Capitolo 11: Vacanza (Parte 1) - ✓

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Reed, al contrario, non era mai stato un tipo troppo esuberante; aveva cenato con Claire e l'aveva informata che sarebbe uscito con Dave – più precisamente – che avrebbe fatto prendere una boccata d'aria a Dave. I due coniugi erano al corrente dell'atteggiamento che Bravo Uno metteva in atto quando aveva tra le mani un caso ostico o una missione a cui badare, tra briefing e scartoffie; se ne stava con la mente assorta in chissà quali pensieri, senza considerare minimamente dove diavolo si trovasse, con chi e perché. Proprio come era accaduto in quell'esattissimo momento. Gregory ci aveva fatto il callo, e aveva pensato che davanti ad una birra il suo compare avrebbe potuto distrarsi dall'omicidio dei gemelli e da tutta la faccenda. I funerali erano praticamente alle porte, posticipati dalla perizia meticolosa cui erano stati soggetti i cadaveri, ma adesso era quasi tutto pronto per la cerimonia. Anche lui era stato un compagno d'arme di Nicholas e Trevor; non avrebbe mai potuto chiudere un occhio e fare finta di nulla davanti alla perdita di vecchi commilitoni con cui aveva passato momenti indimenticabili. Quelli erano stati i tempi migliori della loro gioventù.

«Stai ancora pensando alle foto che hai trovato al magazzino, non è vero?» azzardò a chiedere, nonostante sapesse già la risposta.

Dave diede le spalle al bancone, prendendo un sorso di birra. «È così evidente? Damn...»

«Non ci sono più segreti tra noi, Dave. Qualsiasi cosa tu stia pensando, è come se la trasmettessi anche a me.»

«Proprio tutto? Allora dovrò contenermi per non svelare le mie più oscure ossessioni.» ironizzò Morrison con un ghigno forzato. Tuttavia inspirò, accomodandosi sullo sgabello in legno per essere faccia a faccia con il più giovane. «Vorrei non pensarci, ci provo con tutto me stesso, ma la mia mente è sempre lì. Non posso farci nulla.»

«Purtroppo Kyle, Gavin e Liam non possono comprendere il legame che ci univa con i gemelli, ma io e Sully vogliamo capire cosa diavolo si celi dietro tutto questo. – parlò seriamente Gregory, irrigidendo il tono di voce con fare posato. – Ci hai mostrato quelle foto e siamo arrivati entrambi alla tua stessa conclusione: potrebbe esserci una talpa che sta facendo il doppiogioco.»

«Eppure perché usare proprio quelle foto? Perché non dargliene altre, come la fototessera della carta d'identità, o qualche scatto recente?» si scervellò, tenendo la bottiglia con entrambe le mani, poste in mezzo alle gambe allargate. «Di questo non mi capacito, Greg. Quelle foto erano dei ricordi.»

«Credi che potrebbe essere uno di noi? Cioè, tra me e Sully?»

«Cosa? Oh, cielo. No! – lo troncò di netto Dave con frenesia. – Non siamo stati gli unici ad aver fatto squadra con loro, ed io mi fido ciecamente di te e del donnaiolo, quindi vi escludo ancora prima di cominciare a tirare le somme.»

«Potrebbe essere qualcuno del Team Charlie?»

«Probabile...Ma non avrebbe motivo di avere foto così vecchie.»

«Se ci fosse un modo per braccare quel Gonzales – Reed prese l'ultimo sorso di birra, finendola. – si aprirebbero più vie verso il colpevole. Un'altra per favore.» disse al barista, il quale lo servì.

Dave lo seguì a ruota libera con la seconda bottiglia. «A chi lo dici. Purtroppo il bastardo è scappato con la coda tra le gambe senza lasciare tracce. Ma – fece una pausa voluta, ondeggiando la bottiglia con trepidazione – sappiamo com'è fatto: la sua faccia è su tutti i server dell'FBI e della polizia, quindi se dovesse provare a scappare dagli Stati Uniti, i controlli non gli daranno alcun scampo.»

«A proposito.» aggiunse Gregory con curiosità, adesso un po' più vivace. «Come se la sta cavando il ragazzo?»

«Noah? – domandò dopo un sorso. L'amico annuì. – Ti dirò: pensavo peggio.»

MIND OF GLASS: OPERATION Y [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now