mi pare sia una gara, però buon per lui.» Alex rimase poco sorpreso dall'intervento del collega e anzi, lo guardò sorridendo sotto i baffi. Sapeva qualcosa, credeva di sapere qualcosa di cui nessun altro era a conoscenza. Ma si sbagliava, perché certi fili invisibili, quelli che legano una persona all'altra, brillano sotto il chiaro di luna, sotto i raggi solari delle prime ore del mattino. Sono rumorosi, scombussolano gli angoli più bui ed emergono quando meno te lo aspetti.

«Aspetta...», sembrò che una lampadina si fosse accesa nella mente di Alex, rivelando la sua luce in quello sguardo che tornò a brillare un secondo dopo. «June non è un avvocato? Era a te che chiesi il numero, no?»

«Cazzo se era lei.» Tyrone scoppiò a ridere beccandosi il tovagliolo di Annalize in faccia e un rimprovero per quelle velate insinuazioni. Ginevra sospirò aggiungendo altro mais al suo piatto e Paul rimase a guardare con un sorrisetto contenuto e lo sguardo basso di chi è troppo imbarazzato per farsi coinvolgere.

Oakley tacque e i ruoli si invertirono: ora era Dorothea a spostare lo sguardo dall'uomo al suo fianco a quello che rideva soddisfatto di fronte, confusa da quello scambio di battute che lei evidentemente non poteva capire.

«Ora sono curioso.» Ammise Ronnie poggiando i gomiti sul tavolo, in attesa che qualcuno parlasse.

«Per fartela breve, due anni fa mio cugino si è laureato, no?» Alex riprese il discorso sotto una luce nuova, quella di chi non vede l'ora di fregare qualcuno, di creare scompiglio e intascarsi chissà quale soddisfazione. «Tom, così si chiama, aveva bisogno di crediti per la laurea e di un avvocato che gli permettesse di fare pratica nel proprio studio.»

Evermore - 𝑆𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝐶𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑡𝑜𝑛𝑎 𝑉𝑎𝑙𝑙𝑒𝑠Where stories live. Discover now